Ambiente Imprenditoria

Il patto delle donne per l’ambiente

Il Patto delle Donne come strumento di conoscenza per una rivoluzione climatica. Un talk ricco di spunti di riflessione organizzato dagli Stati Generali delle Donne

Matera, gennaio 2019 Stati generali delle Donne

Dopo l’avvio di Matera a gennaio 2019 per volontà degli Stati Generali delle Donne, il “Patto delle donne per il clima e l’ambiente” ha avuto un seguito con una interessante tavola rotonda online. Obiettivo? Sensibilizzare, informare, educare attraverso la presentazione del “Patto” alle donne e al mondo scolastico, universitario ed istituzionale con particolare attenzione a progetti pilota e best practices a cui l’articolo 12 dell’Accordo di Parigi fa riferimento. Il tutto in preparazione all’atteso appuntamento di Glasgow, in Scozia, con la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, nota anche come COP26, in programma tra il 31 ottobre e il 12 novembre 2021, sotto la presidenza del Regno Unito.

Il Patto delle donne per il clima e l’ambiente nel progetto delle Citta delle donne
Il contesto è il progetto “Le Città delle donne” declinando pari opportunità e sostenibilità, in riferimento ai goal 5 e 11 dell’Agenda 2030 per affermare il ruolo delle Città e delle donne nelle politiche di rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, cambiamento degli stili di vita attraverso la riduzione dello spreco alimentare e l’economia circolare, della condivisione e la finanza sostenibile, oltre alla ricerca dell’identità e delle vocazioni territoriali e la relazione con i cambiamenti climatici in atto.

Il Patto delle Donne, un nuovo punto di vista
Si tratta di “un modo nuovo per ascoltare il punto di vista delle donne” come ha affermato la presidente degli Stati Generali delle Donne Isa Maggi. Un cammino che uomini e donne dovrebbero percorrere insieme, specialmente con uomini illuminati come Grammenos Mastrojeni, già coordinatore per l’ambiente della Cooperazione allo sviluppo, dal 2019 vicesegretario aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo. La cura dell’ambiente è prevalentemente una questione femminile, ma perché si tratta di essere capaci di assumersi responsabilità. La grande capacità delle donne è quella di agire per obiettivi e processi.

Il cambiamento climatico passa anche dall’agricoltura
Per Giovanna Gabetta, Ingegnera di Voghera, Comitato Scientifico Stati Generali Donne “occorrono i fatti”.  Il vasto mondo della sostenibilità che vede diverse declinazioni deve prevedere azioni reali, anche in agricoltura. “Dobbiamo puntare ad una migliore distribuzione degli alimenti, a non ricorrere a metodi intensivi e fare davvero economia circolare”. Occorre trovare un punto di equilibrio anche nell’agroalimentare sfruttando al meglio le nuove tecnologie ma forse facendo anche un passo indietro. “Le donne saranno gli agenti del cambiamento climatico all’interno delle proprie comunità”, sostiene Gabriella Agnusdei, Soroptimist Perugia.

Domenico Vita

Il Patto delle donne e le diverse declinazioni della sostenibilità
Nel corso del talk, più volte è stato ricordato come la sostenibilità sia un tema vasto che spazia dall’ambiente al clima, dalla finanza all’economia, dall’amministrazione alla cultura. I vettori – ricorda Isa Maggi – sono la conoscenza, la cultura, la formazione e l’istruzione.
Per Domenico Vito, Climate Social Forum, è importante informare sulle tematiche e sulle soluzioni per ampliare una cultura dell’ecosostenibilità. L’ambiente – è stato ribadito nel corso della tavola rotonda – è una questione di relazioni come quelle intrecciate con i ragazzi del Fridays For Future. In questi giorni sono impegnati a Milano in quattrocento per “Youth4Climate: Driving Ambition, la Pre-Cop26 insieme ad attivisti di calibro come la svedese Greta Thumberg e l’ugandese Vanessa Nakate, a trasformare la loro protesta in proposta dinnanzi alle più alte cariche istituzionali d’Europa e del Mondo. Secondo la testimonianza di Simone Ficicchia, Fridays for Future Pavia, è fondamentale l’impegno di formare i giovani studenti, portando queste tematiche nelle scuole.

Il Patto delle donne e il lungo cammino del cambiamento nel mondo dei trasporti
Nel corso della Tavola rotonda voluta da Stati Generali delle Donne per il Patto, è stato più volte ricordato che la Transizione Ecologica di cui il Ministro Cingolani è portavoce deve partire da noi. Il cambiamento verso un futuro nuovo non deve spaventare. Lo si deve attuare in ogni ambito della vita sociale ed economica, dall’agricoltura – dove le nuove tecnologie sposano la tradizione con una opportuna formazione – al settore dei trasporti, ancora piuttosto ostico per le donne. Lo ha spiegato molto bene Elisabetta Tromellini, Presidente Comitato Sviluppo Sostenibile di UITP. Solo il 22% degli addetti ai lavori è donna. Occorre ripensare alla mobilità. Dal progetto di “città in 15 minuti” alla sharing mobility fino alla micro mobilità (esempio, uso dei monopattini elettrici). Una mobilità sostenibile migliorerà la qualità della nostra vita non solo dal punto di vista dell’inquinamento ambientale ma anche acustico.

Riflessioni sul concetto di resilienza
La parte finale del talk online si è poi sviluppata su una domanda provocatoria posta da Isa Maggi: “Si parla tanto di resilienza. Ma non è che la resilienza si oppone al cambiamento che stiamo cercando? La capacità di adattarsi non è contraria al cambiamento?
Tante le considerazioni avanzate da Rosalba Lispi, Presidente Associazione Donne Ambientaliste e dalle componenti del comitato scientifico degli Stati Generali delle Donne Maria Lippiello, Amelia Laura Crucitti, Maria Ludovica Agrò e Laura Moschini. A conclusione ne citiamo una, quella che parte dall’etimologia della parola resilienza: deriva dal latino “resalio” che indica la capacità di risalire su una barca rovesciata. “Chi ha un ‘perché’ può resistere a qualsiasi ‘come’ “pensava Nietzsche. Anche per il nostro futuro dal punto di vista climatico e sostenibile, potremmo ottenere risultati se avremo la capacità di rialzarci cambiando.

Ecco perché il Patto delle Donne degli Stati Generali  è un documento che va sostenuto e promosso. Come ricordava Claudia Laricchia, Future Food Institute “la transizione ecologica molto dipende da comportamenti individuali”. Occorre un approccio olistico alla questione climatica e alle diverse dimensioni della sostenibilità. Siamo nella decade of action secondo l’Agenda 2030 dell’Onu. Manca poco per invertire la rotta. Il Patto delle Donne è un ottimo strumento di conoscenza per arrivare pronte all’appuntamento previsto dalle Nazioni Unite.

Tra i prossimi obiettivi degli Stati Generali delle Donne ci sarà quello di approfondire il ruolo della donna come custode del creato, secondo quanto emerso dal Movimento Laudato Sì, già Movimento Cattolico Mondiale per il Clima promosso da Papa Francesco verso una “giustizia climatica ed ecologica”.

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