Diritti Lavoro

I vigili di Roma ci ripensano e le giostre riaprono

Dopo il nostro articolo e quello di altri giornali, la reazione di Confesercenti e la mobilitazione di diversi politici, il Comune di Roma torna sui propri passi e le giostre riaprono

A Roma le giostre riaprono dopo le scuse di alcuni vigili che ieri avevano imposto – senza averne diritto – la chiusura dei parchi divertimento per bambini (giostre, lunapark, spettacolo viaggiante, ecc.)  gestiti da privati. Dopo le nostre telefonate e il nostro articolo https://www.donnainaffari.it/2020/05/giostre-lunapark-raggi-vs-zingaretti/ ma anche quelli di altri giornali e la mobilitazione di Ansva Confesercenti e di altre realtà politiche, istituzionali e sociali, qualcosa si è mosso e per una volta tanto l’opinione pubblica è tornata a contare. Una cosa che non si vedeva da tempo, visto che la democrazia si sta sempre più allontanando da questo Paese e che i soprusi sono all’ordine del giorno.

Le giostre riaprono
La riapertura di questi luoghi di svago per bambini rappresenta una piccola conquista di giustizia sociale e, se il nostro giornale vi ha avuto una pur piccola parte, ne siamo contenti. Bisogna infatti comprendere che non si tratta solo di una semplice attività lavorativa – tra l’altro condotta in modo familiare, il che significa che un piccolo lunapark è l’unica fonte di entrata per intere famiglie – ma che i cosiddetti giostrai (la forma corretta è esercenti spettacolo viaggiante, che può essere anche in sede fissa) svolgono un’attività utile per la comunità.

Le giostre riaprono ma resta il mistero dell’ordine di chiusura
Resta dunque il mistero se la circolare del Comune di Roma che ordinava la chiusura e l’elevazione delle multe da migliaia di euro nonché la denuncia penale sia stata un’invenzione di qualche fantasioso vigile urbano, dal momento che è stata citata (forse a sproposito?) ma che non è stata mai mostrata di fatto, trincerandosi dietro la solita scusa che si tratta di atti tra uffici (alla faccia della solita ventilata trasparenza). Fatto sta che l’ordinanza della Sindaca Raggi c’è stata (https://www.comune.roma.it/romaiutaroma-resources/cms/documents/ordinanza_94_del_18_maggio.pdf) ma che non era – né poteva esserlo – di certo diretta ai privati; di conseguenza i vigili urbani l’hanno male interpretata. Ciò non toglie che chi indossa una divisa non ha il diritto di minacciare o di ordinare chiusure o di terrorizzare un cittadino: qui non siamo in America (e ci riferiamo a ciò che è successo proprio negli ultimi giorni) né in uno Stato di polizia.

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