donna al lavoro

Nelle Marche il “fare impresa” è donna e under 35. Il 39,6% delle imprenditrici è laureato, il doppio degli uomini. Intervista alla presidente di Donne Impresa Confartigianato Katia Sdrubolini

Sono 4.165 le imprese femminili marchigiane guidate da giovani under 35, il 10,6% di tutte le imprese femminili della regione. I dati sono il risultato di un’indagine realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato. Tra le province, la maggiore concentrazione di imprese femminili guidate da giovani under 35 si registra ad Ancona con 1.125 (27%), segue Macerata con 989 (23,7%), Pesaro-Urbino con 861 (20,7%), Ascoli Piceno con 637 (15,3%) e Fermo con 553 (13,3%).
Commentiamo questi dati con Katia Sdrubolini Presidente di Donne Impresa Confartigianato
Perché secondo lei le donne under 35 decidono di mettersi in proprio?
Sicuramente il mettersi in proprio è un modo per non avere limiti alle proprie potenzialità, la via di sviluppo per un percorso professionale e di vita. Inoltre, il mondo del lavoro sta cambiando e sono finiti i tempi del posto fisso con la pensione assicurata. Il lavoro di oggi va inventato per avere spazi nel mercato che ci circonda. Lo stile al femminile si sta rilevando un fattore vincente; prima di essere economico è l’esperienza della donna di affermare il proprio punto di vista nel mondo, il proprio sistema valoriale e la propria capacità organizzativa.
Qual è la loro marcia in più?
La marcia in più sicuramente è l’essere “Imprenditrici Donna”: noi donne siamo attive, dinamiche, dotate di grande grinta, con una elevata capacità di adattarci al cambiamento, alla visione del futuro e all’innovazione. La donna poi è portata alla concretezza, è tenace e resistente e non dimentica i valori e le tradizioni. Il valore è un concetto molto forte che applichiamo quotidianamente in tutto ciò che facciamo. L’empatia ci fa comprendere le esigenze delle persone, con un solo sguardo riusciamo a riconoscere quali esigenze ci vogliono per costruire delle relazioni solide. Non ci ferma nessuno se vogliamo raggiungere un traguardo. Abbiamo dalla nostra formazione e conoscenza.
Tra i settori in cui dominano le donne under 35 alla guida di un’impresa emergono i servizi finanziari e delle attività assicurative con il 18,9%, i servizi di ristorazione e altre attività di servizi per la persona con il 17,5%; quest’ultimo comparto, ad alta presenza di artigianato, comprende le imprese del benessere e trattamenti estetici, tatuaggi e piercing.

Per quanto le imprese siano in “rosa”, non è tutto rose e fiori, come si suol dire. Quali sono le maggiori difficoltà che queste imprenditrici incontrano?
Il ruolo preponderante della donna imprenditrice nel mercato del lavoro è ormai e finalmente, un dato più che scontato. Nonostante ciò, l’idea che la cura dei bambini e successivamente dei genitori, debba diventare una responsabilità maggiormente condivisa non sempre risulta ovvia. Per responsabilità condivisa, comunque, si intende non solo la ripartizione dei compiti tra genitori e altri membri della propria famiglia ma anche il coinvolgimento di tanti altri soggetti, partendo dagli enti pubblici, organizzazioni no-profit e aziende. È un «gioco di destrezza per determinare a cosa devi dedicare più attenzione in un determinato momento: ai tuoi cari o al tuo lavoro. Devi per forza scendere a compromessi, non riuscirai a vedere i tuoi figli tanto quanto ti piacerebbe e non passerai tanto tempo a lavoro come vorresti». Devi saper equilibrare bene tutto.

Altro nervo scoperto per le imprese in rosa è l’accesso al credito. In particolare per le imprese giovanili nonostante siano in genere più affidabili in termini di solvibilità.
Le banche – ci spiega Katia Sdrubolini – tendono a privilegiare attività a bassa necessità di investimenti. Le donne che provano ad avviare imprese più strutturate, per finanziarsi ricorrono alle relazioni parentali, provano ad intercettare qualche bando regionale o si rivolgono alle associazioni di categoria come Confartigianato.

Le giovani intraprendenti Capitane di azienda, cosa chiedono alle associazioni di categoria come la vostra che le rappresentano per lavorare meglio sul territorio?
All’associazione che rappresento le giovani donne imprenditrici chiedono di avere una buona interlocuzione con la Regione in particolare sul welfare. La Confartigianato nelle Marche si sta adoperando moltissimo per le nostre imprese con tante iniziative sul territorio come per esempio la Scuola per Imprenditori in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche: uno strumento di formazione importante per affrontare le tematiche più innovative del momento.

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