Dalle Regioni

Biennale internazionale delle opere di carta

Di Carta Papermade è una mostra di opere di carta che parla della conquista dei diritti delle donne. Fino al 13 aprile 2020 a Schio (Vicenza) verranno esposte opere di artiste che sognano un mondo libero

 

Per secoli le artiste sono state relegate in una condizione di marginalità rispetto ad un’arte dominata dal mondo maschile; negli ultimi anni stanno occupando spazi sempre più rilevanti, alcune sono considerate tra le voci più significative dell’arte del nostro tempo. A metterne in luce le valenze, le mostre d’arte contemporanea, in occasione delle quali la loro produzione oggi gode di una crescente importanza. Così viene presentata la biennale internazionale di opere di carta che resterà aperta fino al 13 aprile a Palazzo Fogazzaro di Schio (Vicenza) e che ospiterà 80 artisti provenienti da tutto il mondo, anche da quei Paesi in cui la condizione femminile presenta ancora forti criticità.

Il titolo di questa edizione della biennale è “Le cose non necessarie fanno bello il mondo”. Si tratta di uno spunto di riflessione sul ruolo della bellezza nella vita umana in omaggio all’artista che ha citato queste parole: Raul Meel, che ha donato al Comune di Schio il suo ricco repertorio di opere (122 libri d’artista e 14 stampa d’arte) che costituiscono l’archivio permanente dell’artista.

La curatrice della mostra, Valeria Bertesina, ha selezionato fra gli ottanta partecipanti trenta artiste, perché crede che le donne possano “portare un importante contributo al mondo dell’arte, non solo sul piano espressivo ma anche su quello umano. Le opere delle artiste invitate raccontano vite diverse, sogni, percorsi. Le accomuna la voglia di esprimere la propria sensibilità, il proprio bagaglio di esperienze, la propria cultura, il desiderio di libertà”.

Alcune delle artiste

Fra le artiste che partecipano alla mostra ce ne sono quattro che, pur vivendo in luoghi e contesti molto diversi, sono unite dal desiderio di esprimersi liberamente e di aiutare altre donne a trovare la propria identità. Le avvicina anche una grande attenzione ai temi del sociale, alla resilienza, all’accettazione dell’altro.

Anish Tabaree, iraniana, esprime attraverso i disegni presentati alla mostra Di Carta/Papermade, la sofferenza di una donna giovane e bella, costretta a vivere in casa per il viso deturpato a causa di un incidente. Divorziata, vive la propria emarginazione in un Paese come l’Iran dove le donne vedono i propri diritti calpestati e sono oggetto di discriminazioni e pregiudizi. Dopo il divorzio si è rifugiata negli affetti familiari, in quella famiglia che la comprende e la protegge. Tanta la voglia di libertà, di evadere da un ambiente soffocante, sogna di trasferirsi presto in Italia. I suoi disegni, a volte inquietanti, mettono in mostra volti deturpati coperti da veli, che fanno intravedere le vistose ferite. Il repertorio si arricchisce di fantasiose creature ispirate alla mitologia classica, che si avvinghiano, si attorcigliano, oppure ruderi, rovine, siti archeologici. Realizzati con tecniche miste, i disegni sono caratterizzati da colori molto contrastanti come il rosso e il blu.

Farhana Jesmin vive in Bangladesh. Solare, giovane, dinamica, vive la sua quotidianità avvolta negli abiti tradizionali che porta disinvoltamente, con il viso truccato sapientemente, lo sguardo intelligente e fiducioso. Farhana si è imposta in famiglia per poter frequentare gli studi artistici. Nel suo paese le donne che hanno la possibilità di studiare, frequentano corsi per diventare insegnanti o infermiere, le più fortunate possono intraprendere la carriera di medico. Sostenuta dal marito che ne condivide le idee, Farhana aiuta le donne ad uscire dall’ambiente angusto e ristretto delle mura domestiche, ad esprimere la propria creatività. Ha fondato inoltre la scuola Art for Kids perché crede che l’arte e la cultura possano cambiare e migliorare la società, partendo dall’infanzia. Come artista ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in occasione di mostre e competizioni internazionali a cui partecipa abitualmente. Grazie al confronto ed allo scambio che intesse a livello internazionale, Farhana riesce ad essere un’artista “fuori dal coro” staccandosi dalle espressioni artistiche più tradizionali che ancora imperano nel suo paese. Alla biennale Di carta/Papermade partecipa con un’opera composta di quattro grandi stampe xilografiche realizzate in più matrici. Vi sono rappresentati scorci del suo lussureggiante e luminoso giardino: la luce mette in risalto i colori della natura ed i riflessi sull’acqua della zampillante fontana.

Micaela Trocello, argentina, è una giovane printmaker. Attivista femminista, coraggiosa perché la repressione in Argentina verso questi movimenti è molto violenta, spesso, infatti durante le manifestazioni pubbliche, le donne vengono arrestate anche se si tratta di proteste pacifiche. Nonostante le grandi battaglie, in Argentina la donna è ancora oggi vittima di soprusi. Il femminismo ne è una conseguenza poiché malgrado alcuni diritti ottenuti, ancora oggi non è possibile parlare di uguaglianza sociale, economica, politica. Artista e docente, Micaela pone sempre l’attenzione ai temi legati all’emancipazione femminile, viaggia molto portando queste tematiche fuori del suo paese. Attraverso l’arte ha trovato la possibilità di far parlare dei ruoli di genere e denunciare le discriminazioni che ancora oggi la donna è costretta a subire nel suo paese. Tutte le sue opere traggono ispirazione da questi temi: la storia della rivoluzione in Argentina, la condizione femminile oggi, omaggio alle donne eroiche del passato.

Bianca Severijns, nata in Olanda, attualmente vive a Telaviv. L’artista che ha raggiunto una notorietà internazionale come paper making continua ad esplorare nuovi linguaggi espressivi della carta, che non ha mai usato come supporto per disegnare o dipingere, ma come materia da trattare, modellare, scolpire. Bianca trasforma la carta in un intricato e complesso lavoro, sempre unico, dal forte impatto visivo. All’inizio è stata la natura ad offrirle gli spunti per le sue originali opere, ma poi hanno preso il sopravvento i temi legati alla condizione umana come quella degli emigranti, a cui si ispirano i suoi mantelli-scultura che tendono ad accogliere, avvolgere, proteggere, ricreando il senso dell’intimità della casa. Per Bianca le storie dei migranti aiutano a farci apprezzare ciò che si possiede come la sicurezza, la dignità, le pari opportunità o la libertà, non dando nulla per scontato.

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