Lavoro Mestieri e professioni

Come la pandemia uccide il lavoro autonomo

Il lavoro autonomo si sta fermando. I lavoratori indipendenti e i professionisti sono in forte calo. L’indagine dei Consulenti del lavoro

Lavoro autonomo addio per tanti, troppi professionisti. Secondo l’ultimo focus della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, tra il 2° trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020 persi 219 mila lavoratori indipendenti, la metà tra i 30-39 anni. Registrato un calo di 70 mila professionisti.

Lavoro autonomo sempre più compromesso
La crisi economica dovuta alla pandemia da Covid-19 è arrivata ad intaccare gravemente un già compromesso e ridimensionato comparto come quello del lavoro autonomo. Quella capacità di mettersi in proprio, di riconoscere un talento e puntare su quello tipico degli italiani è ormai fortemente a rischio. Su 841 mila posti di lavoro persi tra il secondo trimestre 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente, ben 219 mila hanno riguardato il lavoro indipendente, che è passato da 5,4 a 5,1 mln di occupati, con un calo del 4,1%. È quanto rileva la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nel focus “La crisi senza fine del lavoro autonomo”, sulla base dei dati pubblicati recentemente dall’Istat. Se ne parla il prossimo 23 ottobre in diretta sul sito www.festivaldellavoro.it.

Ancora insufficienti le misure prese
La Fondazione – in una nota stampa – spiega che nonostante le misure messe in campo negli ultimi mesi dal Governo per sostenere il lavoro autonomo, ovvero in proprio, il blocco delle attività ha inciso fortemente sui redditi familiari: il 79% dei liberi professionisti ha subito una diminuzione delle entrate tra aprile e maggio, superiore al 50% per il 35,8%. Se nel 2010 il 25,3% degli occupati svolgeva un lavoro indipendente, nel 2019 la percentuale si attesta al 22,7% e tra i giovanissimi scende dal 17,6% al 13,6%.

La burocrazia grava anche sul lavoro autonomo
In difficoltà sono soprattutto i quarantenni, ovvero quella fascia d’età in cui si dà il via o si va verso il consolidamento dell’attività in proprio. I dati, infatti, parlano chiaro: sono i 30-39enni ad essere in forte crisi, con 110 mila lavoratori in meno (sui 219 mila totali) e una contrazione del 10,5%, contro il 2,4% della fascia 40-59 anni e il 2,2% degli over 60. Da non dimenticare anche altre difficoltà che gli autonomi incontrano come i numerosi adempimenti burocratici che spesso scoraggiano l’iniziativa imprenditoriale.

Le donne tra le più colpite, come da copione
I dati del focus messi a disposizione dalla Fondazione Studi Consulenti per il lavoro rivelano quanto mediamente siano più colpite le donne rispetto agli uomini: dal 2019 al 2020 il genere femminile perde il 5,1% della base occupazionale contro il 3,6% dell’altro sesso. Osservando i profili professionali che compongono l’articolato mondo dell’occupazione indipendente, le perdite maggiori, in termini assoluti, si registrano tra i piccoli imprenditori del commercio (71 mila addetti in meno, per una contrazione del 7,1%), nel mondo delle professioni intellettuali ad elevata qualificazione e di quelle tecniche, che perdono rispettivamente 31 mila (-3%) e 39 mila (-4%) lavoratori, per un totale di circa 70 mila professionisti in meno. In crisi anche settori come gli agenti e consulenti che lavorano nel settore finanziario e assicurativo (-11,5%), la filiera dei servizi alle imprese (-11,3%), dell’informazione (-11,5%) e della formazione (-14,8%).

Festival del lavoro 2020
Durante l’edizione 2020 del Festival del Lavoro sarà interessante capire cosa il futuro riservi agli autonomi. Saranno sicuramente da non rimandare scelte di lungo periodo per sostenere maggiormente il lavoro autonomo e, di conseguenza, far crescere i livelli occupazionali ad esso collegati.

Potrebbe interessarti