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Uomini o donne ? Secondo uno studio del gruppo Havas le differenze di genere scompariranno

Il genere sessuale è tra gli argomenti scottanti del 2017, è evidente, anche ai più disattenti osservatori, il moltiplicarsi, a livello mondiale, delle dispute su questo tema.

Ma arriverà mai un momento in cui il genere di una persona verrà ritenuto né più né meno importante quanto la sua altezza o il colore dei suoi capelli ? Stando ai risultati del recente sondaggio del Gruppo Havas, che ha coinvolto più di 12000 intervistati in 32 paesi, accompagnato dal rapporto “The Future Is FeMale” (scaricabile qui), un futuro senza generi potrebbe essere ciò che ci aspetta.
“I media si stanno scatenando in discussioni su differenze salariali, molestie, sfruttamento sessuale, cultura dello stupro, mansplaining e manspreading, senza contare argomenti come fluidità di genere, parità transgender, linguaggio gender-neutral e il posto delle donne nella Silicon Valley,” fa notare Marianne Hurstel, Global Chief Strategy Officer. “Tuttavia, per citare Martin Luther King Jr., la tendenza è verso un futuro in cui le persone verranno giudicate per le qualità del loro carattere, più che per la composizione dei loro cromosomi. E quel futuro potrebbe non essere poi così lontano.”
Il sondaggio, commissionato dal Gruppo Havas su 32 paesi e condotto da Market Probe International, si propone di misurare fino a che punto è arrivata l’uguaglianza di genere, in un’epoca in cui le donne sono in grado di fare cose un tempo ritenute appannaggio maschile, come il lavoro fuori casa, ottenere diplomi e lauree, votare, possedere delle proprietà ed essere elette a cariche pubbliche.

Tra i risultati principali di “The Future Is FeMale”:

Non c’è bisogno di identificarsi nella parola “femminista” per sostenere la parità delle donne. Tra gli intervistati, un quarto delle donne (26%) e il 22% degli uomini si considerano femministi, ma appare evidente che i principi alla base del movimento siano ormai profondamente radicati nella mentalità collettiva. La stragrande maggioranza degli intervistati (l’88% degli uomini e il 94% delle donne) condivide l’opinione che uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro dovrebbero ricevere uguale stipendio; principio cui soltanto meno del 2% degli uomini si sono dichiarati contrari. Inoltre, entrambi i sessi si sono mostrati più in accordo che in disaccordo rispetto all’affermazione che il mondo sarebbe un posto migliore se più donne occupassero posizioni di potere, e in maggioranza (il 58% degli uomini e il 67% delle donne) desidererebbero vedere più donne occupare incarichi dirigenziali.

Gli uomini non comandano più in famiglia. Resta ancora molta strada da fare per la parità di genere sul lavoro e in politica (oltre metà del campione intervistato conviene che le donne oggi abbiano diritti, ma non potere effettivo), ma la situazione si è evoluta invece più rapidamente sul versante domestico, e cioè dove l’uomo, fino a non molto tempo fa, veniva considerato automaticamente il “capo-famiglia”. Solamente 1 uomo su 5 (21%) e appena un decimo delle donne (10%) concordano che i rapporti di coppia uomo-donna funzionino meglio se l’uomo è il partner dominante, e solo il 20% degli uomini e il 15% delle donne pensano che le relazioni procedano meglio quando l’uomo guadagna più della donna.

Non tutti siamo sul treno della parità di genere. Più di un quarto degli uomini (27%) e delle donne (26%) ritengono che il femminismo abbia portato più danni che vantaggi. Inoltre, quasi un quarto di uomini e donne pensano che l’emancipazione femminile sia avvenuta a discapito degli uomini. Il che potrebbe spiegare come mai 2 donne su 3 (e il 55% degli uomini) affermano di vedere molta più rabbia espressa nei confronti delle donne al giorno d’oggi. Rabbia che sembra essere particolarmente viva online: gli utenti di social network sono d’accordo con quest’affermazione per il 63%, contro il 47% di chi non li usa.

Le distinzioni fra i generi stanno scomparendo. E’ stata fornita agli intervistati una lista di 25 tratti e caratteristiche significative, chiedendo loro quale di ciascuno fosse maggiormente attribuibile agli uomini, alle donne o a entrambi. Escludendo qualche eccezione (entrambi i sessi conservano l’idea che l’uomo sia più avventuroso, portato per la meccanica e la tecnologia mentre la donna più sensibile, gentile e portata alla cura), per la maggior parte degli attributi vediamo che i generi si sovrappongono. Ecco alcuni esempi:
il 77% di uomini e donne ritiene che i due sessi abbiano lo stesso valore sociale
il 77% degli uomini e il 75% delle donne ritengono che i due sessi abbiano uguale intelligenza
il 66% degli uomini e il 71% delle donne pensano che i due sessi siano pari a livello intellettuale
il 63% degli uomini e il 71% delle donne ritiene che i due sessi siano ugualmente degni di fiducia
il 63% ritiene che i due sessi siano ugualmente diligenti
il 54% ritiene che i due sessi siano ugualmente creativi/capaci di innovazione
Ma ancora più sorprendente, forse, è un altro risultato: meno della metà degli uomini del nostro campione (47%) e solamente il 36% delle donne ritiene che l’attività di genitore sia più naturale per la donna che per l’uomo; il che è stupefacente, se si considera quanto ha dominato, nella storia, l’idea che la funzione primaria delle donne fosse la cura dei figli e della casa.

Molti segni fanno pensare a un futuro senza generi. Il nostro modo stesso di intendere il genere sta cambiando. Il 65% delle donne e il 54% degli uomini intervistati è d’accordo: “Non credo in generi prestabiliti; il genere è fluido e ciascuno può essere ciò che si sente di essere.” E possiamo notare una spinta verso l’educazione dei bambini in modo neutro dal punto di vista del genere: il 64% delle donne e il 54% degli uomini ritiene che i bambini dovrebbero essere allevati nel modo più gender-neutral possibile, per evitare la rigidità delle limitazioni di un’educazione differenziata. (Dall’altro lato, il 36% delle donne e il 46% degli uomini preferirebbero vedere bambini e bambine allevati con abbigliamento e giocattoli differenziati.) Quest’atteggiamento sembra parzialmente estendersi anche al mondo adulto ma non ancora in modo paritario: appena poco più della metà degli intervistati (53%) ritiene che “un uomo debba essere virile,” ma ancora il 71% crede che “una donna debba essere femminile.”
“Più uomini e donne studiano, lavorano, si ricreano e socializzano alla pari in un mondo reso sempre più ugualitario dalla tecnologia, più noi percepiamo – come mostra il nostro sondaggio – quanto siano di fatto simili molte delle nostre caratteristiche, interessi e obiettivi,” afferma la Global Chief Strategy Officer Marianne Hurstel. “E più riconosciamo quello che ci accomuna, più saremo portati a pensare che il nostro genere non è che uno dei tanti aspetti della nostra identità.”

Ora spetterà ai pubblicitari, agli autori di libri, di programmi tv, di film e di video, ai musicisti, ai giornalisti, agli intellettuali, e in generale ai protagonisti del mass media system: raccogliere questa straordinaria tendenza in atto nel sociale; consolidare questa consapevolezza e soprattutto costruire messaggi e storie che amplifichino questo desiderio che rende uomini e donne davvero liberi.

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