Diritti Lavoro

Il lavoro femminile in Lombardia

Resi pubblici i dati del rapporto regionale redatto dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro “La crescita del mercato del lavoro in Lombardia” dove emerge che in tale regione siano le donne a trainare il mercato del lavoro

“La rivincita delle donne” l’hanno chiamata gli esperti che si sono occupati di analizzare i dati del report, considerando che in Italia lavora solo il 49% delle donne, contrariamente agli altri Paesi europei. Invece nella sola regione Lombardia l’occupazione femminile aumenta, per quanto con lentezza: dal 2008 al 2018 sono state ben 105.000 le donne occupate in più (un aumento del 5,9%) comunque sempre molto di più rispetto agli uomini (nello stesso periodo l’occupazione maschile è aumentata solo dello 0,9% ovvero di 22.000 unità). Un aumento, quello dell’occupazione femminile, che va di pari passo con quello della Produzione interna lorda (PIL) lombarda, la più alta a livello nazionale.

La Lombardia è la regione che nell’ultimo decennio ha maggiormente stimolato il PIL Italiano che, con 1.753.949 milioni di euro prodotti ai prezzi di mercato nel 2018, ha un incremento dell’1,7% rispetto allo scorso anno. Milano, in particolare, è la città cui si deve la crescita della ricchezza dell’Italia, avendo un aumento molto più sostenuto della media nazionale.

I dati sono emersi dall’indagine dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro “Il lavoro nelle province italiane” presentato al Festival del Lavoro 2019 che si è tenuto negli scorsi giorni al Mi.Co (Milano Congressi).

In base al rapporto, La Lombardia nel 2018 ha superato ampiamente i livelli occupazionali del 2008, con un aumento degli occupati di 127 mila unità ed è sempre Milano a contribuire all’innalzamento del tasso occupazionale (71,7% nel 2018), tra i più elevati tra i 13 grandi comuni lombardi e al terzo posto a livello nazionale dopo il 74,3% di Bologna e il 72% di Firenze.

Ma il dato più significativo è che a contribuire a questa crescita sono soprattutto le donne. Nel periodo 2008-2018 la crisi ha determinato la flessione dell’occupazione femminile solo fino al 2011, ma questa è ripartita negli anni successivi a causa della necessità delle donne di entrare nel mercato del lavoro proprio per attenuare gli effetti della diminuzione del reddito familiare. L’occupazione maschile invece ha ripreso a crescere solo dal 2015.

Non cantiamo vittoria però troppo presto, dal momento che c’è ancora molta strada da fare: pur restando superiore di 16 punti percentuali a quello maschile e riducendosi di circa 4 punti percentuali (dal 39,9% del 2008 al 35,8% nel 2018) il gap di genere resta. Il tasso di inattività femminile si è ridotto, sì, e risulta i questa regione dell’8% inferiore alla media nazionale (43,8%) e di oltre 22 punti percentuali a quella delle regioni del Mezzogiorno (58,4%) ma ancora permane.

Il lavoro femminile lombardo nel dettaglio

A crescere in Lombardia è prevalentemente l’occupazione a tempo determinato (+40,5% rispetto a +4,8% di contratti a tempo indeterminato) e quella nelle fasce più mature della popolazione, causata dall’invecchiamento e dalle riforme che hanno man mano innalzato l’età pensionistica.

Nel mondo dell’istruzione le donne (ma questo è un dato ormai consolidato in tutta Italia) le donne rappresentano la maggioranza degli occupati.

Sono in diminuzione le lavoratrici con la sola licenza elementare (-55,3%; -48,8% gli uomini) mentre sono in significativo aumento le laureate (+53,1%; +33,2% gli uomini).

Guardando ai settori produttivi, la variazione occupazionale positiva è spinta dai servizi (+10,7%, pari a +289 mila lavoratori). Oltre la metà delle donne occupate lavorano proprio in questo settore (+13,1%, +184 mila unità), mentre alla flessione degli occupati nell’industria contribuiscono maggiormente gli uomini, dal momento che rappresentano il 76% del totale, e soprattutto la crisi del comparto delle costruzioni (-89 mila occupati).

Il commento della presidente Marina Calderone

 “Oggi in Italia lavora solo il 49% delle donne. La media nei Paesi europei è del 61,2%” ha sottolineato la presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone. “Se il nostro Paese raggiungesse i valori europei, non solo avremmo 2 milioni di donne in più al lavoro, ma riscontreremmo effetti positivi anche sul PIL con un aumento di oltre un punto e mezzo rispetto a quello attuale. I risultati positivi della Regione Lombardia, che emergono dal rapporto dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, ci lasciano ben sperare e ci spingono sempre più a sottolineare che il lavoro femminile è un valore per l’economia”.

 

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