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Donne e giovani in piazza per manifestare sul PNRR

Una campagna comune che unisce il Giusto mezzo e Uno non basta, movimenti di donne e giovani in piazza Montecitorio oggi per manifestare il proprio punto di vista sul PNRR

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentato dal Governo italiano e approvato dal Parlamento non convince donne e giovani in piazza Montecitorio per protestare con una campagna unitaria dal titolo “Una voce non basta”.

immagine simbolo manifestazione. “Restituisco il pacco”

Donne e giovani in piazza alleati sul PNRR
I due movimenti, il Giusto Mezzo e Uno non basta, hanno scritto un manifesto congiunto sull’Italia del futuro, l’Italia che vorrebbero, l’Italia che sarà. Attiviste ed attiviste di questa nuova campagna unitaria ritengono che i fondi stanziati nel PNRR per donne e giovani siano insufficienti per creare un’Italia giusta, con un welfare che non costringa le donne a scegliere tra famiglia e carriera, che riconosca i giovani come ricchezza, con maggiore occupazione e un minore divario tra Nord e Sud, con nessuna differenza di salario tra uomini e donne.

Pro e contro del PNRR per donne e giovani in piazza Montecitorio
“Se possiamo valutare positivamente l’introduzione della Valutazione di Impatto di Genere, la previsione dei principi di gender procurement negli appalti e le clausole per condizionare l’ammontare complessivo degli investimenti, non possiamo estendere la medesima valutazione positiva per i fondi previsti per gli asili nido, che al massimo riusciranno a garantire un posto a un bambino su tre, e le strutture per l’infanzia” dichiarano le attiviste del Giusto Mezzo. “Così come quelli a favore dell’imprenditoria femminile, che non sono stati aumentati rispetto al piano precedente. Senza contare che non vi è nulla sul congedo di paternità. I fondi stanziati nelle varie missioni per le donne, in conclusione, sono insufficienti per coloro che rappresentano il 51% della popolazione”.

L’opinione dei giovani di Uno non basta
“Sebbene ci sia un’attenzione per le generazioni future” affermano gli attivisti di Uno non basta, “nel piano c’è davvero poco per trattare i problemi relativi all’occupazione giovanile nell’immediato. Una vera ripresa avrebbe necessitato di aiuti concreti nel breve termine. Inoltre l’impressione persistente, passando da una missione all’altra, è che il focus trasversale sui giovani sia poco argomentato e utilizzato più per una funzione retorica. Proviamo disappunto per le parole del premier Draghi che ha descritto il piano come frutto di dialogo e interlocuzione: le bozze che hanno iniziato a circolare sono arrivate dopo 60 giorni di silenzio. La chiusura al confronto con le parti sociali dimostrata dal governo non è stato un segno incoraggiante per l’Italia che vorremmo e ci meritiamo”.

Le proposte dei due Movimenti
Queste considerazioni non influenzeranno l’impegno delle due realtà, che in questi mesi hanno chiesto di utilizzare i fondi del Next Generation Eu per:

  • eliminare il gender pay gap;
  • rifinanziare e ripensare i programmi a sostegno dell’occupazione giovanile;
  • aumentare gli asili nido e introdurre un congedo di paternità obbligatorio di 5 mesi;
  • colmare il divario lavorativo tra competenze richieste dal mercato e conoscenze acquisite nella formazione scolastica e universitaria;
  • investimenti strutturali che incentivino l’occupazione femminile, l’impresa femminile e l’accesso al credito;
  • percorsi di reinserimento professionale a favore dei NEET.

Il Manifesto
Le richieste di attivisti e attiviste sono contenute in un manifesto congiunto (Manifesto GiustoMezzo UnoNonBasta) che alle ore 15,00 di oggi, 30 aprile, hanno portato in piazza Montecitorio, in una grande manifestazione di donne, giovani e di tutti coloro che credono in un futuro più equo. Una piazza che diventerà virtuale sui canali social dalle 18 in poi, perché tutti possano esserci.

Uno non basta
Per chi si chiedesse il motivo del nome del movimento giovanile Uno Non Basta, si tratta di una campagna promossa da Visionary e Officine Italia insieme ad altre associazioni per aumentare i fondi destinati ai giovani, dopo aver constatato che la prima bozza del PNRR allocava appena l’1% delle risorse a questa categoria. La campagna è nata per dare voce alle istanze dei giovani e formulare delle proposte concrete ed efficaci per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro e combattere la disoccupazione giovanile.

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