Una petizione contro la violenza sulle donne anche in TV partita dalla presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano ha raccolto 47.000 firme in 10 giorni

47.000 persone hanno già firmato per dire basta alla violenza sulle donne anche in TV. La petizione è stata lanciata da Diana De Marchi, presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti civili, del Consiglio comunale di Milano, a seguito di un esecrabile “messaggio indiretto” mandato in onda in una nota trasmissione televisiva trasmessa da Canale 5.

Un episodio di violenza sulle donne anche in TV
Tutto è cominciato il 16 settembre, quando canale 5 ha mandato in onda la trasmissione Temptation island – seguita da 2.958.000 di spettatrici e spettatori – nella quale uno dei partecipanti, vantandosi di esercitare un dominio psicologico pressoché totale sulla propria fidanzata, descriveva nei particolari le tappe dell’asservimento: la terra bruciata intorno alla ragazza, l’isolamento dalle amiche e dai familiari, la svalutazione della persona, fino alla costrizione fisica. Il tutto senza che dallo studio si interponesse un minimo di contraddittorio. “In pratica” spiega la presidente De Marchi “un canale nazionale ha trasmesso l’autoglorificazione di un bruto”.

Basta alla violenza sulle donne anche in TV
De Marchi denuncia la situazione gravissima, dal momento che in TV tutto è stato trasmesso “senza contraddittorio, senza una presa di posizione necessaria, senza una condanna!” Ciò ha comportato la diramazione televisiva di un messaggio gravissimo, “che promuove la cultura del possesso, della sopraffazione, della sottomissione a partire dall’isolamento della propria compagna. Un modello culturale che autorizza l’umiliazione delle donne, una violenza psicologica che può diventare violenza fisica e che ignora il rispetto e la dignità umana”. Il comportamento non solo è esecrabile da un punto di vista morale, ma trova corrispondenza nelle Leggi italiane, dal momento che – come aggiunge De Marchi, “chi incita alla violenza va fermato, altrimenti si è complici”.

immagine presa dalla petizione pubblicata su change.org

La petizione per dire basta alla violenza sulle donne anche in TV
La petizione è stata pubblicata il 19 settembre su http://chng.it/bqzjL9v5  e a oggi sta per arrivare ai 50.000 firmatari. La petizione è collegata a una richiesta di “vigilanza, condanna e sanzioni per il messaggio passato da un canale nazionale che raggiunge il grande pubblico in un Paese dove la violenza sulle donne continua ad essere una piaga sociale”.

 

La richiesta all’Authority
Per evitare che questo messaggio in cui si umilia la donna si ripeta, la presidente della Commissione Pari opportunità e Diritti civili ha chiesto, tramite tale petizione, al presidente di Agcom Giacomo Lasorella e a tutti i componenti dell’Authority di prendere posizione e condannare quanto avvenuto. Spetta infatti all’emittente televisiva controllare i contenuti di ciò che trasmette e all’Authority vigilare e non si possono lanciare messaggi – peraltro inequivocabili (“Ho il controllo sulla sua mente. L’ho fatta cancellare dai social, niente palestre, amiche, niente” diceva il ragazzo in tv) – solo perché si pensa facciano audience. Dobbiamo ricordare che sono proprio queste modalità a promuovere un modello culturale in cui si autorizza l’umiliazione della donna, la violenza psicologica (che tanto spesso diventa anche violenza fisica). Basta alla cultura del possesso, della sopraffazione, della sottomissione a partire dell’isolamento della propria compagna. “In un paese civile che contrasta la violenza sulle donne, ammazzate ogni 2 giorni da chi dice di amarle, tutti devono prendersi le proprie responsabilità anche nei canali televisivi” conclude Diana De Marchi.

Il nostro commento
Come le nostre lettrici e i nostri lettori sanno, da anni seguiamo le segnalazioni di chi ci invia comunicati che riguardano questo argomento di attualità al quale, come redazione di Donna in Affari, siamo particolarmente sensibili. Lo facciamo perché vogliamo informare al riguardo ma soprattutto perché pensiamo che informando si possa modificare, a lungo andare, una mentalità che ha bisogno di essere scalfita, ferita, uccisa: la mentalità che approva la sottomissione delle donne all’uomo. Questa mentalità va eliminata. Abbiamo usato appositamente questi termini. Quando abbiamo ricevuto questo comunicato, abbiamo deciso di scrivere un articolo perché – anche se qualcuno penserà che possa esserci una strumentalizzazione politica, dal momento che il canale televisivo appartiene a una persona politicamente esposta e che la consigliera De Marchi appartiene al PD, dunque a un partito politico sul fronte opposto – riteniamo che in ogni caso ci sia un diritto più alto da considerare: quello delle donne a essere rispettate.

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