Studi e ricerche

In Liguria nuove regole per l’acquacoltura e la pesca

aquicoltura e pesca, nuove regole

In Liguria nuove regole per l’acquacoltura e la pesca

Mentre la Regione concede dei fondi una tantum per i pescatori in crisi, viene sbloccata, dalla deroga dell’Unione Europea, la pesca del rossetto e vengono stabilite nuove regole per l’allevamento delle orate e dei branzini

Il comparto della pesca, con le sue 550 imbarcazioni, e dell’acquacoltura è fondamentale per una regione tutta lambita dalle acque marine come la Liguria, le cui città portuali e i cui scali marittimi sono famosi in tutto il mondo. Per questo gli aiuti alle imprese ittiche colpite dalla crisi sono stati accolti con estremo favore anche dalle associazioni di categoria.

Sono 90 le imprese ittiche che beneficeranno dell’una tantum stabilita dalla Regione Liguria per venire incontro ad imprenditrici e imprenditori che hanno subito il lungo blocco della pesca al rossetto (un anno interno di fermo). Tale pesca rappresenta un introito necessario al reddito dei pescatori nei mesi invernali e per questo motivo la giunta ha stanziato il finanziamento straordinario di 130mila euro. In media verranno distribuiti 1.300 euro a impresa.

La Regione nel frattempo è alle prese anche con il Ministero e l’Unione Europea per chiedere di sbloccare anche la pesca al ricciarello, presentando ulteriori studi che dimostrino che tale pesca non mette in discussione il ripopolamento ittico e gli equilibri del mare ligure.

Le misure straordinarie di sostegno alla pesca si aggiungono agli aiuti statali previsti per il comparto in crisi (e anch’essi prevedono un contributo una tantum di 1.300 euro da sommare a quello regionale) “rappresentano una boccata d’ossigeno per il settore”, così ha dichiarato l’assessore all’agricoltura Giovanni Barbagallo. E infatti la Legacoop Lega Pesca, ha pubblicamente ringraziato per tale sostegno da parte della Regione. Il presidente ligure di Legacoop, Gianluigi Granero, ha dichiarato: “Siamo consapevoli che questo stanziamento di 130 mila euro non risolverà i delicati problemi del settore ma è un passo avanti ed una dimostrazione di attenzione nei confronti delle questioni inerenti il comparto della pesca tradizionale ligure”.

barcheAllo scopo di garantire la qualità del prodotto, il rispetto dell’ambiente e la trasparenza delle informazioni ai consumatori, la Regione ha poi predisposto nuove regole per l’allevamento in acqua di orate e branzini. Il disciplinare è stato firmato in questi giorni dall’assessore Barbagallo, dal presidente di Legambiente Liguria Santo Gramatico e dal presidente di Aqua (la società che gestisce l’acquacoltura nella zona di Lavagna) Roberto Co.

Come ha spiegato l’assessore, l’obiettivo del nuovo regolamento “è quello di prevedere all’interno del santuario dei mammiferi marini nel mar ligure un alto controllo dei trattamenti farmacologici, dello stato sanitario degli animali e una sempre maggiore attenzione all’ambiente, attraverso una serie di misure che garantiscano il benessere dei pesci e conseguentemente del consumatore finale. In questo modo rinnoviamo un intesa che avevamo già sottoscritto nel 2007 a favore di un’acquacoltura sostenibile a garanzia di salubrità del prodotto”. 

Verranno pertanto monitorate continuamente: la densità della popolazione animale, l’ossigenazione dell’acqua, le caratteristiche dell’allevamento, il trattamento per i pesci e i mangimi loro somministrati. Tutti fattori essenziali per ottenere un prodotto sostenibile.

 

Potrebbe interessarti