Diritti Lavoro

Il lavoro dei disabili in Italia

Il lavoro dei disabili in Italia

Il mercato del lavoro delle persone con disabilità. 360.000 occupati e ancora 145.000 posti vacanti. Il Report della Fondazione studi Consulenti del lavoro pubblicato il 3 dicembre 2019

Il sistema del collocamento mirato, introdotto 20 anni fa dalla L. 68/1999 oggi non è più in grado di impedire il confinamento delle persone con disabilità ai margini del mercato lavorativo: occorre un nuovo strumento integrativo. Dal report “L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia” presentato il 3 dicembre dalla Fondazione studi Consulenti del lavoro in occasione della Giornata internazionale delle Persone con disabilità, è emerso uno spaccato di questa realtà, che nel 2018 poteva contare quasi su 360mila lavoratori, per la maggior parte uomini (58,7% contro il 41,3% delle donne) e concentrati al Nord d’Italia, con la regione Lombardia che da sola occupa il 21,5% del totale. Un universo in cui il 53,7% degli occupati ha più di 50 anni, il 93,7% ha un contratto a tempo indeterminato ma ad alta incidenza di part time, soprattutto negli “under 30” (49,3%).

La ricerca è stata condotta sui dati delle dichiarazioni PID (Prospetto informativo disabili) resi per la prima volta disponibili. Le dichiarazioni PID devono essere inviate dalle aziende con più di 14 dipendenti e il dato che sorprende è l’alto numero di posti vacanti, che evidenzia anche una forte sproporzione tra domanda e offerta di lavoro.

Le aziende hanno dichiarato 360.000 persone con disabilità occupate, ma hanno anche dichiarato la propria disponibilità ad assumerne altre 145.000. Il numero degli iscritti alle liste di collocamento ammonterebbe a 775mila unità e sarebbe in aumento “per le difficoltà riscontrate nel promuovere inserimenti stabili”.
Negli ultimi anni, complice la crisi economica, il sistema si è dimostrato sempre più in affanno e incapace di dare risposta ad un’offerta di lavoro che solo nel 30% dei casi riesce a collocarsi.

L’audizione Istat sulla Legge di Bilancio 2020

Un’altra conferma giunge dall’audizione dell’Istat sulla legge di Bilancio 2020, durante la quale è emerso che i più penalizzati sono i giovani e i giovanissimi con disabilità: nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni il 31,2% è in cerca di occupazione, quasi il doppio rispetto al 16,8% della fascia dei 45-64enni.
Nel 2015, a fronte di quasi 92mila persone iscritte per la prima volta nelle liste di collocamento mirato, gli avviamenti al lavoro sono stati 27.468, vale a dire il 29,9%.
L’Istituto di statistica ha precisato che su 100 persone di 15-64 anni che, pur avendo limitazioni funzionali motorie o disturbi intellettivi, sono comunque abili al lavoro, solo il 35,8% è occupato. Il restante 20% è in cerca di occupazione e il 43,5% risulta inattivo.

differenze occupazionali tra abili e disabiliDonne e giovani i più penalizzati

Se si esclude il 12,6% della popolazione inabile al lavoro che è “forzosamente” portata all’inattività, fatte 100 le persone tra i 15 e 64 anni che presentano delle limitazioni nelle funzioni motorie, sensoriali e essenziali di vita, malattie croniche gravi, insufficienze intellettive o disturbi del comportamento, ma tali da non pregiudicare l’abilità al lavoro, solo 35,8 sono occupate, contro una media della popolazione “senza limitazioni” del 57,8%. E se 20,7 sono alla ricerca di un impiego (contro una media del 14,8% delle persone senza limitazioni), vi è una quota estremamente elevata, il 43,5% (contro il 27,5%) che invece non lavora, perché pensionata, casalinga, oppure perché ha rinunciato a ricercare un’occupazione date le difficoltà enormi a trovarne una. Volendo fare un rapporto semplice, se mediamente tra le persone senza disabilità ogni 10 che lavorano ve ne sono 2,5 che cercano un’occupazione, tra le persone con limitazioni funzionali il rapporto è più che doppio, arrivando a 5,7 ogni 10 occupate.
Le donne sono in assoluto il segmento più penalizzato e scoraggiato: solo il 29,4% (contro il 43,3% degli uomini) lavora, il 16,6% (contro il 25,1% cerca un’occupazione) mentre il 53,9% si colloca nell’inattività (tra gli uomini la percentuale è del 31,6%).
Anche la condizione dei più giovani risulta particolarmente critica, soprattutto per la difficoltà a trovare un’occupazione. Se nella fascia d’età 15-24 anni prevale l’impegno per motivi di studio e le forze lavoro sono equamente distribuite tra occupati (17%) e persone in cerca di occupazione (17,8%), nella fascia d’età 25-44 anni, a fronte del 43,7% di occupati, vi è un 31,2% che cerca lavoro ma non riesce a trovarlo.

TABELLA 1 occupazione disabili donne

I commenti del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro

“Vi è necessità di riequilibrare il versante delle politiche attive” ha dichiarato la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro Marina Calderone “con interventi che potenzino l’incrocio tra domanda e offerta, ma prima ancora l’occupabilità delle persone con disabilità e, quindi, la loro formazione. Serve per le aziende un percorso di accompagnamento e assistenza per definire un piano condiviso di inserimento dei lavoratori con disabilità. Tra i protagonisti del mondo del lavoro deve crescere la sensibilità su questo tema con un vero e proprio salto culturale. Una crescita che i Consulenti del Lavoro si pongono come obiettivo immediato, affiancando imprese e istituzioni nel creare questo circuito virtuoso”.

Dai dati emerge che nell’ultimo decennio circa il 10% degli avviamenti al lavoro tramite collocamento mirato è avvenuto in aziende al di sotto dei 15 dipendenti, non sottoposte quindi all’obbligo di riserva. “Si tratta di una domanda spontanea e consapevole che potrebbe essere ulteriormente ampliata se supportata da meccanismi incentivanti o premiali” ha concluso Calderone.

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