Imprenditoria Made in Italy

Etichette nutrizionali italiane. Presentata la NutrInform Battery

Presentata alla Commissione europea dal Governo italiano una proposta per tutelare il Made in Italy dell’intera filiera agroalimentare italiana. No al semaforo francese: ecco le etichette nutrizionali italiane

 

Si chiama NutrInform Battery ed è il metodo made in Italy per tutelare la filiera agroalimentare italiana per contrastare gli effetti deleteri che avrebbe sul nostro settore agroalimentare l’applicazione del sistema di etichettatura a semaforo Nutri-Score inventato in Francia.

Batteria contro semaforo dunque, o NutInform contro Nutri-Score. perché un sistema di punteggio basato solo sui 3 colori (rosso, giallo e verde) che individuano esclusivamente il numero di calorie è semplicistico e anche anti-salutistico se così si può dire, dal momento che non è sufficiente il numero di calorie contenute a dare un’indicazione nutrizionale esatta.

Basta insomma con queste “diete a punti” (score significa punteggio) e iniziamo a comprendere meglio il fabbisogno nutrizionale concreto. Il Decreto interministeriale presentato alla Commissione Europea dai Ministeri dello Sviluppo economico, della Salute e delle Politiche agricole, alimentari e forestali, stabilisce la forma di presentazione e le condizioni di utilizzo del logo nutrizionale facoltativo complementare alla dichiarazione nutrizionale in applicazione dell’articolo 35 del regolamento (UE) 1169/2011.

Frutto di un lavoro sinergico portato avanti, insieme a tutta la filiera agroalimentare, per tutelare i prodotti del Made in Italy, il Decreto intende proporre come metodo alternativo a quello francese, l’etichetta basata su un simbolo a batteria, che indica al consumatore l’apporto nutrizionale dell’alimento in rapporto al suo fabbisogno giornaliero e al corretto stile alimentare, evidenziando la percentuale di calorie, grassi, zuccheri e sale per singola porzione rispetto alla quantità raccomandata dall’Unione europea.

Il sistema Nutri-Score utilizza invece i colori del semaforo per esprimere un giudizio sui prodotti agroalimentari, attraverso un algoritmo di misurazione che, basato su 100 gr, li classifica dalla A alla E, in contrapposizione ai principi della dieta mediterranea, che invece si basa su un consumo bilanciato di tutti gli alimenti e che è riconosciuta in tutto il mondo come la miglior dieta esistente per la salute umana.

Se la Commissione europea darà l’ok, i produttori e i distributori del settore alimentare potranno adottare volontariamente il nuovo sistema di etichettatura ‘a batteria’.

Con il nostro sistema di etichettatura nutrizionale verrebbe fornita al consumatore un’informazione chiara e sintetica sulla presenza di alcuni nutrienti negli alimenti, utile a collocarli all’interno di una dieta varia e bilanciata, quale quella mediterranea. Inoltre, applicando questo sistema, tutta la filiera agroalimentare italiana sarà valorizzata e tutelata.

Per questa ragione la Ministra Bellanova (MIPAAF) si dichiara soddisfatta del lavoro congiunto con i Ministri Patuanelli e Speranza per dotare il nostro Paese di un sistema volontario di informazioni al consumatore attraverso il modello a ‘batteria’. “Una forma di etichettatura che traduce visivamente la tabella nutrizionale e che prende in considerazione la porzione e il fabbisogno energetico. È la nostra alternativa al Nutriscore, ma è di gran lunga migliore. Non è penalizzante, non dà patenti di buono o cattivo. Informa”.

Oltre a ciò la Ministra Bellanova si dichiara soddisfatta dell’attenzione prestata ai prodotti a indicazione geografica, con la loro esclusione dal campo di applicazione: “è un punto fondamentale: chiediamo che in Europa si escludano queste produzioni da tutti i sistemi volontari. Dobbiamo far conoscere di più e meglio il marchio DOP, IGP e STG al consumatore che ancora troppo spesso non riconosce in quel segno grafico la garanzia di qualità Ue. E daremo battaglia a Bruxelles su un punto: queste norme sono volontarie. Chiediamo alla Commissione Ue di vigilare attentamente perché alcune catene della grande distribuzione pretendono l’etichettatura con il Nutri-score minacciando o attuando ritorsioni commerciali. È inaccettabile. Sarebbe la fine del mercato unico, uno smacco per i consumatori. Non può essere la Gdo a dettare legge al posto della Commissione o degli Stati”.

Infine i Ministeri italiani chiedono anche agli Stati membri, in particolare alla Francia, di attivarsi per mettere fine al reiterarsi di questa pratica sleale, che viola anche la nuova direttiva europea in materia. “Noi vogliamo rispetto e trasparenza assoluta” continua Bellanova. “Il Nutri-score non la garantisce, l’origine delle materie prime in etichetta invece sì. L’Europa faccia un passo in avanti su questo, l’Italia è pronta”.

I contenuti del Decreto sulle etichette nutrizionali italiane

Il progetto di decreto è stato presentato il 27 gennaio 2020 per raccomandare agli operatori del settore alimentare l’utilizzo di una forma di espressione complementare della dichiarazione nutrizionale. Gli operatori sono lasciati liberi di impegnarsi volontariamente sulla strada dell’apposizione di tale forma raccomandata. Tale forma sarà un logo denominato NutrInform Battery. Il progetto di decreto descrive i principi generali che le imprese dovranno rispettare nella realizzazione delle etichette.

La Commissione, attraverso l’articolo 35 del regolamento (UE) n. 1169/2011, consente infatti agli Stati membri di adottare forme di espressione in etichetta atte a facilitare la comprensione delle caratteristiche nutrizionali di un alimento. Inoltre, nello stesso Regolamento, si conferma che le informazioni nutrizionali fungono da supporto e non si sostituiscono a specifiche azioni dietetiche nell’ambito di politiche sanitarie pubbliche e che le forme supplementari di espressione non si sostituiscono pertanto alla dichiarazione nutrizionale ma aiutano a comprendere meglio le sue informazioni.

La finalità delle forme supplementari di etichettatura nutrizionale dell’art. 35 è quindi quella di agevolare l’informazione sui livelli di assunzione di tali nutrienti e non di combinare la diversa composizione degli stessi per formulare una graduatoria degli alimenti. Lo scopo delle forme supplementari dell’etichettatura nutrizionale è unicamente quello di essere un mezzo informativo, che in quanto tale ha già una valenza educativa ed evita quindi che il consumatore faccia scelte troppo generalizzate sostituendo ed annullando l’efficacia di specifiche politiche di educazione nutrizionale.

Il sistema individuato coerentemente con il Regolamento europeo, si affianca agli orientamenti suggeriti dall’High Level Group on Nutrition and Physical Activity presso la Commissione europea. Tra i vari sistemi volontari presenti a livello internazionale l’unico che appare rispondere a questi criteri è quello delle icone RI (Reference Intakes) sviluppate dall’Industria europea sin dal 2005, che informano senza prescrivere, così stimolando la crescita culturale del consumatore attraverso una forma grafica semplice.

L’Italia, utilizzando come base scientifica le RI ha ipotizzato una sorta di evoluzione delle attuali icone AR (ex GDA) attraverso lo sviluppo di una forma grafica che sia di più facile comprensione per il consumatore e che gli consenta quindi di comprendere immediatamente quanto la porzione dell’alimento che si andrà a consumare contribuisca al suo fabbisogno di energia e degli altri nutrienti su cui deve essere posta una particolare attenzione (grassi, grassi saturi, zuccheri e sale).

La sperimentazione italiana è partita già nel 2018 svolgendo un’indagine su un campione di 1.500 consumatori intervistati on line, mentre nel 2019 è stata avviata una ulteriore indagine della durata di un mese, sulla base di un Protocollo metodologico elaborato dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e dall’Istituto Superiore di Sanità su un Panel di 300 consumatori divisi in tre gruppi, con compilazione del Nutrition Knowledge Questionnaire.

I risultati delle indagini hanno evidenziato che i consumatori sono interessati a un sistema di etichettatura che informi ed educhi. E ciò a prescindere dalla classe sociale di appartenenza.

Il confronto tra i due sistemi, italiano e francese, ha permesso poi di rilevare che quello a batteria aumenta le conoscenze nutrizionali del campione di studio. I risultati della sperimentazione portano a concludere che un’etichetta che “informa” è più accettata dal consumatore il quale, basandosi su di essa, potrà fare delle scelte che terranno conto delle proprie reali caratteristiche fisiche adattando il consumo degli alimenti presenti nel paniere della propria dieta che – ricordiamo – deve essere personalizzata.

I prodotti Dop, Igp e Stg

Il sistema volontario si prevede non debba essere adottato dai prodotti DOP, IGP e STG in quanto tali regimi di qualità, promossi con il regolamento UE n. 1151/2012, sono riconosciuti dal consumatore grazie al marchio di qualità ivi apposto. L’apposizione di un logo di natura nutrizionale, seppure facoltativo, a fianco al marchio di qualità dei prodotti DOP, IGP e STG farebbe perdere agli stessi la loro distintività agli occhi dei consumatori.

Tenendo conto di queste considerazioni, è stato ritenuto opportuno raccomandare il logo all’intera filiera agroalimentare in quanto il sistema individuato non crea ostacoli alla libera circolazione delle merci né pregiudica la concorrenza tra gli operatori, essendo obiettivo e non discriminatorio.

Come si legge nelle conclusioni della proposta inviata alla Commissione Europea, l’Italia auspica che, “nel rispetto del principio del mutuo riconoscimento, per quanto riguarda i Paesi nei quali sono già in uso forme di espressione e presentazione supplementari di etichettatura nutrizionale, i servizi della Commissione possano monitorare i distributori affinché non obblighino ad utilizzare il sistema già in uso nel Paese di destinazione”.

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