Ballare per dire no alla violenza maschile contro le donne, con One Billion rising
Appuntamento il 14 febbraio, ore 16.30, sul Ponte Mazzini a Roma e con il flash mob in altre piazze della Capitale
“Ci saremo il 14 febbraio, tante e tutte insieme, sempre più combattive e determinate a ballare, contemporaneamente con altre colleghe di altri Paesi del mondo, affinché il nostro grido di dolore contro la contro la violenza maschile sulle donne possa essere ascoltato dai potenti del mondo”.
Con questo annuncio si è aperta la conferenza stampa di presentazione di “One billion rising” evento a cui la Convenzione “No more” ha voluto aderire, lo scorso 9 febbraio presso la Casa Internazionale delle donne.
Madrina dell’iniziativa inaugurale è stata la conduttrice Serena Dandini, sensibile all’argomento, che ha commentato così l’evento: “ho deciso di aderire a “No more” per rendere l’Italia un Paese degno di essere considerato civile”.
Casa Internazionale delle donne, Serena Dandini |
Se non si vede il video è necessario aggiornare o installare flash
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La Convenzione nazionale “No more” nasce nell’aprile del 2012 subito dopo l’omicidio di Vanessa Scialfa – giovane ventenne di Enna strangolata dal fidanzato – con il fine di sensibilizzare lo Stato italiano nei confronti della violenza contro le donne, tema poco affrontato nell’agenda politica dei nostri rappresentanti. La convenzione invita le istituzioni a confrontarsi su più tematiche e chiede al Governo che si costituirà a breve di verificare l’efficacia del Piano Nazionale contro la violenza sulle donne varato nel 2011. “Il documento, firmato circa un anno fa, vuole promuovere una cultura non discriminatoria verso le donne ed adottare ogni tipo di misura finalizzata a prevenire l’odiosa violenza maschile. Serve perciò, nel nostro Paese, una struttura di coordinamento, tra i vari centri antiviolenza, ad esempio, esistenti in tutta Italia” ha dichiarato a margine della Conferenza Stampa Vittoria Tola, Responsabile UDI (Unione Donne in Italia).
Grazie all’azione congiunta di più donne si è giunti a questo traguardo: la sottoscrizione della Convenzione “No more” da parte di migliaia di persone, centinaia di associazioni ed enti locali. Gli obiettivi da raggiungere sono molteplici: favorire la ratifica della Convenzione di Istanbul (siglata l’11 maggio 2011, volta a tutelare le donne contro ogni forma di maltrattamento) con un atto legislativo ch8e la declini secondo la normativa vigente nell’ordinamento italiano; creare una raccolta di dati sulle diverse forme di violenza subite dalle donne, dal momento che attualmente non esiste in Italia alcun registro comune che le cataloghi; incoraggiare attività mirate alla prevenzione di atti violenti e persecutori.
Accorato l’invito della giornalista Luisa Betta, fatto pervenire tramite una missiva ai tre candidati premier: Pierluigi Bersani, Nichi Vendola ed Antonio Ingroia. Dei tre esponenti di partito, solo Nichi Vendola ed Antonio Ingroia hanno dimostrato il loro interessamento, con modalità differenti, assicurando di poter dare concretezza alle istanze loro rivolte.
Oltre alla manifestazione danzante organizzata dalla Casa Internazionale delle Donne, di cui alleghiamo il programma, altri punti nevralgici della Capitale saranno teatro di un flash mob, sempre per sottolineare la negatività della violenza maschile: Piazza del Popolo, Ponte Sisto, Ponte Milvio e Campo de’ Fiori.
Secondo l’ultima indagine Istat, sviluppata nel 2006, le donne che tra i 16 e i 70 anni di età dichiarano di essere vittime di maltrattamenti fisici, psicologi ed atti persecutori sono in tutto 6 milioni e 743 mila. Solo nello scorso anno ci sono state ben 100 donne assassinate dai propri mariti o compagni, toccando l’impressionante record di un omicidio ogni due giorni. Tale situazione ha generato nel lessico comune la necessità di creare un nuovo vocabolo che ne riassumesse il fenomeno: femminicidio.
Uomini che odiano le donne? Speriamo che possa essere ricordato solo per il celebre titolo di un romanzo dello scrittore svedese Stieg Larsson.
Paola Paolicelli