Diritti Lavoro

Cassa integrazione in deroga a causa Covid-19

Cassa integrazione in deroga a tutte le imprese italiane è la richiesta dell’Ordine dei consulenti del lavoro al Governo. La lettera inviata dalla presidente Calderone alla Ministra Catalfo

La richiesta avanzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, è di estendere la Cassa integrazione in deroga a tutte le imprese del Paese, a seguito delle limitazioni all’esercizio di numerose tipologie di attività lavorative stabilite dal Decreto dell’8 marzo per il pericolo dell’allargamento del contagio da CoViD-19. Con la lettera firmata dalla presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, Marina Calderone e diretta alla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, si richiedono interventi urgenti a sostegno di imprese, lavoratori e professionisti in difficoltà per il diffondersi dell’epidemia.

Cassa integrazione in deroga non solo nelle zone rosse
Estendere a tutto il territorio nazionale i provvedimenti a sostegno del mercato del lavoro, come la cassa integrazione in deroga, a seguito dell’ampliamento a tutte le zone del Paese delle limitazioni all’esercizio di numerose tipologie di attività lavorative. Nella lettera inviata al Dicastero si sottolinea la necessità di individuare procedure attuative semplificate per gli interventi da porre in essere, che tengano conto della ridotta mobilità delle persone e che possano essere attuati con tempistiche celeri. “Non possiamo non guardare a quanto sta accadendo se non in una logica sistemica” ha precisato la presidente Calderone, “anche perché non vi è regione italiana che non stia subendo ripercussioni negative in tutti i settori produttivi. In tal senso, sarà certamente fondamentale il concerto con le Regioni e con l’INPS, quest’ultimo nella qualità di soggetto che ha gestito le istanze di concessione della CIG in deroga e che, attualmente, gestisce il Fondo di Integrazione salariale di cui al Decreto legislativo n. 148/2015”.
In particolare per quanto riguarda quest’ultimo istituto, la categoria è preoccupata per ciò che concerne la capienza dei versamenti affluiti al Fondo dal momento della sua costituzione e in considerazione dell’ampio novero di soggetti che oggi potrebbero richiederne l’intervento.

I disagi delle imprese e dei lavoratori
In questi giorni i Consulenti del Lavoro sono testimoni dei disagi che stanno affrontando i cittadini che vivono e lavorano nelle Regioni e nei Comuni individuati dai provvedimenti emanati dall’Esecutivo, da ultimo il DPCM 8 marzo 2020. “I nostri colleghi che operano in quelle zone sono sottoposti a misure di isolamento che si riverberano direttamente sull’operatività dei loro studi professionali” ha sottolineato la presidente Calderone. Per questo motivo – ha proseguito – la categoria continuerà ad adoperarsi per non far mancare alle aziende e ai lavoratori assistiti le informazioni e il supporto necessario. Ma tutti gli sforzi fatti finora “non sortiranno grandi effetti se non saranno adeguatamente sostenuti da un insieme di misure atte ad alleviare i disagi attuali e a sostenere l’economia dei territori, oggi così duramente compromessa”.

Potrebbe interessarti