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Allocazione dei fondi UE in Italia

Competere.eu fa il punto sulle strategie di attuazione del Recovery Plan in base a quanto successo finora sull’allocazione dei fondi UE in Italia

Il Next generation Eu e l’allocazione dei fondi UE in Italia. Si tratta di una sfida che il nostro Paese non deve lasciarsi sfuggire. Sono fondi europei strategici per la ripresa economica e culturale dell’Italia tutta. Alcuni aspetti del recovery plan sono stati analizzati da Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio Next Generation di Competere.eu e racchiusi in un policypaper dedicato.

Allocazione dei fondi UE in Italia. Il passato
“Sono anni che la Corte dei Conti Europea e gli studi di Banca d’Italia e dell’Istat” scrive Arleo “ci consegnano un quadro di allocazione dei fondi Ue da parte del nostro Paese davvero desolante. Non si possono protrarre politiche economiche disattente ai fondi europei, ora che si è dinanzi alla partita più importante dal secondo dopoguerra in poi e che in campo si può disporre del miglior calciatore al mondo: Mario Draghi. L’indagine diffusa ida Unioncamere e dall’Agenzia per la Coesione Territoriale mette in risalto il bisogno, avvertito da un’impresa su tre, di accedere ai fondi di finanziamento ma a condizione che siano più snelli e coerenti con le necessità avvertite dal mondo delle imprese intravedendo tra le criticità la poca assistenza da parte della PA nelle procedure dei bandi, le dimensioni troppo limitate dei beneficiari, la scarsa chiarezza degli Istituti di Credito, e le difficoltà operative nella prestazione di garanzie e fideiussioni auspicando, quindi, un linguaggio più semplice nei bandi, tempi certi e documentazione più snella e di immediata comprensione”.

L’allocazione dei fondi UE in Italia. Il futuro
Oltre ad una pubblica amministrazione efficiente, Arleo pone l’accento sull’esigenza di riforme strutturali per attuare rapidamente i programmi. Secondo quanto ricordato dal Coordinatore di Competere.Eu, è intenzione del Governo emanare un “decreto taglia-burocrazia” volto a spingere le buone e veloci prassi, necessarie già per sbloccare il primo 10% di anticipo di fondi, circa 16 miliardi di euro. “A tal riguardo è allo studio un provvedimento d’urgenza ad hoc al fine di sbloccare alcuni incagli burocratici e far capire a Bruxelles che si è invertita la rotta rispetto al passato. Senza una profonda riforma fiscale, che garantisca più equità, chiarezza, semplicità e trasparenza, dando vita a un sistema meno oppressivo per il tessuto economico, non si potrà avere una adeguata ripresa del settore imprenditoriale e, di riflesso, anche dei consumi da parte delle famiglie”.

Le esigenze a corollario
Non solo la riforma fiscale è attesa ma anche quella della giustizia, che porti a una maggiore certezza del diritto e a tempi più rapidi per il processo civile in generale. Inoltre, Arleo chiede rapidità e snellezza anche nelle procedure burocratiche di Regioni ed Enti Locali: “un rinnovamento profondo, che renda maggiormente efficaci e veloci il meccanismo delle autorizzazioni e le procedure di spesa”.

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