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La formazione nelle imprese italiane

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La formazione nelle imprese italiane

Oltre la metà delle aziende italiane con almeno 10 dipendenti ha svolto attività formativa professionale per aggiornare i propri addetti. Sono i corsi di formazione quelli preferiti dalle aziende che investono proporzionalmente alla propria grandezza

Pubblicato lo studio Istat sulle aziende che, al loro interno, fanno formazione. Lo studio ha cadenza periodica pluriennale e quello pubblicato ora analizza la situazione fino al 2010. E come sempre si investe di più per gli uomini e di meno per le donne, anche per la formazione.

Se nel 2005 la quota di imprese che faceva aggiornare i propri addetti era meno di un terzo (32,2%), dopo cinque anni, nel 2010, la quota ha superato la metà (55,6%). Un notevole miglioramento anche se rimaniamo al di sotto della media europea dove sono i due terzi (66%) le aziende che fanno frequentare corsi di formazione ai propri dipendenti.

In Italia l’84,2% delle aziende che aggiornano i propri addetti prediligono i corsi di formazione e per la precisione: di quelle che appartengono alla fascia tra “10-19 addetti” la metà svolge attività di formazione (49,4%) , in quella “250-499 addetti” la percentuale è dell’’87,7% mentre nelle classi dimensionali superiori si arriva al 90%.
E a preferire che i propri dipendenti siano perfettamente aggiornati sono soprattutto le imprese del settore finanziario (92,6% delle imprese che operano nei servizi finanziari).
Così, in tutto, nel 2010 sono stati formati più di 3 milioni di lavoratori (il 36% del totale degli addetti) ma  come sempre con una gran disparità tra uomini e donne: si è investito nella formazione del 67,3% degli uomini e solo del 32,7% delle donne.

Il motivo che spinge le imprese a formare i propri dipendenti è nel 58% dei casi quello tecnico-operativo, per sviluppare le competenze professionali o aggiornare ma va messo a confronto con il motivo addotto per la non formazione: l’82,6% delle imprese che non vogliono investire in tal senso considera che la formazione non sia necessaria perché il proprio personale è già qualificato. Solo il 26,6% dichiara invece che i costi della formazione professionale siano troppo elevati. Se possiamo essere d’accordo su questa seconda motivazione riteniamo insensata la prima, anche perché – oltretutto – la formazione continua è ormai sancita anche dalla stessa legge sia italiana che europea. Purtroppo l’ignoranza delle regole causa problemi a chiunque entri in contatto con imprese che la pensino in tal modo e causa problemi anche agli stessi dipendenti, soprattutto in tema di sicurezza.

/Imprese formatrici nell UE

Per quanto riguarda la localizzazione geografica, si trova in Trentino Alto Adige la maggioranza delle imprese che svolgono attività di formazione: il 70,6% in Provincia di Bolzano e il 64,1% in Provincia di Trento.
In generale, le regioni del Nord mostrano un’incidenza della formazione al di sopra della media nazionale, mentre le imprese del Centro e del Mezzogiorno si collocano prevalentemente al di sotto della media.
Formazione x regione

Sono gli uomini i più coinvolti dalle imprese nei corsi di formazione: nel 2010 sono stati il 36% degli addetti nel totale delle imprese, con un incremento rispetto al 2005, di circa 3 punti percentuali. Se si considerano le sole imprese che hanno svolto corsi di formazione, la partecipazione ha riguardato oltre la metà degli addetti, con un lieve incremento dal 49,4% del 2005 al 50,7% del 2010.
Analizzando la composizione per genere dei partecipanti, emerge uno scarto tra femmine e maschi di oltre 3% a favore di questi ultimi (il 37,1% contro il 33,9%); nel 2005 la differenza era di due punti percentuali (il 29,5% contro il 27,5%) ed è dunque aumentata, facendo crescere il divario di un ulteriore punto percentuale.
Il gap di genere si manifesta in particolare nelle piccole imprese e diminuisce all’aumentare della dimensione aziendale.
Partecipanti formazione x sesso

Si intende dunque risparmiare sulla formazione delle donne, dal momento che il costo medio di un’ora di formazione è pari a 55 euro per lavoratore. Considerando che in media nel 2010 sono state erogate oltre 71 milioni di ore, con una media di 23 ore a partecipante, la spesa non è stata indifferente. In particolare, le imprese italiane con almeno 10 addetti hanno speso 1.127 milioni di euro in costi diretti, relativi a docenti, servizi esterni, infrastrutture ecc. A tali costi si aggiungono 2.405 milioni relativi al costo del lavoro per le ore impegnate nell’attività formativa e circa 365 milioni come saldo tra i contributi pagati e i finanziamenti ricevuti, per un costo totale di 3.896 milioni di euro.

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