Dalle Regioni Piemonte

Indicazione Prodotto di Montagna, Piemonte in testa

Il Piemonte è la prima regione in Italia per numero di produttori che utilizzano l’indicazione Prodotto di Montagna, il marchio istituito dal MIPAAF nel 2017

Nel 2017 fu avviato, con Decreto Ministeriale, un percorso per valorizzare i prodotti delle nostre montagne grazie all’apposizione di un marchio con l’indicazione di qualità “Prodotto di Montagna”, un’indicazione facoltativa che poteva e può essere utilizzata esclusivamente nell’etichettatura dei prodotti che rispondono ai requisiti previsti dal Regolamento UE n. 1151/2012, dal Regolamento delegato UE n. 665/2014 e dal Decreto stesso del Ministero delle Politiche agricole, ambientali e forestali.

Come utilizzare il marchio Prodotto di Montagna
Le linee guida per utilizzare il logo sono state pubblicate con Decreti ministeriali già dal 2017/2018(https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11687) allo scopo di descrivere i prodotti destinati al consumo umano per i quali sia le materie prime sia gli alimenti per animali provengono da zone di montagna; nel caso dei prodotti trasformati anche la stagionatura e la maturazione devono aver luogo nei luoghi di montagna. Vengono coinvolte dal provvedimento dunque, in particolare le imprese della filiera del latte e casearia, della filiera agricola e vitivinicola, dell’apicoltura e olivicola e in generale tutte le imprese del settore agroalimentare.

Il Decreto istitutivo dell’indicazione Prodotto di Montagna
Il DM specifica quanto segue:

Per quanto riguarda i prodotti animali o di origine animale
L’indicazione facoltativa di qualità “prodotto di montagna” può essere applicata a quelli ottenuti da animali allevati nelle zone di montagna e lì trasformati oppure derivanti da animali allevati, per almeno gli ultimi due terzi del loro ciclo di vita, in zone di montagna, se i prodotti sono trasformati in tali zone oppure ancora derivanti da animali transumanti allevati, per almeno un quarto della loro vita, in pascoli di transumanza nelle zone di montagna.
La proporzione dei mangimi non prodotti in zone di montagna non deve superare il 75% nel caso dei suini, il 40% per i ruminanti e il 50% per gli altri animali da allevamento. Questi ultimi due parametri non si applicano per gli animali transumanti quando sono allevati al di fuori delle zone di montagna.

Per quanto concerne i prodotti di origine vegetale e dell’apicoltura
L’indicazione può essere applicata ai prodotti dell’apicoltura se le api hanno raccolto il nettare e il polline esclusivamente nelle zone di montagna; e ai prodotti vegetali se le piante sono state coltivate unicamente nella zona di montagna.

Ingredienti utilizzati
I prodotti, quali erbe, spezie e zucchero, utilizzati come ingredienti nei prodotti di origine animale e vegetale possono anche provenire da aree al di fuori delle zone di montagna, purché non superino il 50% del peso totale degli ingredienti.

Impianti di trasformazione
In merito alle operazioni di macellazione di animali e sezionamento e disossamento delle carcasse e a quelle di spremitura dell’olio di oliva, gli impianti di trasformazione devono essere situati non oltre 30 km dal confine amministrativo della zona di montagna.
Per il latte e i prodotti lattiero caseari ottenuti al di fuori delle zone di montagna in impianti di trasformazione in funzione dal 3 gennaio 2013, viene stabilita una distanza non superiore ai 10 km dal confine amministrativo della zona di montagna.

La ricerca sul Piemonte e l’utilizzo del marchio Prodotto di Montagna
La ricerca condotta dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino in collaborazione con la Regione Piemonte dimostra che il Piemonte vanta, a livello nazionale, il maggior numero di aziende che hanno comunicato la volontà di utilizzare l’indicazione di qualità “prodotto di montagna” per identificare i propri prodotti con il logo istituito dal MIPAAF. Attualmente sono quasi 300 i produttori piemontesi che risultano registrati nell’elenco regionale e in quello nazionale.
Il gradimento per questa indicazione di qualità è stato oggetto di studio nella ricerca, prima in Italia, condotta nel 2019 dalla Sezione di Scienze Merceologiche del Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino e dall’Assessorato all’Agricoltura, Cibo, Caccia e pesca della Regione Piemonte. L’indagine, pubblicata sul sito della Regione Piemonte, conferma quanto sia importante per le aziende piemontesi montane avvalersi del logo nella commercializzazione dei propri prodotti e mostra quanto sia apprezzata dal consumatore la possibilità di disporre di un segno di qualità capace di comunicare in modo semplice e chiaro le peculiarità qualitative di un prodotto agroalimentare.

Il valore aggiunto dell’indicazione Prodotto di Montagna
“Prodotto di montagna” è l’indicazione facoltativa di qualità istituita dall’Unione europea attraverso il Regolamento (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Il Mipaaf ha acquisito la normativa comunitaria a livello nazionale e, nel 2018, ha istituito il logo identificativo. In questo modo gli operatori del settore agroalimentare che producono e trasformano in territorio montano hanno la possibilità di utilizzare il logo “prodotto di montagna” sui prodotti di origine animale, su quelli di origine vegetale e su quelli dell’apicoltura. “L’indicazione prodotto di montagna è un valore aggiunto che va a sottolineare non solo la qualità ma anche il lavoro dei nostri produttori che nelle aree montane operano in ambienti spesso difficili” precisa l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa. “La ricerca ha dimostrato che il consumatore sa riconoscere questi aspetti che differenziano le produzioni di montagna dai prodotti alimentari convenzionali. L’indagine è un utile strumento di programmazione per la valorizzazione di una nuova filiera dell’agroalimentare in Piemonte che merita di essere sviluppata e sostenuta”.

Una marcia in più per le aziende agroalimentari dei territori montani
Giovanni Peira e Alessandro Bonadonna, docenti coordinatori dell’attività di ricerca, sottolineano che “l’indicazione facoltativa di qualità europea può costituire un’occasione di valorizzazione dei prodotti delle aziende agroalimentari ubicate in territorio montano. Per poter creare valore e redistribuire ricchezza in aree marginali come quelle montane, vi è infatti la necessità di ricostruire filiere territoriali, laddove il rapporto tra produttore e consumatore finale si è affievolito o, addirittura, si è interrotto. In tal senso è evidente, da un lato, la necessità di pesare adeguatamente la struttura dell’attuale foodsupply chain globalizzata e, dall’altro, di individuare eventuali strategie per potenziare o ricostruire strutture di filiera corta che coinvolgano anche le aree rurali più fragili come quelle montane. L’individuazione di opportunità derivanti dall’implementazione di strutture a filiera ridotta potrebbe quindi stimolare nuovi equilibri socio-economici a beneficio delle comunità locali e di prossimità”.

Per le imprese piemontesi interessate, si può scaricare gratuitamente la ricerca al seguente link:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/promozione-qualita/prodotto-montagna-piemonte

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