Lavoro Mestieri e professioni

In Italia servono più infermieri per una sanità migliore

Lo affermano l’OCSE, l’Osservatorio europeo delle politiche e dei sistemi sanitari nonché il Rapporto Censis-Fnopi sulla sanità del futuro: in Italia servono più infermieri

L’affermazione che in Italia servono più infermieri è dovuta a un pensiero comune a livello nazionale ed europeo; basti pensare che nel documento sullo stato della Sanità in Europa, frutto del lavoro congiunto dell’OCSE e dell’Osservatorio Europeo delle Politiche e dei Sistemi Sanitari, in collaborazione con la Commissione Europea, per quanto riguarda l’Italia (Profilo della Sanità 2019) si legge: “Il potenziale di espansione dei ruoli infermieristici è ancora in larga misura inutilizzato; in Italia il quadro normativo per l’assistenza infermieristica non è ancora stato riveduto per consentire la creazione di nuovi ruoli e il trasferimento di compiti e delle responsabilità, come è invece avvenuto in altri Paesi dell’UE”.

In Italia servono più infermieri. Il rapporto Censis-Fnopi
Il Rapporto Censis-Fnopi sugli infermieri e la sanità del futuro, una ricerca realizzata dal Censis per la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), chiama in causa direttamente i cittadini italiani e la risposta è pressoché unanime: per 9 italiani su 10 servono più infermieri per un Servizio sanitario migliore: il 92,7% è convinto che con più infermieri la sanità migliorerà.

In Italia servono più infermieri. Sono i cittadini a richiederlo
Il 92,7% degli italiani (con punte fino del 94,3% nel Nord-Est e del 95,2% tra i laureati) ritiene positivo potenziare il numero e il ruolo degli infermieri nel Servizio sanitario nazionale. Il 41,9% al fine di colmare le attuali lacune negli organici, il 40% perché li ritiene essenziali per potenziare i servizi domiciliari, territoriali e di emergenza. Si stimano in 450.000 gli infermieri attivi di cui ci sarebbe bisogno (oggi sono 450.000 gli iscritti, pensionati compresi), ovvero 57.000 più di quelli attuali.

Anche l’UE condivide: in Italia servono più infermieri
Secondo lo studio effettuato a livello europeo da OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), Osservatorio sulle politiche sanitarie e Commissione europea, in Italia a livello di personale sanitario, “se da un lato il numero di medici e infermieri per abitante ha registrato un leggero aumento nell’ultimo decennio, dall’altro crescono le preoccupazioni riguardo alla carenza di personale nel futuro, dato che oltre la metà dei medici attivi ha un’età superiore ai 55 anni. Negli ultimi anni la formazione e l’assunzione di nuovi medici è stata limitata dalla mancanza di tirocini e di specializzazioni post-laurea, nonché di buone opportunità di lavoro per i medici di recente formazione, il che ha portato all’emigrazione di molti laureati in medicina e giovani medici. L’ambito della pratica infermieristica rimane limitato e non sono previsti ampliamenti di ruolo ai fini di migliorare sia l’accesso alle cure che le prospettive di avanzamento professionale del personale infermieristico”.

L’infermiere di famiglia e di comunità. Una nuova figura professionale altamente richiesta
In Italia servono più infermieri per una sanità migliore ma c’è qualcosa di più, che cercano gli italiani: una persona di fiducia che segua la loro famiglia e la loro comunità. Il 91,4% degli italiani (il 95,1% delle persone con patologie croniche, il 92,6% dei cittadini nel Sud) ritiene l’infermiere di famiglia e di comunità una buona soluzione per potenziare le terapie domiciliari e riabilitative e la sanità di territorio, fornendo così l’assistenza necessaria alle persone non autosufficienti e con malattie croniche.
Il 51,2% è convinto che l’introduzione di questa figura professionale faciliterebbe la gestione dell’assistenza, migliorando la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari. Il 47,7% pensa che darebbe loro sicurezza e maggiore tranquillità. Il 22,7% ritiene che innalzerebbe la qualità delle cure. Sono i numeri di un ampio e trasversale apprezzamento per una figura strategica per garantire quella sanità territoriale resa ineludibile dall’esperienza del Covid-19.

Alto il livello di fiducia nei confronti degli infermieri
L’idea che in Italia servono più infermieri è collegata al miglioramento della Sanità, a cominciare da quella territoriale. Questo perché esiste un legame profondo e consolidato dei cittadini con gli infermieri. Il 91% degli italiani ha molta o abbastanza fiducia negli infermieri (il dato sale al 93,8% nel Nord-Est e al 93,7% tra gli anziani). Il 68,9% degli italiani valuta positivamente il rapporto avuto in passato con gli infermieri (il giudizio positivo sale al 73,9% nel Nord-Est e al 72,6% tra chi ha in famiglia non autosufficienti).
Questa fiducia negli infermieri è nata già prima dell’emergenza Covid-19 ed è dovuta al vissuto quotidiano degli italiani, che valutano positivamente la professionalità e l’impegno degli infermieri.

In Italia servono più infermieri e in molti vorrebbero un figlio infermiere
Quella dell’infermiere è una professione che attrae: l’83% degli italiani incoraggerebbe un figlio, parente o amico che volesse intraprendere la professione dell’infermiere: il 71,1% perché lo ritiene un lavoro utile in quanto aiuta chi soffre, il 37,3% perché lo reputa un’attività affascinante che fa crescere come persone, il 32,9% perché consente di trovare lavoro.

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