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Industria 4.0 settore pelle e calzature

Nell’auditorium di Assoconciatori è stata presentata la ricerca che analizza l’impatto delle tecnologie Industria 4.0 nei processi produttivi delle filiere toscane del settore

 

I processi produttivi delle filiere toscane della concia e della pelle, della pelletteria e delle calzature si sono modificati a seguito dell’assunzione di tecnologie innovative proprie dell’economia circolare? Per rispondere a tale quesito un gruppo di ricerca interdipartimentale delle Università di Firenze, Pisa e Siena ha svolto, tra novembre 2018 e novembre 2019, un’indagine su un campione di 80 aziende del settore con questionari, focus group e interviste ad imprese e associazioni di categoria. I risultati dell’indagine sono stati presentati il 21 gennaio 2020 presso l’Auditorium Assoconciatori a Santa Croce Sull’Arno (PI).

Hanno aperto i lavori Giulia Deidda, Sindaco del Comune di Santa Croce sull’Arno e Presidente di Po.te.co. (il Polo Tecnologico Conciario costituito dalla imprenditoria conciaria, calzaturiera e contoterzista e dagli enti pubblici che rappresentano il Comprensorio del Cuoio e la Provincia di Pisa che opera dal 2002 nell’ambito della ricerca, formazione, innovazione e trasferimento tecnologico) e Graziano Balducci, presidente di SSIP (la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti), alla presenza dell’assessore regionale alle Attività Produttive Stefano Ciuoffo.

I risultati della ricerca

Dai risultati della ricerca si evince che il sistema industriale toscano si muove “a macchia di leopardo” (alcune aziende sono più attrezzate a fronteggiare la sfida della nuova rivoluzione tecnologica) e con lentezza in alcuni ambiti. Per esempio, a fronte di alcuni investimenti “puntuali” in macchinari e nuove tecnologie digitali, permangono dei preconcetti su alcune componenti dell’organizzazione aziendale, come nella mancata assunzione di figure specialistiche o nella mancanza di attività formative associate a processi di job rotation. Si tratta di ritardi culturali comuni ad altri settori dell’economia toscana, che non permettono di individuare quali siano le competenze critiche nel nuovo scenario competitivo.

Ancora poca Ricerca e Sviluppo in un’ottica Industria 4.0

Solo 1 impresa su 5 tra quelle intervistate ha attivato collaborazioni con centri di ricerca.

Il valore medio di maturità tecnologica 4.0 delle aziende intervistate è pari a 2,46 (su una scala che va da 1 a 6), posizionandole ad uno stadio Beginner (principiante) quando l’azienda ha cambiato orientamento strategico e sta sviluppando una strategia di Industria 4.0, e Intermediate quando l’azienda ha formulato una sua strategia su Industria 4.0.

Pelletteria e meccanica presentano i valori medi più elevati, rispettivamente 2,63 e 2,57, calzature e concia quelli più bassi, 2,38 e 2,15.

La linea di tendenza è però da considerarsi positiva, tenuto conto anche delle particolarità di alcune componenti della filiera, in cui la componente della lavorazione manuale ed artigianale è predominante rispetto ad una componente meccanica.

Verso la digitalizzazione

Un percorso avviato verso il passaggio al digitale per sostenere il continuo miglioramento competitivo che questo comparto è in grado di mettere in campo ma con tanta strada ancora da fare. Lo dimostrano le adozioni di soluzioni ICT (Information and Communication technology) a supporto dei principali processi di business: il risultato medio è 2.86, un punteggio tecnologico che dimostra come la maggior parte delle aziende faccia ancora affidamento sugli strumenti cartacei o tradizionali (Excel, email, supporti cartacei) piuttosto che sui software specifici per le varie funzioni.

Vi è da considerare comunque – spiegano gli analisti – che lo stato di maturità delle tecnologie 4.0 può essere influenzato principalmente dalle caratteristiche della produzione e in particolare dalla presenza di elevati volumi produttivi, anche in presenza di alta varietà di articoli. Non sempre infatti si registrano situazioni che spingono le singole aziende a muoversi verso l’automazione industriale integrando alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti.

Competenze maturate nelle PMI

Competenze maturate all’interno delle PMI utili in un’ottica di industria 4.0 sono quelle che ne possono influenzare il livello di maturità, ma solo 1 impresa su 5 ritiene che le proprie attività possano essere automatizzate e oltre il 35% degli imprenditori ritiene di svolgere attività di natura prettamente artigiana.

Buona parte dei lavoratori non sembra essere cosciente del mutamento di paradigma in atto o, quantomeno, non sembra ancora in grado di rispondere in maniera adeguata: nel 36% dei casi gli operai si limitano a eseguire decisioni prese da altri, nel 25% prendono decisioni basate esclusivamente su loro osservazioni personali. Solamente in 1 su 5 gli operai si avvalgono della conoscenza appresa attraverso i dati collezionati nella catena produttiva, uno dei cardini del sistema Industria 4.0.

L’uso dei dati a supporto delle decisioni manageriali appare più diffuso a livello strategico: oltre il 40% delle imprese afferma di prendere decisioni sulla base di analisi quantitativa di dati registrati internamente, mentre quasi il 34% si affida alla valutazione di dati non registrati e il 17,5% a una valutazione del contesto non basata su dati. Anche a livello di top management l’approccio data-driven è quindi poco diffuso (in meno della metà delle imprese intervistate). Ciò – spiegano i ricercatori – potrebbe essere legato a un approccio decisionale di tipo tradizionale, basato più sull’intuito e sull’esperienza dell’imprenditore, ma potrebbe anche essere dovuto alla mancanza di competenze nell’analisi dei dati di natura strategica.

Intervento dell’assessore alle Attività produttive

“Questo settore” ha affermato l’assessore regionale alle Attività Produttive Stefano Ciuoffo durante la presentazione della ricerca “è una delle locomotive dell’economia toscana che per molti aspetti è stato precursore di modelli e soluzioni invidiati in tutto il mondo che ne fatto un distretto capace di competere a livello internazionale senza temere rivali. La capacità di produrre, organizzarsi e trovare soluzioni a quelle che di volta in volta venivano a essere considerate barriere da superare dimostra la capacità e la duttilità di questo territorio che con i suoi imprenditori ha saputo dare, ad esempio, una risposta alle richieste di sostenibilità ambientale. Antesignano e auto didatta, questo settore in Toscana ha saputo dotarsi di centri di ricerca e strutture per migliorarsi sempre di più senza aspettare che le novità li cogliessero impreparati. La ricerca presentata oggi ci fotografa un tessuto produttivo non ancora proiettato alle opportunità che le innovazioni tecnologiche stanno portando nell’industria. C’è quindi una potenzialità enorme per questo distretto che una volta imboccata in maniera omogenea la strada della riconversione al ‘paradigma i4.0’ saprà coglierne i benefici all’ennesima potenza. Ci sono tutte le competenze e l’esperienza per adattare in questo campo le modalità di innovazione di prodotto o del processo produttivo che renderanno ancora più forte questo comparto economico regionale”.

Le soluzioni individuate

La crescita delle competenze può essere favorita dall’adozione di alcune pratiche manageriali come la job rotation e la condivisione del know-how.

Mentre la condivisione del know-how, soprattutto tra operai che lavorano in reparti diversi, rappresenta una pratica diffusa in oltre il 60% delle imprese, la job rotation è applicata in maniera continua in meno del 50% delle imprese. Poco più del 25% delle imprese pratica raramente la job rotation a causa principalmente della mancanza di investimenti nella formazione adeguata dei dipendenti. Le imprese sembrano concentrare i loro investimenti in formazione verso i profili professionali di natura più impiantistica, che verso profili legati a Industria 4.0.

La presentazione del rapporto è stata curata da Lorenzo Zanni ed Elena Casprini dell’Università di Siena per gli aspetti generali e i modelli di business, mentre gli approfondimenti settoriali per la Concia sono stati curati da Franco Failli e Gionata Carmignani dell’Università di Pisa, gli approfondimenti per le Calzature da Gianluca Murgia dell’Università di Siena e quelli relativi alla Pelletteria e alla Meccanica di supporto da Rinaldo Rinaldi dell’Università di Firenze.

Sono intervenuti alla presentazione anche Simona Vezzi di ASSA (Associazione Lavoratori Conto Terzi), Michele Matteoli del Consorzio Conciatori di Ponte Egola, Luca Papini Direttore di Toscana Manifatture, Aldo Gliozzi dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno e Edoardo Imperiale della SSIP (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti).

 

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