Diritti Lavoro

Progetto Respect contro le differenze di genere, anche nello sport

18 milioni di donne praticano sport ma non riescono a scalare posizioni all’interno delle Federazioni sportive. Avviato il progetto Respect, campagna di sensibilizzazione del Censis e del Dipartimento delle Pari opportunità, nel cui ambito è stata condotta un’indagine per analizzare il mondo sportivo femminile

Il gender gap c’è anche nello sport ed è cosa risaputa, le donne anche in questo settore guadagnano meno degli uomini, non riescono a fare avanzamenti di carriera, addirittura non possono essere assicurate e non possono essere “inquadrate” come professioniste in un team. Due pesi e due misure insomma nello sport italiano dove da una parte ci sono i superpagati professionisti uomini e dall’altra le donne, che ufficialmente possono praticare lo sport solo a livello amatoriale, anche se in realtà lo praticano per professione.

Si tratta di ben 18 milioni di donne pari al 60% di tutte le donne e al 48% di tutti gli sportivi ma sono costrette a ritirarsi prima dei coetanei maschi e non riescono a scalare posizioni all’interno delle Federazioni sportive. Nell’ambito del progetto “Respect-Stop Violence Against Women”, realizzato dal Censis con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è condotta anche un’indagine per capire cosa accade nel mondo sportivo femminile.

I risultati dell’indagine sullo sport femminile

Le donne che praticano lo sport in modo continuativo sono oltre 6,5 milioni (cresciute del 25,5% dal 2008) mentre sono 18 milioni quelle che lo praticano in modo discontinuo. Il divario di genere inizia già da questa scelta (spesso imposta dalle circostanze): il 56,8% delle femmine di età compresa tra 11 e 14 anni e il 65,9% dei maschi della stessa età praticano un’attività sportiva in modo continuativo ma con il passare del tempo il divario di genere aumenta: tra i 15 e i 17 anni la quota scende al 42,6% tra le femmine e al 58,4% tra i maschi, a 18 anni si dedica con continuità a uno sport il 31,9% delle ragazze e il 47,4% dei ragazzi. Perché?

Innanzitutto si sappia che non ci sono “quote rosa” nei ruoli apicali: dei 4.708.741 atleti tesserati alle diverse Federazioni sportive, le donne sono solo il 28% e tra gli operatori sportivi sono ancora meno: il 19,8% degli allenatori, il 15,4% dei dirigenti di società e soltanto il 12,4% dei dirigenti di Federazione.

Come si sa, lo sport che in Italia conta il numero maggiore di tesserati è il calcio, con 1.056.824 atleti, ma solo il 2% di questi è donna. Poche, anche se in crescita: nel 2018 le donne tesserate sono state 23.903, vent’anni fa erano circa 8.000. Le buone prestazioni della nostra nazionale femminile ai mondiali di calcio – spiegano gli analisti del Censis – potrebbero far alzare le quotazioni del calcio femminile, oggi ancora declinato quasi esclusivamente al maschile.

E qual è lo sport più praticato dalle donne? La pallavolo, al primo posto per tesseramento femminile (77%). A seguire il tennis (con il 33% di tesserate) e la ginnastica.

Giovani che non conoscono le donne… sportive

Di 1.027 giovani sportivi di età compresa tra 15 e 30 anni la maggioranza non ha saputo indicare il nome di una campionessa. Anche questo la dice lunga sul mondo sportivo femminile: il 27,7% del panel intervistato dal Censis non conosceva alcuna sportiva. Tra quelle conosciute, la più nominata è stata la nuotatrice Federica Pellegrini, seguita dalla tennista Serena Williams e dalla campionessa paraolimpica di scherma Bebe Vio. Al quarto posto, ma sul podio delle italiane, la tuffatrice Tania Cagnotto. Tra le sportive indicate c’è anche la calciatrice Barbara Bonsea. Da sottolineare che si tratta delle sportive più riprese in televisione e che sono state sotto i riflettori dei media anche per altri motivi (dalla pubblicità alle campagne sociali per esempio).

Il progetto Respect

Il progetto Respect-Stop Violence Against Women è realizzato dal Censis con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e si propone di “stimolare una riflessione collettiva sul valore sociale della donna per promuovere un cambiamento nei comportamenti che sono alla radice della discriminazione e della violenza di genere”.

A partire dal mese di maggio è stata avviata una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani su Facebook, Instagram e Twitter (all’indirizzo CensisRespect) e sono stati allestiti stand in 20 eventi-impianti sportivi di Roma per consegnare materiale informativo a oltre 2.000 giovani. A gestire gli stand, i giovani “agenti del cambiamento” reclutati e formati dal Censis per trasmettere un messaggio positivo contro la discriminazione di genere nella vita e nello sport.

Il progetto Respect si concluderà nel mese di novembre con l’apertura della mostra fotografica “Un mondo senza donne” nei locali del III Municipio di Roma.

 

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