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Pirateria editoriale, allarme di AIE e FIEG

Un allarme culturale ed economico che viene lanciato da AIE e FIEG: la pirateria editoriale costa ben 528 milioni di euro e si riflette negativamente anche sui lavoratori

 

Per la prima volta la società Ipsos, specializzata in analisi di mercato, ha condotto un’indagine per indicare quali e quanti danni può provocare la pirateria editoriale libraria italiana nel suo complesso (editoria di varia natura, editoria universitaria, editoria professionale) che, per la vastità del fenomeno, causa ricadute estremamente negative sull’intera economia italiana.

Principali danni economici ed occupazionali  

Seguendo le stime elaborate dalla ricerca demoscopica, la pirateria editoriale libraria in Italia produce ogni anno un danno economico in termini di mancati ricavi intorno ai 528 milioni di euro, pari al 23% del valore di mercato (escludendo l’editoria scolastica e le export). Ogni anno il mancato gettito genera al Paese una perdita di 1,3 miliardi di euro di cui 216 milioni per mancati introiti dal fisco, 324 milioni di danni provocati all’editoria di varia natura che causa 29 milioni di copie in meno vendute, 105 milioni di euro provocati all’editoria universitaria per 4 milioni di copie in meno vendute. A questi valori si aggiungono 99 milioni di euro per i danni provocati all’editoria professionale e banche dati pari a 2,9 milioni di copie in meno vendute, il che equivale in termini occupazionali ad una perdita pari a 8.800 posti di lavoro, di cui 3.600 nella filiera del libro.

La presentazione dello studio

L’inedito studio commissionato dall’Associazione italiana editori (AIE) e dalla Federazione italiana editori (FIEG) è stato presentato dal presidente di Ipsos Italia, Nando Pagnoncelli, durante il convegno “La pirateria nel mondo del libro. Danni e indispensabile contrasto” il 22 gennaio a Roma al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Con lui a presentare la ricerca: Ricardo Franco Levi, presidente dell’AIE e Andrea Riffeser Monti, presidente della FIEG.

Sono intervenuti al dibattito il presidente di Confindustria Cultura Italia, Innocenzo Cipolletta, il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, e il comandante del nucleo speciale beni e servizi – Guardia di Finanza, Renzo Nisi.

I commenti conclusivi sono stati di Andrea Martella, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria.

Chi sono i pirati

Nel nostro Paese ogni giorno si compiono circa 300 mila atti di pirateria ai danni del mondo del libro, 107 milioni in un anno. Un italiano su tre sopra i 15 anni (36%) ha compiuto almeno un atto di pirateria in campo editoriale nell’ultimo anno e un italiano su quattro ha scaricato gratuitamente da internet almeno una volta un e-book o un audiolibro in maniera illegale. Ma il picco della pirateria ogni anno è compiuto dagli universitari (80%) e dai professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti ed altri) per il 61%.

Consapevolezza e motivazioni della pirateria

Come conferma l’indagine, la maggior parte degli italiani ha piena coscienza che la pirateria è illegale e illecita. Nonostante ciò, l’84% della popolazione al di sopra dei 15 anni commette tali atti, con l’aggravante che il 39% del campione li considera “poco” o “per niente gravi”, mentre il 66% ritiene “poco” o “per niente” probabile la possibilità di essere scoperti e puniti.

L’incidenza della pirateria è particolarmente elevata tra i lettori assidui (lettura giornaliera o settimanale) di libri cartacei (45%), tra quelli di e-book (68%) e tra quelli di audiolibri e podcast (66%).

Fra le motivazioni alla pirateria, il 36% dei professionisti ha dichiarato che era interessato solo ad un particolare articolo, mentre per il 30% di essi serviva solo per un rapido aggiornamento sull’argomento.

Combattere la pirateria editoriale

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Andrea Martella, ha spiegato che la pirateria va combattuta con la repressione dei comportamenti illegali, promuovendo l’educazione alla legalità ma anche con il sostegno a tutta la filiera. “Attraverso l’editoria 5.0” ha detto “stiamo studiando strumenti di supporto per l’editoria periodica e quotidiana perché l’informazione primaria costituisca un elemento decisivo per la democrazia nel nostro Paese. L’impegno, coerentemente con quanto ha affermato il Ministro Franceschini, è lavorare ad un progetto simile anche per l’editoria libraria, a partire dalle richieste che provengono dal settore con particolare attenzione a sostegno della domanda”.

La cultura non si ruba

Per Andrea Riffeser il digitale ha portato opportunità ma anche rischi. Infatti, il presidente della Fieg ha richiamato l’attenzione sulle numerose forme di utilizzo abusivo dei contenuti: dalle rassegne stampa online realizzate e diffuse senza autorizzazione, alla condivisione non autorizzata di pdf di giornali attraverso piattaforme social, applicazioni telefoniche o di messaggistica.

Ricardo Levi ha sostenuto che è necessario un forte sostegno alla domanda che consenta di esercitare in forma legale la richiesta d’informazione e di cultura. Secondo Levi occorre riportare il bonus cultura 18App alla dotazione originale incentivando la detrazione fiscale per l’acquisto dei libri che sono strumenti decisivi.

Infine, il generale Renzo Nisi, ha confermato che il problema di fondo è la totale assenza di un intervento dello Stato per promuovere una cultura della legalità, facendo comprendere ai cittadini, soprattutto ai giovani, che il “download” pirata di opere audiovisive, musicali, letterarie, genera una perdita di linfa vitale per i creatori di opere.

Consistenza quali-quantitativa della ricerca

L’indagine Ipsos condotta a novembre 2019 è stata elaborata su un campione di 4.000 interviste ed analizzata attraverso la metodologia “Cawi” – interviste dirette e telefoniche – suddivisa in 3.338 casi rappresentativi per genere, età, area geografica, ampiezza, professione e titolo di studio, 452 studenti universitari e 466 liberi professionisti rappresentativi per area geografica.

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