Dalle Regioni Lazio

Turismo a Roma solo mordi e fuggi

Solo due giorni per visitare la capitale d’Italia, il turismo a Roma è solo mordi e fuggi e operatori e imprese del settore si attivano per cambiare le cose

Il turismo a Roma dovrebbe rappresentare la maggior fonte di introito per le imprese del settore e per tutto l’indotto ma c’è un problema: i turisti visitano frettolosamente il centro storico e ripartono, senza nemmeno rendersi conto delle tante opportunità che questa città offre. E se pensiamo che i milioni di visitatori annuali del turismo religioso facciano di meglio, sbagliamo: “il sito romano più visitato è il Pantheon, seguito dal Colosseo e dai Musei Vaticani” spiega il Direttore generale dell’Opera Romana Pellegrinaggi, Claudio Cecchini. “il 90% del turismo a Roma viene fagocitato da questi tre siti. I turisti che ci contattano vogliono stare solo due o tre notti e non c’è modo di convincerli ad andare fuori dal centro storico. Tra l’altro pretendono – fa ironia Cecchini – di dormire davanti al Colosseo con servizi da 5 stelle lusso pagando il prezzo di un 2 stelle”.

Come cambiare il turismo a Roma
Le criticità che riguardano il turismo a Roma sono tante: tantissimi luoghi da visitare, tantissime attività, ma nessuna comunicazione o informazione al riguardo. E un turista disinformato non sa che cosa Roma possa offrire a parte i “soliti noti”. “Noi abbiamo ricchezze incredibili sul piano culturale, artistico, storico, enogastronomico, ma fatichiamo a fare sistema” continua il direttore dell’Opera romana pellegrinaggi. “La responsabilità è delle istituzioni pubbliche, che dovrebbero determinare una cornice in cui i privati possano muoversi. Deve rendere attrattivo il territorio, risolvere il problema della mobilità e del degrado di molti quartieri”.

I cittadini, lavoratori e imprenditori, pronti ad attivarsi
Per dare impulso al connubio tra pubblico e privato in questo ambito, i cittadini romani che operano nel settore hanno presentato diverse proposte nell’ambito di un incontro organizzato dall’associazione Impegno CiVico, nata nel territorio del V Municipio romano, il più ricco dal punto di vista culturale subito dopo il I (il municipio che comprende il Centro storico). L’incontro, che si è tenuto in una location suggestiva, davanti al Mausoleo di Sant’Elena, il 23 ottobre 2020, ha visto la partecipazione di rappresentanti di associazioni e organizzazioni che operano nel settore del turismo a Roma. Il presidente dell’associazione, Mauro Caliste, ha tenuto a sottolineare che “si è parlato di Roma e non solo del V Municipio, perché vogliamo raccogliere proposte dei cittadini e dei portatori di interesse per svegliare quello che riteniamo un ‘gigante addormentato’: non vogliamo essere costretti come al solito a lavorare in situazione di emergenza, per esempio tra 5 anni ci sarà il Giubileo, dovremmo iniziare a lavorare già adesso per preparare la città ad accogliere i pellegrini e i turisti”.

Le proposte per un cambio di passo del turismo a Roma
Proprio un rappresentante dell’associazione Impegno CiVico, Stefano Pratesi, esperto in turismo sostenibile ed esperenziale, consulente di vari Comuni italiani, ha presentato le prime proposte per modificare il concetto di turismo a Roma. Il concetto da cui è partito è semplice: lo stesso V Municipio è un luogo dove i turisti vengono, ma solo a dormire, poi si spostano verso il centro e ripartono senza aver visitato nient’altro. I turisti si spostano pochissimo dai percorsi classici perché non sono informati di ciò che offre la città. In Trentino – spiega Pratesi – all’arrivo del turista in hotel gli si dà subito la tourist card con tutte le informazioni su ciò che può fare durante la sua permanenza. Le strutture ricettive romane potrebbero fare la stessa cosa, se all’interno di una “cabina di regia” municipale ci fosse un punto di raccolta e diffusione di tutte le notizie che riguardano le attività previste, giorno per giorno, su un determinato territorio. “Il turista deve rimanere più a lungo, un turista che passa non crea valore per il territorio”.

Tra cultura e natura, ecco il nuovo turismo a Roma
Stefano Pratesi ha messo in luce le peculiarità di un’area che deve riuscire a trattenere i turisti, a farli tornare, a far loro scoprire quali emozioni un territorio vivo e ricco di storia, di elementi naturali, di arte può offrire. “Questo territorio ha la vocazione della ‘bellezza’, che è ciò che attrae i turisti” ha detto Pratesi specificando che il V è il Municipio romano a più alta biodiversità naturale con ben 23 parchi di cui 4 archeologici, risorse mai sfruttate dalle istituzioni e di cui i turisti sono completamente ignari. Anche la parte naturalistica di una grande città come Roma invece dovrebbe essere sfruttata a livello turistico, soprattutto in un periodo in cui il turismo green è molto ricercato.

 

Le riflessioni della Diocesi di Roma
Don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio per la Pastorale del Tempo Libero, del Turismo e dello Sport del Vicariato di Roma, ha sottolineato che la diocesi di Roma ha sempre tenuto in grande considerazione il turismo ma si rende conto che in questa città non viene fornito “quasi niente che orienti il turista in un percorso di conoscenza: le periferie non si conoscono, le attività che vi si svolgono non vengono collegate con quelle di chi opera nel Centro. Ma soprattutto bisogna lavorare alla creazione di cultura in senso lato, soprattutto nei giovani, perché ci siamo resi conto che, anche se si fa una comunicazione efficiente di un evento o di un luogo, non otteniamo risultati se il ricevente non ha le basi culturali per comprenderne la portata, quindi per lui non ha alcun interesse”.

CoopCulture, uno sguardo dall’interno
Presente all’incontro anche l’archeologo Leonardo Guarnieri, responsabile della comunicazione di CoopCulture (cooperativa che si occupa di gestire beni culturali di eccellenza, come il Colosseo e i Fori imperiali). “Con un buon programma di valorizzazione dei territori romani che coinvolga Comune di Roma, Vicariato, Opera romana pellegrinaggi qui si può avere un turismo di ritorno, che servirà anche a far nascere nuovi posti di lavoro. Basterebbe mettere in rete tutte le realtà, coinvolgendo anche chi si occupa di produzione enogastronomica”.

Le richieste degli operatori del turismo a Roma
Durante l’incontro organizzato dall’associazione Impegno CiVico hanno preso la parola anche alcune guide turistiche una delle quali, Elena Cino, ha spiegato le difficoltà che incontra quando deve accompagnare i turisti a visitare alcune zone di Roma e in particolare il V municipio, che è il più ricco di beni storici e archeologici dopo il Centro storico: “il territorio è abbandonato e non ci sono nemmeno i mezzi pubblici. Le istituzioni sono assenti”. E in effetti non si può notare la sporcizia e il degrado che circondano luoghi bellissimi di cui sembra nessuno si prenda cura: come possono esercitare un’attrattiva turistica?

Un altro tipo di turismo a Roma
Claudio Cecchini ha osservato che se non si può nell’immediato modificare la percezione del turista estero, si può puntare però almeno a un turismo, quello locale: “quanti cittadini romani o laziali non conoscono le ricchezze di questi quartieri?” ha detto riferendosi al V municipio e ai suoi tesori nascosti.
Le riflessioni cui ha condotto la giornata sono state esposte in chiusura da Mauro Caliste il quale, dopo aver ascoltato tutti, ha dichiarato che tutti i contributi preziosi ricevuti faranno parte del bagaglio che l’associazione Impegno CiVico utilizzerà nel suo cammino di cittadinanza attiva. E ha aggiunto che occorre pensare a un altro tipo di fruizione del turismo a Roma, “bisogna dare ai turisti le sensazioni e le emozioni. Guardare una foto o un video del Colosseo su internet è tutt’altra cosa dal trovarvisi di fronte di persona, circondati dall’atmosfera della città eterna. Roma può dare emozioni, anche la periferia le può dare”.

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