Lavoro Pari opportunità

Stessa paga, la campagna di Prime Donne

In occasione dell’European equal pay day il 4 novembre la scuola di politica al femminile Prime Donne ha lanciato la campagna Stessa paga

Stessa paga è la campagna lanciata da Prime Donne, la scuola di politica al femminile di +Europa, lanciata il 4 novembre, l’Equal pay day, che segna, in Europa, il giorno dell’anno in cui le donne smettono simbolicamente di guadagnare in confronto ai loro colleghi uomini a parità di qualifiche e mansioni.

Ottenere la stessa paga per uomini e donne, la battaglia del XXI secolo
La disparità di remunerazione tra uomini e donne è un problema di giustizia sociale e un ostacolo per la crescita economica della comunità. Secondo uno studio della Banca d’Italia il PIL italiano potrebbe crescere di oltre mezzo punto l’anno solo grazie alla parità salariale e di 7 punti se venisse dimezzato anche il divario di genere nel tasso d’impiego. La campagna # Stessa Paga – attiva sui principali social network – intende denunciare apertamente la discriminazione salariale, informare sugli impatti a livello economico, chiedere misure per la trasparenza di remunerazioni e contratti, invitando nel contempo le donne e gli uomini a segnalare situazioni di disparità.

Prime Donne per la Stessa Paga
Prime Donne è la prima scuola di formazione gratuita di Più Europa (https://piueuropa.eu/primedonne/) per un nuovo modello di leadership e comunicazione tutto al femminile, rivolta trasversalmente a tutte le donne, anche se non iscritte a +Europa. Intende promuovere un nuovo modo di “fare politica”, che vada oltre i modelli e gli stereotipi attuali di comunicazione e interazione. Coordinatrici della scuola sono Costanza Hermanin, Ilaria Donatio, Nicole Rubano e Carlotta Elena Osti. Costanza Hermanin, ricercatrice allo European University Institute, è la fondatrice della scuola. È lei a dichiarare che è tempo di adottare misure concrete per la trasparenza dei salari, che includano sanzioni per chi non rispetterà criteri di parità.

European equal pay day
Hermanin spiega: “la differenza media tra salari maschili e femminili nell’Unione europea è del 16%, il che corrisponde, per le donne, a circa due mesi di lavoro non retribuito. L’emergenza Covid ha moltiplicato le disparità tra lavoratrici e lavoratori. In pochi mesi la disoccupazione femminile risulta più che triplicata rispetto a quella degli uomini”. Constatata tale situazione sempre più allarmante, la Commissione Europea ha deciso di intervenire e annuncerà una proposta di direttiva nel mese di dicembre. Costanza Hermanin sottolinea che in Italia già esiste una proposta di legge (di iniziativa della deputata Chiara Gribaudo) ancora non discussa in Parlamento. “È opportuno che venga calendarizzata” conclude, “perché dalla parità guadagnano tutti, non solo le donne”.

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