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Imprese familiari green e digitalizzate

Le imprese familiari sono più innovative e più green rispetto alle altre imprese. Le rilevazioni del centro studi delle camere di commercio Guglielmo Tagliacarne

Le imprese familiari investono di più in tecnologie e sono più attente ai temi della sostenibilità rispetto alle altre. Emerge da un’analisi del Centro studi Tagliacarne sul capitalismo familiare effettuata su un campione di imprese manifatturiere con numero di dipendenti tra 5 e 499.

Il family business italiano
Rappresentano la dorsale del sistema produttivo italiano e sono 4 ogni 5 aziende manifatturiere. Le imprese familiari sono definite dal nostro ordinamento giuridico come quelle in cui collaborano coniuge e parenti entro il terzo grado (zii, nipoti, nonni – non i cugini) e gli affini entro il secondo grado (suoceri, generi, nuore, cognati) del titolare. Nel 2020 si contano oltre 108mila imprese manifatturiere di proprietà familiare su 130mila complessive. Dal punto di vista geografico, il 62% di esse si trova nel Nord Italia, il 21% nel Centro e il 17% nel Sud Italia.

Una maggior propensione agli investimenti
Le aziende familiari tra il 2017 e il 2020 hanno investito in tecnologie 4.0 più delle altre realtà produttive (18% contro 15%) dimostrando di avere una maggior propensione all’innovazione (propensione che sale al 22% quando la gestione è affidata a un manager esterno). Inoltre, le aziende familiari hanno realizzato nel 27% dei casi investimenti green mentre le altre attività imprenditoriali si sono fermate al 24%. Anche per quanto concerne il post-crisi da Covid-19 le aziende familiari intendono continuare a investire in sostenibilità ambientale anche nel 2023: lo farà il 18% di esse. Solo il 12% delle imprese non familiari invece ha intenzione di fare investimenti green nel 2023.

Un valore per il nostro Paese
“Le imprese familiari sono un valore per il nostro Paese” ha sottolineato il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito. “E, contrariamente a quanto ritengono in tanti, rappresentano un aspetto importante di competizione del nostro sistema imprenditoriale, in particolare quando si accompagnano a un management esterno. Ma a fare la differenza ad innovare è soprattutto la capacità di fare networking con gli altri imprenditori, Università, Centri di ricerca e istituzioni locali. Nelle imprese con manager di famiglia la propensione ad investire in tecnologie 4.0 passa da una media del 17% al 35% in caso di elevato livello di relazionalità”.

Il ruolo dei manager esterni
Il “tallone d’Achille” delle aziende familiari è dunque proprio il non volersi affidare ai manager esterni alla famiglia. Solo il 9% delle imprese familiari infatti fa ricorso a manager esterni per competere sui mercati. Sono le aziende medio grandi a essere più propense ad affidarsi a una guida esterna (il 18%). E quando questo accade è più forte la spinta all’innovazione: il 22% delle imprese familiari guidate da manager ha investito in tecnologie 4.0 rispetto al 17% delle imprese di famiglia ma con manager appartenenti al nucleo familiare. Una percentuale che sale al 24% nelle realtà imprenditoriali del Centro-Nord. Dietro questo maggiore impulso alla digitalizzazione da parte dei manager esterni c’è l’esperienza accumulata in contesti aziendali diversificati: il 69% dei manager che lavorano nelle imprese a proprietà familiare ha avuto esperienze di direzione di impresa in Italia o all’estero, contro il 52% dei manager di famiglia.

Le aziende familiari a guida femminile
La transizione digitale è minore nelle imprese familiari a guida femminile: il 15% ha investito in tecnologie abilitanti contro il 18% delle imprese capitanate da uomini. Un gap che si annulla totalmente quando le capitane di imprese familiari scelgono di affidarsi a professionalità manageriali reperite sul mercato: il 25% contro il 22% di quelle maschili guidate da manager esterni. Più nel dettaglio, le familiari puntano maggiormente sui Big data (14% contro il 9% delle imprese totali che investono in tecnologie 4.0) ma meno sulla robotica (17% contro il 21%).

Aziende familiari e transizione ecologica
L’apertura al management esterno spinge anche la transizione green delle imprese familiari: il 27% di quelle gestite da manager appartenenti alla famiglia ha investito nella sostenibilità ambientale negli ultimi anni (2017-2019). Una percentuale che sale fino a sfiorare il 30% quando sono gestite da manager esterni.
Le aziende familiari investono in sostenibilità ambientale sia per essere più competitive sul mercato sia per motivi etici (consapevolezza che l’inquinamento rappresenta un rischio per l’azienda e la società). Questi sono i motivi alla base di questa scelta per il 52% del totale imprese familiari che investe nel green, mentre lo è solo per il 47% delle imprese non familiari.

Manager esterni e ripresa
La spinta alla digitalizzazione e al green delle imprese familiari che fa uso di management esterno si riflette positivamente anche sulla ripresa economica: le imprese di famiglia con manager reperiti sul mercato prevedono nel 70% dei casi di ritornare ai livelli produttivi pre-Covid entro il 2022, contro il 60% di quelle familiari con manager della stessa famiglia e il 63% delle imprese non a proprietà familiare.

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