Terra Futura: com’è andata la decima edizione

Quasi 90mila visitatori alla mostra-convegno della sostenibilità nel lavoro, nella produzione e nel consumo. Tra gli argomenti affrontati: il Green & Social Business, la lotta delle imprese contro la mafia, le opportunità offerte dai programmi europei

È una comunità di quasi 90mila persone, 87mila per la precisione, quella che si riconosce nei valori di “Terra Futura”, la kermesse da ormai da 10 anni propone al grande pubblico cosa significa vivere, lavorare, produrre e fare economia in modo etico e responsabile.

Ospitata come di consueto a Firenze, alla Fortezza da Basso, nelle oltre 500 aree espositive di Terra Futura si sono alternati oltre 800 relatori, esperti di ambiente, governance, diritti e legalità, italiani e stranieri.

E al centro della 10ima edizione, quella che si è appena tenuta a Firenze, il tema “Dieci anni dopo: oltre la crisi per una nuova Europa”. Uno degli appuntamenti più attesi dal mondo imprenditoriale, all’interno del ricchissimo programma espositivo e culturale, è sempre la “Borsa delle imprese responsabili”, che nel 2013 ha dato vita a 520 incontri volti a favorire nuove opportunità di Green & Social business tra 105 aziende aderenti.

“Il bilancio è senza dubbio molto positivo perché il pubblico, sempre molto eterogeneo, ha risposto ancora una volta con apprezzamento e affetto nei confronti di Terra Futura” afferma Andrea Baranes, Presidente di Fondazione culturale Responsabilità etica “forse anche grazie alla combinazione vincente tra analisi teorica, ossia l’ampia proposta di convegni, workshop e seminari, e buone pratiche presentate dagli espositori e sperimentate nei laboratori. Terra Futura si conferma ancora una delle manifestazioni sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale più importanti in Italia, in Europa ma anche a livello internazionale”.

Come di consueto, Terra Futura è stata promossa da Fondazione culturale Responsabilità etica per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale, insieme ai partner Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente.

Imprese contro la mafia

imprese contro mafiaTra i tanti temi dibattuti si è parlato di legalità e diritti: sconfiggere il malaffare è possibile? Quale dev’essere il ruolo del mondo imprenditoriale in questo ambito? Si deve cedere a compromessi, ad evadere il fisco per arrivare a fine mese o, peggio, a rivolgersi ad usurai e mafiosi per avere accesso a denaro contante? In base ai dibattiti che si sono tenuti a Terra Futura sembra che, per lottare efficacemente contro la criminalità organizzata, si debba partire sostenendo la garanzia dell’accesso al credito e lo sviluppo di una cultura della responsabilità sociale d’impresa. Un’azione di contrasto che può portare frutti solo se condotta a livello europeo, da istituzioni consce che le mafie non hanno confini, e da cittadini che sanno riconoscere le forme in cui il “nemico” si manifesta nella vita di tutti i giorni.

È intervenuto in merito il Vicepresidente vicario del Parlamento Europeo Gianni Pittella che ha ricordato che in Europa si sta già lavorando a una direttiva per favorire l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia, ma che oltre a questo esistono già strumenti concreti come le norme contro il riciclaggio, organismi come l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, l’Ufficio di Polizia europeo e l’Unità europea di cooperazione giudiziaria. Presente a Terra Futura anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Maria Sabelli che ha detto che “Contro le mafie e l’illegalità occorre un processo di armonizzazione delle legislazioni esistenti, anche se non è cosa semplice data la presenza di legislazioni strutturalmente diverse fra loro”.

Programmazione europea

Ambiente, economia sostenibile, necessità di dare avvio ad una legge univoca sulle transazioni finanziarie: tanti, tantissimi i versanti sui quali si è articolata la discussione fruttuosa di Terra Futura.
Su un fronte più istituzionale, citiamo il monito della Regione Toscana in relazione alla programmazione dei Fondi Sociali Europei. Al suo stand, l’amministrazione regionale ha avuto modo di ricordare che parte dei fondi del programma Fesr Por Creo 2007-2013 sono stati utilizzati per progetti legati a impianti che utilizzano energie rinnovabili, infrastrutture per la valorizzazione di aree e parchi naturali, interventi per l’adeguamento sismico di scuole e altri edifici, messa in sicurezza, bonifica e riqualificazione ambientale di siti inquinati e discariche, risparmio energetico e sistemazione idraulica.

“Il Por Creo costituisce per la Toscana la principale fonte di risorse per lo sviluppo” ha detto l’Assessore regionale ad attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini. “È per questo che stiamo da tempo lavorando al programma del prossimo periodo 2014-2020 ed è per questo che guardiamo con preoccupazione ai ritardi che si registrano a livello europeo”. L’assessore ha spiegato che si sta cercando di recuperare il ritardo per fare in modo che, dal 1 gennaio del 2014, non vi sia soluzione di continuità nell’utilizzo dei fondi. “La Regione Toscana farà la sua parte, ma chiediamo anche al governo” ha aggiunto “di anticipare le risorse che gli competono come quota di compartecipazione. Si tratta di una fonte di finanziamento essenziale che, se venisse a mancare, rischierebbe di mettere in ginocchio l’intera programmazione toscana”.

 

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Agnese Fedeli

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