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Il nuovo dibattito per recuperare la dimensione etica e spirituale nel mondo dell’economia e della finanza

Inaugurato dal presidente del Comitato tecnico scientifico dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti), Riccardo Pedrizzi, il ciclo di attività del “Forum permanente sui valori dell’imprenditorialità illuminata dalla fede”. Il nuovo dibattito culturale e politico prevede incontri con esponenti del mondo della Chiesa, dell’imprenditoria e delle professioni con l’intento di recuperare una dimensione etica e spirituale nel mondo dell’economia e della finanza, per riconoscere dignità al lavoro e restituire all’impresa il suo ruolo sociale a servizio della comunità e del bene comune.
Al primo incontro, svoltosi a metà novembre 2018 a Roma presso l’Istituto Luigi Sturzo, hanno preso parte S.E. Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, Antonio Fazio, già Governatore della Banca d’Italia, l’economista Giulio Sapelli e Massimo Garavaglia, viceministro del Ministero dell’Economia e delle finanze.

Imprenditoria illuminata e imprenditoria responsabile

“Mai come oggi c’è la necessità di creare un circuito virtuoso per un progetto di sviluppo che si sposi con un’economia eticamente sostenibile che generi benessere, viva di produzione reale senza creare ‘castelli’ destinati a franare come è successo da dieci anni a questa parte” ha affermato il presidente Pedrizzi. “La tassazione in Italia sulle rendite finanziarie è al 12% mentre quella sul lavoro si aggira intorno al 40%: questa disparità di trattamento sta a significare che il reddito da lavoro non è più considerato come valore centrale per il Paese. L’attuale congiuntura economica ci pone di fronte all’Industria 4.0 che non è solo una rivoluzione tecnologica, ma una rivoluzione antropologica. Questa sfida dovrà essere affrontata con mezzi e strumenti nuovi che dovremmo reinventarci, utilizzando risorse interne ed esterne al mondo cattolico”.

L’Unione ritiene che la persona sia parte integrante del sistema impresa e che sia opportuno valorizzarla ponendola come voce attiva di bilancio per generare una imprenditorialità illuminata rispecchiante i valori di un management di qualità. “La persona” ha aggiunto Pedrizzi, “inserita tra le immobilizzazioni immateriali dell’impresa, costituisce il patrimonio dell’azienda, quindi la sua presenza va certificata attraverso una formazione permanente”. Il comitato scientifico dell’Unione riveste quindi un ruolo strategico per fare proposte, ricerche, aggregando intelligenze, risorse scientifiche e culture in ambiti diversi per riflettere intorno ad una idea di società e di mercato non impiegandola esclusivamente ad una logica di puro profitto.
“Dalla crisi finanziaria, ai disastri prodotti dalla finanza speculativa del terzo millennio” ha sostenuto Pedrizzi “occorre dare risposte adeguate capaci di riportare l’etica nell’economia e nella finanza e ridare centralità all’uomo nei processi produttivi, nell’ambiente, nell’ecosistema e nella macroeconomia”.
L’attuale presidenza UCID, con la modifica del regolamento interno, ha promosso la costituzione di alcune commissioni, composte da un gruppo di esperti provenienti da organizzazioni territoriali dell’associazione, con l’obiettivo di definire proposte da indirizzare agli stakeholders attraverso convegni, studi e rapporti con le associazioni. Sarà anche previsto il supporto di un vicepresidente e due ricercatori universitari che avranno il compito di porre al centro del nostro Paese un nuovo dibattito politico-culturale e sociale.

Da una economia del profitto a una economia condivisa

Per il cardinale Edoardo Menichelli è arrivato il tempo di una riscossa etica, personale e comunitaria: “occorre modificare il sistema delle regole” ha spiegato “passando da un’economia del profitto ad una economia ‘profetica’ basata sulla fiducia, perché concentrarsi sulla sola rendita da capitale rischia di soppiantare il reddito da lavoro confinandolo ai margini dei principali interessi del potere economico. Un’economia che abbia una visione di giustizia e pace per soddisfare le necessità delle persone più bisognose. Pensare a un’economia condivisa” ha specificato “non significa generare appiattimento, ma equivale a far riemergere nell’individuo la bellezza e la gioia di vivere. È evidente a tutti che oggi si avverte un diffuso malessere sul piano dell’economia e in particolare di quella finanziaria, che pone interrogativi sulla politica. Un conflitto tra benessere economico globale e disuguaglianze tra le persone che abitano all’interno dei Paesi. Non esiste un’economia assoluta né ricette di salvataggio e leggi sufficienti. Ciò che è necessario fare è risuscitare un’etica amica della persona, creare cioè un ordine etico che neutralizzi gli aspetti predatori e speculativi, rimettendo in moto l’indole dell’individuo che consenta di guardarli come alleati e non come competitori”.
Per il cardinale Menichelli è indispensabile ripensare alla destinazione universale dei beni che consenta alle persone di vivere e non di accumulare, ma soprattutto pensare ai poveri con una opzione preferenziale attraverso un’alleanza tra agenti dell’economia e fattori politici, rompendo i condizionamenti che incidono sulle persone. “Per costruire questa nuova alleanza” ha concluso “entrambe le forze dovrebbero limitarsi a fare ciò che è di loro competenza: essere al servizio del bene comune. Un altro fattore su cui sarà necessario impegnarsi, è la ricerca di una buona sanità, intesa nel senso di sanità di mercato, sanità del sistema finanziario e sanità del sistema economico-sociale”.

Le difficoltà di crescita dell’Italia e i nodi della scarsa produttività

L’ex Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, ha parlato delle difficoltà di crescita dell’Italia, della scarsa produttività e del costo del lavoro, lanciando l’allarme sulla riduzione degli investimenti, soprattutto al Sud.
Sulla questione del cambio della moneta con l’euro, ha commentato che essa non ha potuto svolgere la sua funzione di recupero di competitività dell’Italia di fronte ai differenziali strutturali negativi rispetto agli altri Paesi. Ha fatto poi notare che l’euro, dalla sua entrata in vigore nel 1999, ha provocato un “bradisismo” nell’economia dell’1% annuo, portando l’Italia ad una progressiva decrescita mai risolta con politiche economiche adeguate. “Non è possibile continuare ad avere un basso tasso di cambio come quello della Germania” ha commentato: “l’unica cosa da fare sarebbe quella di rivalutare la moneta tedesca, che sarebbe costretta a spendere per evitare la deflazione”. Ha poi aggiunto che “le oscillazioni del Pil nel breve termine rappresentano oscillazioni del buon lavoro, ma una prolungata diminuzione di questa misura produce effetti sulla riduzione nell’occupazione, cosicché gli attuali 5 milioni di poveri sono frutto di errate politiche sociali ed economiche che hanno progressivamente generato sofferenza e deterioramento economico della popolazione italiana”.

Per il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia occorre invertire la tendenza di crescita del rapporto debito/Pil. L’obbiettivo dell’attuale governo è incidere positivamente su lavoro, risparmio e investimenti. In particolare, il crollo degli investimenti pubblici, soprattutto quelli degli enti territoriali, sono strategici per rilanciare la domanda e l’occupazione interna del Paese.

Lo scenario economico e gli obiettivi dell’UCID

Lo scenario economico degli ultimi 20 anni presenta caratteristiche particolari che vanno oltre le situazioni tradizionali o cicliche. Siamo in presenza a svolte epocali che hanno coinciso con gravi crisi economiche e finanziarie provocando profonde spaccature valoriali. Il difficile momento che sta vivendo l’Europa e in particolare l’Italia, impone l’obbligo di fare scelte che impattano sul percorso interiore di ciascuno, con i giovani e con le parti sociali. Il superamento di tali difficoltà difficilmente potrà essere risolto con gli attuali strumenti finanziari, ma saranno necessarie nuove visioni e nuovi modelli. L’obbiettivo del forum dell’UCID è suggerire una strada agli operatori economici per tornare a produrre ricchezza partendo dal lavoro e non accumulando denaro con la finanza, condividere valori, proporre un percorso di cambiamento positivo, nuove forme di economia e di gestione d’impresa che pongano la persona al centro.

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