Aggiornamento Formazione

Troppo basso il livello di istruzione degli italiani

13 milioni di italiani con basso livello di istruzione, i principali enti nazionali di formazione denunciano tale realtà con una lettera aperta al Governo

Gli obiettivi europei che dobbiamo raggiungere sono quelli del 50% di adulti che partecipano ad attività formative almeno una volta ogni 12 mesi ma in Italia siamo troppo lontani considerando quanto è basso il livello di istruzione degli italiani

Siamo il fanalino di coda europeo per livello di istruzione
L’Italia ha quasi 13 milioni di adulti (età 25-64 anni) con basso livello di istruzione e concentra quasi un quarto della popolazione adulta europea senza un titolo secondario superiore (circa 51 milioni). Se poi consideriamo il bisogno di alfabetizzazione linguistica, numerica e digitale, la quota di popolazione adulta che necessita di aggiornare le proprie competenze è stimata tra il 50-60% del totale. E non solo: la percentuale di partecipazione degli adulti del nostro Paese ad attività di formazione è tra le più basse e riguarda in netta prevalenza gli occupati, soprattutto grazie alle leggi sulla formazione permanente continua obbligatoria per molte tipologie lavorative, se non ci fossero gli obblighi di aggiornamento professionale probabilmente non arriveremmo neppure a tale percentuale.

Investire sulla formazione per innalzare il livello di istruzione degli italiani
Per questo il Governo dovrebbe puntare con forza a investire parte delle risorse del Recovery Plan sulla formazione continua non solo per affrontare il gap di competenze a sostegno dell’occupazione, ma anche per garantire la modernizzazione della pubblica amministrazione, la digitalizzazione dell’economia e il sistema di istruzione scolastica. È questo l’appello sottoscritto da esperti appartenenti a diversi enti, tra cui CEDEFOP (Centro Europeo per la Formazione professionale), INAPP (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche Pubbliche), INDIRE (Istituto Nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa) in una lettera aperta al Governo con lo scopo di realizzare “entro il 2025 l’obiettivo Europeo del 50% di adulti che partecipano in attività formative almeno una volta ogni 12 mesi”.

Il deficit di competenze causato dal basso livello di istruzione
I “cervelli” fuggono e gli altri restano e mandano avanti il Paese: non sarà un problema? Naturalmente è una domanda provocatoria poiché ci sono anche menti eccellenti che restano nel nostro Paese, ma quando tanta parte della popolazione non ha un livello di istruzione sufficiente, come ci si può far valere in un mondo lavorativo globalizzato altamente competitivo? “Lo abbiamo imparato anche da questa crisi” si legge nella lettera appello: “reagire all’emergenza e costruire soluzioni sostenibili per il futuro richiede capacità e risorse propriamente umane e in primo luogo tutte le competenze – di base, trasversali, sociali, scientifiche e imprenditoriali – necessarie per affrontare l’incertezza e creare opportunità dalle nuove tecnologie, dall’allargamento degli scambi internazionali, così come dal vasto patrimonio di beni culturali e naturali di cui l’Italia dispone”.

Next Generation Italia e livello di istruzione
Se è vero che “il Piano nazionale di ripresa e resilienza Next Generation Italia (http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/PNRR_2021.pdf) riconosce l’importanza dell’apprendimento permanente” è altrettanto vero che “l’efficacia di queste misure resterebbe tuttavia limitata in assenza di un sistema nazionale integrato per l’apprendimento permanente e il riconoscimento delle competenze della popolazione adulta. Next Generation Italia rappresenta un’occasione per creare nel nostro Paese un vero e proprio sistema di formazione permanente” si legge ancora nella lettera appello “in grado di dare accesso sistematico e opportunità di formazione e sviluppo delle competenze a tutti gli italiani, siano essi occupati stabilmente o in forme atipiche, in cerca di occupazione, liberi professionisti, creatori di proprie iniziative imprenditoriali, o al di fuori del mercato del lavoro”.

Un’Agenda per le Competenze in Italia
L’occasione di un’Agenda per le Competenze in Italia è adesso, recita lo slogan iniziale della lettera per fungere da stimolo al Governo: “Siamo convinti che il nostro Paese sia oggi dotato delle capacità e risorse necessarie per realizzare questo salto di qualità strutturale” spiegano i firmatari dell’appello, ma “riteniamo sia necessario un tavolo di confronto sull’istruzione e formazione degli adulti, riavviando processi e coinvolgendo le reti esistenti affinché si definisca una nuova agenda per le competenze a livello nazionale a sostegno delle priorità di sviluppo di oggi con lo sguardo ai benefici per le future generazioni”.

Il livello di istruzione alla prova sul mercato del lavoro
Le competenze degli italiani sono ancora basse soprattutto nei campi oggi più necessari, come quello della digitalizzazione e della Green economy. Oggi si parla di “rivoluzione verde”, di ridisegnare le strutture fondamentali della società e delle città con un’architettura green, di smart working, di innovazione, in una parola di futuro sostenibile, ma basta ascoltare le esigenze delle imprese che intendono assumere con le migliaia di posti di lavori disponibili e non occupabili per mancanza di elementi con competenze adeguate per capire quanto il livello di istruzione conti per il mercato del lavoro.

I target dell’Agenda Europea per le Competenze 2020-2025

Indicatori Target per il 2025 Livello corrente nella media UE-27 (ultimo anno disponibile) Incremento atteso nella media UE-27
Partecipazione di adulti in età 25-64 ad attività di apprendimento negli ultimi 12 mesi (in %) 50% 38% (2016) +32%
Partecipazione di adulti con basse qualifiche in età 25-64 ad attività di apprendimento negli ultimi 12 mesi (in %) 30% 18% (2016) +67%
Porzione di disoccupati in età 25-64 con un’esperienza di apprendimento recente (in %) 20% 11% (2019) +82%
Porzione di adulti in età 16-74 in possesso di competenze digitali almeno a livello base (in %) 70% 56% (2019) +25%

I firmatari della lettera aperta
La lettera inviata al governo (Lettera aperta – livello di istruzione, formazione per Recovery Plan) è stata firmata da:
Antonio Bernasconi, Presidente ENAIP NET
Giovanni Biondi, presidente Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa – INDIRE
Sebastiano Fadda, presidente Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche – INAPP
Laura Formenti, presidente RUIAP Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento Permanente
Francesca Operti, European Association for the Education of Adults – EAEA
Antonio Ranieri, Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale – CEDEFOP
Giorgio Sbrissa, presidente European Vocational Training Association – EVTA
Siria Taurelli, Fondazione europea per la formazione – ETF
Monica Verzola, vicepresidente Lifelong Learning Platform – European Civil Society for Education

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