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Imprenditoria innovativa. Il divario tra Stati

Innovazione in Europa

Imprenditoria innovativa. Il divario tra Stati

Nell’Unione Europea i vari Stati membri presentano una sempre maggiore differenziazione riguardo all’innovazione. È quanto emerge dal Quadro valutativo dell'”Unione dell’innovazione” 2013, che fa una classifica degli Stati membri dell’UE. L’Italia tra i mediocri, a causa degli scarsi investimenti delle imprese

Mentre i Paesi più innovativi hanno ulteriormente migliorato la loro performance, altri non registrano alcun progresso. La classifica vede al primo posto la Svezia, seguita da Germania, Danimarca e Finlandia. E i migliori progressi dall’anno scorso nel campo dell’innovazione sono stati registrati in Estonia, Lituania e Lettonia.

Sono le PMI a fare da traino in tutta Europa per l’innovazione unitamente ai sistemi di ricerca che rappresentano una delle eccellenze dell’UE. Purtroppo, a influire negativamente sulla resa innovativa è il calo delle attività economiche e soprattutto degli investimenti in capitali di rischio dovuto alla crisi, calo che è ormai continua dal 2008.

Secondo il Quadro valutativo dell’“Unione dell’innovazione” 2013, che classifica gli Stati membri in quattro gruppi a seconda del livello di innovazione, la situazione è la seguente:
1) Leader dell’innovazione: Svezia, Germania, Danimarca, Finlandia. Tutti caratterizzati da una resa molto al di sopra della media europea;
2) Paesi che tengono il passo: Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Austria, Irlanda, Francia, Slovenia, Cipro, Estonia. Tutti Paesi con risultati superiori alla media UE;
3) Innovatori moderati: Italia, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta, Lituania. Tutti questi Paesi hanno risultati inferiori alla media europea (da notare che sono anche i Paesi con una situazione economica interna critica);
4)  Paesi in ritardo: Polonia, Lettonia, Romania, Bulgaria. Tutti nettamente al di sotto della media UE.

livello innovazione

Se esiste una notevole differenza tra Paesi nel campo dell’innovazione, bisogna focalizzare l’attenzione sui punti di forza di quelli che si trovano nelle prime posizioni. Lo hanno fatto i relatori del Quadro, spiegando che i Paesi più innovativi nell’UE condividono una serie di punti di forza nell’ambito dei loro sistemi di ricerca e innovazione, tra cui un importante ruolo delle iniziative di innovazione delle imprese e del settore dell’istruzione superiore. Le imprese di tutti i leader dell’innovazione hanno buoni risultati in termini di spesa per la ricerca e lo sviluppo (R&S) e di domande di brevetti. Essi hanno anche in comune un settore dell’istruzione superiore altamente sviluppato e forti legami tra il mondo industriale e quello della scienza.

Nel presentare i risultati dell’indagine, il Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l’industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani, ha affermato: “i risultati di quest’anno indicano che in alcune parti d’Europa la crisi economica ha influito negativamente sull’innovazione. Investire nell’innovazione è fondamentale se vogliamo mantenere la nostra competitività globale e rilanciare la crescita in Europa. Dobbiamo incoraggiare l’imprenditorialità poiché le PMI sono un volano essenziale dell’innovazione”.

Anche Máire Geoghegan-Quinn, commissario responsabile per la ricerca, l’innovazione e la scienza, ha battuto su questo punto, affermando: “l’innovazione dovrebbe essere al centro delle agende politiche di tutti gli Stati membri. La nostra più recente relazione sullo stato dell’‘Unione dell’innovazione’, anch’essa pubblicata oggi, indica che nel 2012 abbiamo realizzato progressi su alcune delle grandi tematiche come il brevetto unitario e le nuove regole per i fondi di capitali di rischio, ma dobbiamo avanzare ancora di più per evitare di avere in Europa un divario dell’innovazione”.

La Commissione europea ha infatti pubblicato nello stesso giorno una relazione complementare al Quadro valutativo: la relazione sullo stato dell’Unione dell’innovazione, che indica tra gli altri la situazione dei singoli Paesi rispetto all’innovazione. Per quanto concerne l’Italia, eccone una sintesi:
“L’Italia è uno degli innovatori moderati, con prestazioni sotto la media.
I punti di forza relativi risiedono in innovatori, effetti economici.
I punti di debolezza relativi si registrano invece in finanziamenti e aiuti, investimenti delle imprese.
Una crescita elevata si registra nelle vendite di innovazioni per il mercato e per le imprese nonché nelle entrate dall’estero derivanti da licenze e brevetti. Un forte calo si osserva negli investimenti in capitali di rischio e nelle spese per l’innovazione diverse da quelle per attività di R&S. I risultati in materia di crescita per i sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi e gli effetti economici sono ben sopra la media, mentre gli investimenti delle imprese sono ben sotto la media”.

Per quanto concerne il raffronto tra la situazione dei Paesi dell’UE e il resto del  mondo, viene confermata la posizione della Svizzera quale leader assoluto dell’innovazione, che supera regolarmente tutti i paesi dell’UE. I risultati di quest’anno indicano nuovamente che la Corea del Sud, gli USA e il Giappone hanno risultati superiori a quelli dell’UE.
Il vantaggio della Corea del Sud rispetto all’UE sta aumentando, ma dal 2008 l’UE è stata in grado di colmare di quasi la metà il proprio divario con gli USA e il Giappone.

L’UE è ancora notevolmente arretrata rispetto ai leader globali soprattutto in termini di spesa delle imprese per R&S e di brevetti. L’UE continua però a produrre risultati migliori di Australia, Canada, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
Il distacco con la Cina si sta riducendo, mentre rimane stabile con gli altri paesi BRICS ed è aumentato rispetto all’Australia e al Canada.

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