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Rapporto su economia globale e Italia e Report TrendMarche

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Parola d’ordine per il futuro? Sostenibilità, in base ai due report presentati a Jesi a fine maggio 2019: il rapporto 2018 sull’artigianato e la piccola e media impresa delle Marche e il XXIII Rapporto Einaudi sull’economia globale

Presentati a Jesi i dati di TrendMarche, il rapporto 2018 sull’artigianato e la piccola e media impresa delle Marche durante un convegno arricchito dall’approfondimento “Il mondo cambia pelle? XXIII Rapporto Einaudi sull’economia globale e l’Italia”

Il trend delle Marche

Secondo l’Osservatorio congiunturale di TrendMarche, per le imprese artigiane con meno di 20 addetti della regione, il 2018 coincide con un’accelerazione nel recupero dei livelli del fatturato che crescono del 3,4% rispetto al 2017, per effetto soprattutto del progresso dei ricavi per conto terzi.
Il 2018 registra anche una diminuzione degli investimenti e dei consumi a fronte di un’ulteriore decisa crescita delle spese da retribuzioni. La voce retribuzioni si conferma come quella maggiormente influenzata dalla fase di ripresa dell’attività economica.
Sempre secondo i dati TrendMarche, la ripresa dei ricavi non ha tuttavia ancora condotto ad un recupero dei livelli precedenti la crisi e ciò, nonostante siano trascorsi 10 anni dalla loro caduta. In positivo, si può affermare che la crescita delle retribuzioni documenta il ruolo crescente assunto dal fattore lavoro. Ad esso possono aver contribuito aumenti dei salari unitari per effetto della qualificazione del lavoro e o dell’intensificazione del ricorso al lavoro (tramite straordinari), ma anche aumenti dell’organico.

Per le imprese manifatturiere si parla di evidenti segnali di vitalità, caratterizzati dalla discontinuità degli investimenti ma non dalla loro caduta tendenziale, e dalla sistematica crescita del ruolo del fattore lavoro, in un quadro di metodica ricerca di razionalizzazione dei consumi.
Per le costruzioni, i ricavi sono in ripresa solo dal 2017 (per le manifatture, dal 2013) e gli investimenti non hanno più nemmeno lontanamente raggiunto i valori precedenti la crisi; tuttavia, si registra un deciso aumento delle spese da retribuzioni e i consumi sono calati in maniera più decisa dei ricavi. La dinamica del settore servizi nel 2018 è ancora caratterizzata dalla debolezza degli investimenti e dalla crescita delle spese per retribuzioni, ma la crescita dei ricavi si fa più rapida e i consumi si mantengono stabili.
La crescita dei ricavi del 2018 ha riguardato soprattutto la seconda metà dell’anno.

Economia globale in rallentamento

Il mondo cambia pelle? Si chiedono gli analisti del XXIII Rapporto Einuadi. Sì, cambia pelle.
L’economia globale sta addirittura rallentando – soprattutto in Italia – e le cause non sono solo economiche, ma anche sociali e politiche, interne ed estere. È come se gli effetti collaterali della globalizzazione, mai a sufficienza controllati dai governi – si legge nel Rapporto – si fossero palesati, cumulandosi, negli ultimi anni e, nel 2018, avessero avuto un’accelerazione notevole, con significative “frane” nella politica tradizionale, colpevole di non aver visto i problemi che stavano emergendo e di non aver reso sostenibile il modello di capitalismo che li determinava.

Un futuro sostenibile

Qual è la parola d’ordine per affrontare al meglio il futuro? Sostenibilità. Secondo i dati emersi dall’approfondimento per l’economia globale e per l’Italia, “la sostenibilità rappresenta una «chiave di lettura» sempre più largamente condivisa che si estende dal livello personale al livello planetario. Diventa un «sostituto delle ideologie» nella faticosa ricerca di un sistema di dialogo del futuro.
Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che mira a soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Il concetto di sostenibilità implica, tra l’altro, solidarietà tra generazioni, con un attento sguardo ai sistemi pensionistici sostenibili; solidarietà all’interno delle generazioni, con redditi e salari minimi tesi a ridurre, attraverso meccanismi di redistribuzione, i divari di reddito e di consumi superiori a livelli comunemente ritenuti inaccettabili.
Dalla sostenibilità passiva (ovvero la limitazione o l’annullamento dell’inquinamento e altri danni ambientali) si sta passando alla sostenibilità attiva (la ricostituzione di un ambiente sostenibile) anche con meccanismi di economia circolare, concetto più volte sostenuto nel 2017. Pertanto, occorre proseguire su questa strada che sembra essere l’unica risposta valida alla confusione presente.

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