Lavoro Sicurezza

Incidenti sul lavoro e malattie da lavoro. L’indagine dei consulenti del lavoro

Infortuni sul lavoro

Pubblicata l’indagine dell’Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro. Nel 2018 la terribile realtà del cancro imputabile al lavoro e l’aumento degli incidenti mortali mentre si va a lavorare

Morire di lavoro: nel XXI secolo ancora si può. L’indagine dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro ha esaminato, in occasione della Giornata mondiale per la Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il 28 aprile, i dati Inail più recenti relativi agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali, con particolare riguardo allo scorso anno, il 2018.
Da tale esame è scaturito che nel 2018 ben 641.000 persone hanno subito un incidente sul lavoro, la maggioranza (84,6%) durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e, in minor numero (il 15,4%) mentre si recavano al lavoro. Purtroppo l’aumento più significativo (+ 10,1%) è relativo agli incidenti con esito mortale, che ha coinvolto soprattutto chi utilizza mezzi di trasporto per lavoro (non per andare al lavoro).
Ma non è tutto: si muore anche per malattie professionali, soprattutto per quelle tumorali, che hanno colpito il 22,5% dei lavoratori. Come denunciato già da tempo, il numero più alto in assoluto di malattie cancerogene imputabili al lavoro spetta a Taranto. E sembra incredibile che ancora non si provveda a scongiurarne la fonte.

La Giornata mondiale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, proclamata per il 28 aprile, promossa dall’ILO (International Labour Organization), è nata per “promuovere un impegno attivo e condiviso di governi, datori di lavoro e lavoratori che garantisca un ambiente sicuro e salubre dando massima priorità al principio di prevenzione”. Per questo bisogna accendere i riflettori su quanto accade nelle varie province italiane, per comprendere quali siano le differenze territoriali sotto questo aspetto e stimolare un intervento concreto.

È importante dunque sottolineare come nel 2018 gli incidenti sul lavoro siano aumentati rispetto all’anno precedente. Un aumento dovuto principalmente a quello degli incidenti negli spostamenti casa-lavoro (+ 2,8%) e quando si utilizzano mezzi di trasporto (+ 5,4%).

Dall’indagine emerge che sul lavoro gli incidenti con esito mortale sono dovuti principalmente alla non applicazione delle norme per la sicurezza. Ed è il Sud Italia ad avere il “primato” in questo ambito, con la provincia di Crotone in testa (sia nel 2017 sia nel 2018). Per quanto concerne invece le malattie tumorali – provocate nel 70% dei casi dall’amianto, nonostante sia illegale ormai da decenni – il “primato” se lo aggiudica il Nord Italia (con in testa Gorizia, Torino, Novara e Milano) anche se la vera “medaglia nera”, dovuta al più alto numero di tumori causati da malattie professionali se l’aggiudica, come già rilevato, Taranto.

Perché Taranto? Gli analisti spiegano: il 71% dei lavoratori del settore metalmeccanico sono più esposti al rischio di contrarre un tumore durante l’attività lavorativa. A Taranto, ad esempio, il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico, quota che supera l’80% per le province di Genova (83%), Venezia (87%), Brescia (85%) e Gorizia (93%). Fra le prime 10 province analizzate, l’incidenza dei tumori, contratti dai lavoratori del settore chimico, petrolchimico e lavorazioni di gomma e plastica, supera il 20% nelle province di Torino (24%) e Milano (22%).

Gli incidenti sul lavoro nel 2018 coinvolgono il 3,8% degli assicurati INAIL, ovvero circa 641 mila persone. L’84,6% degli incidenti si sono verificati durante l’attività lavorativa, mentre il 15,4% si è verificato nel tragitto casa-lavoro. Rispetto al 2017 si registra un aumento di 5.828 denunce di infortuni (+0,9%) e un aumento ancora più consistente di decessi (+10,1%), soprattutto per gli eventi plurimi registrati nel mese di agosto.
I decessi registrati dall’INAIL nel 2018 sono stati 1.133 (786 in occasione di lavoro), per cui ogni 1.000 eventi di infortunio, 1,8 hanno comportato la morte del lavoratore.
Il 2018, in termini assoluti, fa registrare un significativo aumento di incidenti con esiti mortali. Il rischio di morte sale di molto quanto si utilizzano mezzi di trasporto per lavorare; infatti 11,1 incidenti ogni mille, accaduti in occasione di lavoro con mezzi di trasporto, comportano la morte del lavoratore.

Le denunce di malattie professionali

Si sottolinea che il “Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali” prevede una tutela per il lavoratore che contrae malattie nell’esercizio e a causa di lavorazioni rischiose. Per le malattie professionali, quindi, non basta l’occasione di lavoro come per gli infortuni, cioè un rapporto anche mediato o indiretto con il rischio lavorativo, ma deve esistere un rapporto causale diretto tra il rischio professionale e la malattia. Il rischio può essere provocato dalla lavorazione che l’assicurato svolge, oppure dall’ambiente in cui la lavorazione si svolge (cosiddetto “rischio ambientale”). Tuttavia, la malattia professionale è una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo, e, pertanto, la data della denuncia potrebbe essere anche di molto successiva ai fattori causali che ne hanno determinato l’insorgere.

Le malattie professionali colpiscono maggiormente le donne

Nel 2018 l’INAIL ha protocollato quasi 60 mila denunce di malattie professionali (+ 2,5% rispetto al 2017). Un terzo delle malattie professionali è determinato dal lavoro ripetitivo (33%), quota che raggiunge il 54% per le donne.
La patologia più ricorrente è la sindrome del tunnel carpale, fortemente correlata ai lavori con movimenti irregolari propri di chi svolge mansioni manuali o lavora in ufficio utilizzando il mouse del computer per buona parte della giornata.
Le vibrazioni occupano il secondo posto (il 18% del totale) tra le cause di malattie professionali. Si tratta soprattutto degli effetti del rumore sull’orecchio interno che genera ipoacusia da rumore o trauma acustico. Tale patologia interessa il 23% dei maschi, soprattutto addetti del settore delle costruzioni e operai metalmeccanici.
Il sollevamento di carichi è il terzo agente causale di malattie professionali (17% del totale) e interessa sia le donne addette ai servizi personali e impiegate in agricoltura sia gli uomini, soprattutto nel settore dell’edilizia.

I tumori e l’industria metalmeccanica

I tumori rappresentano la malattia professionale maggiormente correlata al rischio vita e, sebbene in lieve calo rispetto al 2017 (-0,9%), nel 2018 sono comunque un numero preoccupante (2.461 denunce, pari al 4,1% del totale). L’agente causale principale è rappresentato dalle fibre di amianto (oltre il 70% dei casi determinati negli ultimi due anni) e interessa prevalentemente gli addetti all’industria metalmeccanica. Questo è il motivo principale per cui i 2/3 delle denunce di malattie professionali tumorali proviene da province del Nord Italia, dove si concentrano le produzioni metalmeccaniche.
Taranto si colloca al 14° posto sebbene risulti la prima provincia italiana per numero assoluto di malattie professionali di tipo tumorale (164 nel solo 2018) seguita da Torino (152), Napoli (106) e Milano (97).

Riepilogo: la mappa italiana dei rischi

Nella provincia di Crotone il maggior rischio di morire sul lavoro. A Gorizia il più alto tasso di tumori, che a Taranto sono correlati al settore metalmeccanico. Nel biennio 2017-2018 il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9‰) e Campobasso (4,7‰). Nel solo 2018, invece, è la provincia di Gorizia che fa registrare il più alto tasso di malattie professionali tumorali (22,5%), seguita al 2° e al 3° posto dalle province di Torino (18,5%), Novara e Milano (18,4%).
A causare patologie cancerogene nei lavoratori sono soprattutto le fibre di amianto (oltre il 70% dei casi), in particolare nell’industria metalmeccanica. La maglia nera, però, per il numero assoluto di malattie cancerogene imputabili all’attività lavorativa spetta a Taranto, seguita da Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia. Nel tarantino il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico: quota che supera l’80% nelle province di Genova (83%), Venezia (87%), Brescia (85%) e Gorizia (93%).
Nel 2018 circa 641mila lavoratori (il 3,8% degli assicurati INAIL) hanno subito un incidente sul lavoro: l’84,6% di questi sono avvenuti durante l’attività lavorativa, mentre il 15,4% durante il tragitto casa-lavoro, facendo registrare un aumento delle denunce di infortunio dello 0,9% rispetto al 2017. Ma l’aumento più significativo è quello che riguarda gli incidenti con esito mortale (+10,1%), soprattutto quando si utilizzano mezzi di trasporto per lavorare. I decessi registrati dall’INAIL nel 2018 sono 1.133 (786 in occasione di lavoro), per cui ogni 1.000 eventi di infortunio, 1,8 hanno comportato la morte del lavoratore. Il rischio di morte coinvolge soprattutto gli uomini (2 incidenti mortali ogni 1000 rispetto allo 0,3% delle femmine) e i lavoratori over 54 (3,5‰); con una percentuale in crescita per quanto riguarda cittadini di origine straniera (+6,7% rispetto al 2017) e giovani (+5%). Su questo fronte hanno inciso molto gli eventi verificatisi nell’agosto 2018, fra cui il crollo del Ponte Morandi a Genova.
Se si osservano i settori produttivi nel biennio 2017-2018 l’incidenza di infortuni mortali è massima in agricoltura (3,5‰), mentre il settore delle costruzioni (3.4‰), l’industria mineraria (3,3‰) e il settore dei trasporti e magazzinaggio (3,3‰) fanno registrare un rischio di morte più che doppio rispetto alla media generale (1,4‰).

Cartogrammi tumori e incidenti sul lavoro

Le osservazioni della Fondazione studi Consulenti del Lavoro

“Anche se l’attenzione delle imprese sul tema è cresciuta negli ultimi anni, la sicurezza sul lavoro resta una scommessa da vincere al Sud come al Nord” ha dichiarato il presidente della Fondazione studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, commentando gli esiti dell’indagine. “Il taglio del 32% delle tariffe Inail, introdotto dalla legge di bilancio va nella direzione – giusta – di ridurre il cuneo fiscale sulle imprese senza andare a discapito della sicurezza. Ma a questo bisognerebbe aggiungere incentivi e misure che accrescano la prevenzione degli infortuni sul lavoro; ma anche l’ineludibile rivisitazione del Testo Unico con la semplificazione degli oneri burocratici e formali a carico delle piccole e micro aziende, fermo restando le garanzie di sicurezza unite a un adeguato quadro sanzionatorio. Bisogna poi favorire la formazione di figure professionali in grado di assistere le imprese negli adempimenti di legge. L’Ente di previdenza dei Consulenti del Lavoro, in collaborazione con la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, sta portando avanti da tempo corsi specialistici in sicurezza sul lavoro in modo da creare figure professionali specializzate, che possano assistere al meglio le aziende nella gestione degli obblighi normativi”.

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