Lavoro Pensioni

Pensioni 2018 e 2019 a confronto

L’Inps ha aggiornato l’osservatorio statistico relativo al monitoraggio dei flussi di pensionamento. I dati riguardano i trattamenti liquidati fino al 2 gennaio 2020

 

Le pensioni, o meglio i flussi di pensionamento (FPLD, CDCM, artigiani, commercianti, parasubordinati, assegni sociali) monitorati dall’Inps riguardano i trattamenti liquidati nel 2018 e nel 2019 dalle seguenti gestioni:

  • Fondo pensioni lavoratori dipendenti nel complesso;
  • di cui Fpld nel complesso, al netto delle contabilità separate;
  • Coltivatori diretti mezzadri e coloni;
  • Artigiani;
  • Commercianti;
  • Parasubordinati;
  • Assegni sociali.

Alcune domande sono ancora in giacenza e quindi ci sarà una leggera modifica a seguito della futura liquidazione di trattamenti con decorrenza anteriore al 31 dicembre 2019.

Requisiti pensioni di vecchiaia

Riguardo i requisiti delle pensioni di vecchiaia, l’Inps sottolinea che nel 2018 si è arrivati alla loro completa armonizzazione per tutti i lavoratori dipendenti privati e i lavoratori autonomi, sia uomini sia donne. In particolare l’età minima di accesso alla pensione di vecchiaia è di 66 anni e 7 mesi nel 2018 e di 67 anni nel 2019, per entrambi i sessi e i settori lavorativi dipendenti privati e autonomi.

Requisiti pensione anticipata e Quota 100

Per quanto riguarda i requisiti della pensione anticipata l’Inps fa presente che nel 2018 è entrata stabilmente a regime la possibilità di pensionamento anticipato con soli 41 anni di contributi, per i cosiddetti “lavoratori precoci” (almeno 12 mesi di contributi entro il compimento dei 19 anni di età e in una determinata condizione di tutela stabilita dalla norma), nei limiti dei fondi annualmente stanziati e con richiesta di certificazione dei requisiti per l’accesso al beneficio entro il 1^ marzo 2018.

Inoltre nel mese di aprile 2019 è stata istituita la cosiddetta “quota 100” (DL 4/2019) che consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che abbiano maturato almeno 38 anni di contributi con un’età minima di 62 anni.

A fronte di tali novità legislative, dal 2018 al 2019, nel complesso delle gestioni si registra una diminuzione del 15% del numero di pensioni di vecchiaia e un aumento del 29% di quelle anticipate.

 

Assegni sociali

Riguardo gli assegni sociali dal momento che nell’anno 2019 il requisito di età è aumentato da 66 anni e 7 mesi a 67 anni per effetto dell’incremento della speranza di vita, la loro misura risulta nel primo semestre 2019 di entità esigua e riferibile esclusivamente ai cittadini già ultra 67enni che abbiano soddisfatto nel 2019 i requisiti reddituali di legge (la prestazione prevede infatti, oltre al requisito anagrafico, anche il requisito reddituale personale per i cittadini non coniugati e coniugale per quelli coniugati).

Nel secondo semestre 2019 si registra un incremento del numero di assegni sociali liquidati, riconducibile a coloro che, bloccati a gennaio 2019 dall’incremento del requisito di età sono riusciti ad agganciare il nuovo requisito anagrafico richiesto.

Il commento degli analisti Inps

Dall’analisi degli indicatori statistici si osserva che:

– il peso delle pensioni anticipate su quelle di vecchiaia aumenta nell’anno 2019 di 56 punti percentuali rispetto all’anno 2018; tale fenomeno è imputabile congiuntamente all’aumento

Coordinamento Generale Statistico Attuariale;

– il rapporto tra le pensioni di invalidità e quelle di vecchiaia rimane pressoché costante nei due anni di analisi, dal momento che entrambe le categorie di pensione registrano una diminuzione nel 2019;

– la percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili presenta nel 2019 un valore superiore a quello dell’anno precedente di 9 punti e ciò significa un maggiore aumento delle pensioni femminili liquidate rispetto a quelle maschili;

– a livello territoriale il peso percentuale delle pensioni liquidate a residenti nel Nord Italia resta sostanzialmente uguale nei due anni considerati.

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