Approvata la Legge regionale che vieta la plastica usa e getta nelle spiagge, nei parchi e durante le manifestazioni pubbliche. Ogni Comune dovrà emanare un’ordinanza in merito per realizzare il piano Toscana plastic free

A partire da questa estate la Toscana inizierà il proprio percorso di liberazione da bicchieri, piatti, bottiglie e bottigliette in plastica. Il metodo “usa e getta” in voga negli ultimi decenni finalmente, almeno in questa regione, dovrà forzatamente perdere piede. Lo stabilisce una Legge approvata dal Consiglio regionale toscano su proposta dell’assessore alla presidenza Vittorio Bugli il quale afferma: “lo avevamo detto e lo abbiamo fatto, in tempi molto rapidi. Solo due settimane fa abbiamo sottoscritto il protocollo di intesa con Anci, le maggiori associazioni di categoria e il sindacato di base ‘Donne di mare’, anticipando così la direttiva europea che dal 2021 mette fuorilegge le stoviglie in plastica, un modo per ridurre i rifiuti in generale e in mare in particolare”.

Così nei locali con accesso sul mare, nei bar e ristoranti degli stabilimenti, posate, piatti, cannucce, contenitori per alimenti, mescolatori per bevande, tazze e bicchieri dovranno essere di materiale compostabile. Per ora questi materiali sono più costosi ma nel tempo, come sempre accade in questi casi, i prezzi dovrebbero abbassarsi per via della concorrenza. Si trovano già da anni in commercio quelli derivati dal mais ma finora hanno avuto uno scarso mercato proprio per via dei prezzi più alti rispetto alla plastica. Ma quando saranno in molti a richiederli, e sul mercato si affacceranno altre imprese, implementando economie di scala i prezzi potranno calare.

La legge, intitolata “Misure per la riduzione dell’incidenza della plastica sull’ambiente”, vieta di utilizzare contenitori, mescolatori per bevande, aste a sostegno di palloncini, cannucce e stoviglie, quali posate, forchette, coltelli, cucchiai, bacchette e piatti, in plastica monouso anche nelle fiere e negli eventi organizzati o finanziati (pure se solo parzialmente) da Regione, enti locali, enti e aziende soggette alla vigilanza degli stessi. Infine anche i parchi e le aree protette dovranno essere liberi dalle plastiche monouso.

La stessa legge consente ai Comuni, anche con il sostegno di Anci, di determinare in autonomia come far rispettare il divieto, a partire dalla modifica e dall’integrazione dei propri atti (regolamenti, delibera o ordinanze). Nelle spiagge libere, invece, verranno dotate di contenitori per la differenziata e di cartellonistica adeguata. A vigilare sul rispetto delle nuove regole saranno gli agenti di polizia municipale dei singoli Comuni.

“Mi piace sottolineare come nella costruzione di una Toscana di qualità sempre maggiore” ha concluso l’assessore Bugli, “siano state proprio le aziende balneari che ho incontrato in questi mesi ad affermare di non potersi più permettere la vendita di un prodotto scadente come la plastica monouso. Per questo motivo sono convinto che presto arriveranno altri risultati importanti per abbattere l’inquinamento da plastica nei nostri territori”.

Una legge regionale di cui c’era bisogno, come ce n’è nelle restanti regioni italiane, dal momento che ogni anno vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastiche di cui almeno 8 milioni finiscono nei mari portati dai fiumi o trascinati alla largo dalla risacca sulla spiaggia; ad almeno 250 miliardi ammonterebbero nel solo Mediterraneo le microplastiche, ovvero quei micro frammenti tanto pericolosi che finiscono nello stomaco dei pesci di cui ci cibiamo e quindi nella catena alimentare fin sulle nostre tavole. Ricordiamo che la Toscana aveva già fatto da apripista per la raccolta dei rifiuti in mare l’anno scorso con il progetto “Arcipelago Pulito”, una collaborazione tra Ministero dell’Ambiente, Legambiente, Unicoop, varie associazioni e organizzazioni di pescatori i quali potevano portare a riva, senza esserne più responsabili, i rifiuti tirati su con le reti. Una buona pratica di cui abbiamo parlato nella trasmissione televisiva “BlueRoad” andata in onda su varie reti televisive italiane lo scorso anno. Tale pratica è stata poi presa a modello dal Parlamento europeo e dal Governo con il Disegno di Legge “Salva mare”.

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