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I nuovi scenari della comunicazione

I nuovi scenari della comunicazione

Si è tenuto a Roma il III Meeting della Comunicazione, organizzato dall’associazione Amici Giornalisti Pubblicisti. Dalla contaminazione tra comunicazione tradizionale a quella odierna, del web 3.0, fino alla comunicazione del futuro, con le strategie 4.0

Il cambiamento è sotto gli occhi di tutti ed esponenti del mondo della comunicazione, il 18 aprile 2013 a Roma, durante il terzo meeting della Comunicazione, intitolato quest’anno “Web giornalismo ed uffici stampa 2.0”, hanno fatto il punto della situazione.

Partiamo dalla prima forma di comunicazione delle notizie: quella giornalistica. In passato per lavorare un giornalista si avvaleva di semplici strumenti di contorno: un taccuino, una penna ed una macchina da scrivere, elementi che nell’attuale processo di evoluzione della professione giornalistica sembrano essere lontani dagli attuali sistemi di divulgazione e di organizzazione dell’agenda lavorativa.

Un esempio di quanto la contaminazione fra giornalismo tradizionale ed internet possa essere possibile è stato dato da Luca Zanini, giornalista responsabile della Redazione “Roma on line” del Corriere. Dopo oltre 25 anni vissuti in redazioni di carta stampata, è stato il testimone ideale del passaggio dal vecchio giornalismo tradizionale al nuovo giornalismo on line: “i giornalisti dei desk, quelli del web” dice “devono essere velocissimi e multitasking. Il nostro lavoro è basato sulla rapidità e spesso siamo chiamati a compiere più operazioni nello stesso tempo”. Durante il suo intervento, Zanini ha illustrato la grande differenza tra i giornalisti tradizionali, che a malapena rispondono al telefono, e quelli “multimediali”, che sanno usare contemporaneamente tutte le apparecchiature tecnologiche e le modalità comunicative che il progresso ha messo a disposizione: sulle loro scrivanie campeggiano doppi o tripli schermi, usano costantemente twitter e skype, hanno vari cellulari e videofonini, ecc.. Nella redazione del Corriere si riconosce subito insomma chi lavora per la testata online da chi esclusivamente per quella di carta stampata ed è proprio tra questi ultimi che il Corriere licenzierà nell’arco dei prossimi tre anni ben 110 giornalisti.

L’intervento di Zanini, dal titolo “Come è evoluto il rapporto tra uffici stampa nell’era del giornalismo online?” è diretto a chi svolge il lavoro di addetto stampa, che in futuro sarà sempre più chiamato a svolgere il ruolo di supplente dei giornalisti, poiché questi ultimi hanno da vagliare innumerevoli agenzie, inviti e comunicati in pochissimo tempo. Egli spiega che, perché una redazione possa prendere in considerazione un comunicato stampa, occorre che esso sia realizzato per attrarre l’attenzione in modo rapido e con la notizia immediatamente riconoscibile, possibilmente indicata già all’oggetto. Il comunicato non deve essere più quello tradizionale, ma essere realizzato proprio come un articolo e nell’e-mail di invio devono essere contenuti: un occhiello, un titolo, un sottotitolo (catenaccio) e appena tre righe di illustrazione della notizia principale. L’indispensabile per attrarre l’attenzione di un giornalista online, che svolge varie attività nello stesso tempo e ne ha pochissimo a disposizione per effettuare una scelta.

“Il problema che sollevo” aggiunge “riguarda i colleghi degli uffici stampa, poco inclini a venire incontro alle nostre necessità. Siamo, ad esempio, sommersi da mail con allegati pesanti che non dovremmo ricevere più nella posta deputata a raccogliere notizie, ma in quella creata per file di grandi dimensioni. Per inviare un comunicato stampa pesante, si deve chiedere il permesso. Sarebbe bello se la collaborazione tra mondi così diversi avvenisse su fronti comuni e che i giornalisti del mondo 2.0 potessero ricevere dai colleghi degli uffici stampa notizie ben costruite per generare prodotti di eccellenza”.

E riguardo agli uffici stampa durante il meeting ha parlato di questi ultimi un esponente di eccellenza: Jacopo Gilberto, portavoce dell’attuale Ministro per l’Ambiente Corrado Clini. Nel suo intervento, dal significativo titolo “Dal forum ai social, dal take al tweet”, Gilberto ha anche dato una sua visione del futuro del mondo della comunicazione e dell’informazione: pochi giornali di alta qualità ma molto cari (2 o 3 euro) realizzati per un pubblico di amatori, mentre la massa della popolazione si rivolge esclusivamente al web. La morte dell’editoria classica dunque, che verrà sostituita dal web.

Anche il mondo televisivo risente delle contaminazioni del web, secondo Angiolino Lonardi, Vice direttore Rai a capo del settore Strategie tecnologiche nonché creatore di Rai Utile, il primo canale del digitale terrestre. Lonardi dà della tv una immagine interattiva in cui è lo stesso telespettatore a divenire protagonista, attraverso la creazione di post indirizzati ai principali programmi televisivi. In questo modo, in tempo reale, vengono modificati i palinsesti, assecondando, laddove fosse possibile, i desideri del pubblico televisivo. Inoltre, egli fa presente come, secondo uno studio recentemente pubblicato da Accenture, la dieta mediatica del prossimo futuro vedrà ben 400 miliardi di apparati in rete: “una variopinta umanità che interviene nel processo comunicativo, indistinguibile nei ruoli”. Anche Lonardi ha la stessa visione del futuro dei precedenti relatori: l’intermediazione giornalistica classica con grandi redazioni, compresa quella televisiva basata su grandi apparati, tralicci, ecc. sta scomparendo per essere sostituita da modalità comunicative rapide e snelle. Allo stesso tempo, però, aumenta il numero delle persone interessate alle informazioni. Per questa ragione il ruolo del giornalista e dell’esperto della comunicazione non va perduto, ma va rinnovato. Il paradigma cambia, ma il lavoro del giornalista è fondamentale, come garanzia di una notizia vera, verificata e verificabile. Spiega Lonardi: “ci si riveste di nuovi ruoli, si devono realizzare i contenuti giusti per gli utenti giusti e dare informazioni corrette reimpossessandoci di tutto il ciclo della comunicazione per arrivare bene a tutti in poco tempo e con pochi soldi”.

Di comunicazione sul web e dei suoi risvolti anche a livello commerciale, ha parlato Mauro Cervini, CEO di Easyverbox, una società che opera nel campo della consulenza finanziaria e dell’internazionalizzazione i cui clienti principali sono le PMI. Proprio per andare incontro alle esigenze di carattere commerciale delle aziende contemporanee – e per di più in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo – è indispensabile saper utilizzare le nuove modalità comunicative e sviluppare una strategia in cui il marketing, la comunicazione e le forme di investimento tradizionali vengano integrati per dar luogo a un rilancio del proprio business. Cervini afferma che le imprenditrici e gli imprenditori devono superare dei limiti che sono di ordine culturale, poiché non conoscono le nuove modalità comunicative e pensano solo alle classiche agenzie pubblicitarie. In realtà oggigiorno le strategie che si possono utilizzare sono moltissime e superano di gran lunga la pubblicità tradizionale, ormai obsoleta (per fare un esempio vi invitiamo a leggere i nostri articoli, soprattutto quello sulle elezioni politiche) se non viene sviluppata e integrata in un piano comunicativo nuovo e adatto alle esigenze della società contemporanea. Persino il web è cambiato, si è modificato e si è evoluto tanto da fornire una unica piattaforma crossmediale alla quale chiunque, in ogni luogo e in ogni momento può accedere.

comunicazione

La descrizione dell’evoluzione del world wide web è stata affidata a Carlo Arcidiacono, responsabile della comunicazione integrata della società Easyverbox. “Con l’avvento di internet” ha spiegato “è cambiato il modo di gestire affari e comunicazioni: fino al 1995 gli internauti sul web avevano poche possibilità di contatto, che si limitavano alla posta elettronica, secondo una comunicazione asincrona. Con il passaggio ad un modello più strutturato della rete, il cosiddetto web 2.0, nasce la comunicazione di gruppo, in tempo reale, grazie alla mediazione dei social network. Diventano così elementi essenziali del comunicatore la tempestività, l’interattività e la personalizzazione”.

Il meeting è proseguito con una tavola rotonda coordinata dal giornalista nonché funzionario della Casagit (Cassa Autonomia di Assistenza ai Giornalisti Italiani) Massimo Di Russo, presidente dell’associazione organizzatrice (vicepresidente è il giornalista e sociologo della comunicazione di massa Maurizio Pizzuto).
La tavola rotonda, diretta a chi lavora nel settore dell’informazione, ha riguardato “il Welfare dei free lance e dei pubblicisti”. I relatori sono stati i giornalisti: Giovanni Rossi, Presidente FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana); Massimo Marciano, consigliere INPGI; Mario Antolini, dell’associazione Stampa Parlamentare e delegato Casagit. Durante questa tavola rotonda si è parlato in particolare del nuovo giornalismo, quello contemporaneo e quello del futuro. Il giornalista del futuro, come hanno ribadito i relatori, sarà multimediale, tanto è vero che il presidente della FNSI, il sindacato unico dei giornalisti italiani, ha creato “digiti”, il gruppo di lavoro dei giornalisti solo digitali. “L’essere un giornalista multimediale” ha detto, “e dunque in grado di fornire contenuti in formato video, audio, scritto, fotografico ecc., non significa che si debba essere pagato di più: nell’orario di lavoro, qualunque mezzo si utilizzi e in qualunque modalità si faccia il proprio servizio giornalistico, la tariffa resta la stessa”.

Al termine del meeting vogliamo trarre una prima conclusione, forse la più ovvia: i vecchi e i nuovi mezzi di comunicazione potranno viaggiare l’uno accanto all’altro solo se sapranno trovare un punto d’incontro, in un dialogo condiviso. Altrimenti, il nuovo surclasserà il vecchio. E, per chi lavora nel mondo della comunicazione la decisione è una sola, se non si vuol correre il rischio di essere “rottamati”: aggiornarsi e imparare ad usare le nuove tecnologie e le nuove modalità comunicative.

Paola Paolicelli

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