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Cittàslow: la lentezza per favorire il buon vivere

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Cittàslow: la lentezza per favorire il buon vivere

Hanno aderito a Cittàslow 73 città italiane e 27 Paesi nel mondo. Il plauso del Ministro Delrio durante l’incontro del Censis

 

Una lumaca che sorregge delle abitazioni è il simbolo che Cittàslow ha scelto per la propria associazione e che bene si sposa con le finalità del movimento, i cui obiettivi sono stati illustrati durante l’incontro intitolato “Risorse del territorio e buona politica per risvegliare l’Italia” che si è tenuto lo scorso 12 settembre presso il Censis di Roma.

 

Cittàslow è nato nel 1999 ad Orvieto grazie all’intuizione di Paolo Saturnini, sindaco di Greve in Chianti, e da quel momento ha esteso i suoi orizzonti in 27 Paesi del mondo con l’intenzione di diffondere i principi del buon vivere e del rispetto del patrimonio circostante.
Piergiorgio Oliveti, in doppia veste di moderatore e di direttore di Cittàslow International, in occasione dell’incontro presso la sede del Censis, ha elencato i principi dell’associazione. Tra questi: il rispetto per l’identità locale, per l’ambiente naturale e per il paesaggio, senza tralasciare le biodiversità, affidandosi all’ausilio di tecnologie per la sostenibilità. Completano il piano il ricorso al risparmio e il riuso di vecchi materiali, idee comuni che vengono applicate sia nei centri urbani che in quelli rurali. Nasce così il modello di una “città ideale” basata sulla forte inclusione sociale con il coinvolgimento dei cittadini, sulla volontà di contrastare la criminalità, sulla diffusione di spazi verdi e sul consumo di cibi provenienti dal tessuto locale.

Il rilancio dell’associazione è stato uno degli argomenti dominanti della giornata, rilancio che si può ottenere grazie alle continue progettualità che provengono da più fronti. Costituisce un esempio di innovazione la creazione di una banca dati (presentata durante l’incontro) che raccoglie tutte quelle buone pratiche che nel tempo sono state protagoniste delle azioni delle città slow. Naturalmente, grazie ad essa, è possibile offrire ad altre realtà locali degli spunti organizzativi, accessibili sia agli associati che ai non associati.

“Grande rilevanza” ci dice Tommaso Sgueglia, Coordinatore Cittaslow Italia e sindaco di Caizzo (Comune del Casertano), “è stata data ad alcuni piani promozionali, come i sacchetti biodegradabili”.
Nel suo intervento, Sgueglia ha voluto anche sottolineare una difficoltà incontrata: “una puntualizzazione è a mio avviso doverosa: il nostro operato di amministratori pubblici si scontra con la crisi attuale e con dei fondi contenuti, condizioni che non ci agevolano affatto. Quindi mi piace dire che il nostro impegno è finalizzato a migliorare il tenore di vita dei cittadini, senza però sconfinare nell’irreale, perché la città perfetta non esiste”.

Il concetto di realtà sostenibili è stato approfondito dagli altri relatori intervenuti. Gian Luca Marconi, Presidente di Cittàslow International, si è così espresso: “la situazione che stiamo vivendo a livello planetario ci porta a dover trovare delle risposte concrete con senso di responsabilità e d’urgenza. La riflessione di Cittàslow non è altro che la sintesi di esperienze condivise dai sindaci di piccole realtà locali, capaci di migliorare il loro mondo attraverso il principio ispiratore della lentezza, che si configura come valore positivo e che può generare un comune senso d’identità”.
“Da tredici anni” ha aggiunto Marconi “sono stati strutturati migliaia di progetti, non sempre vincolati dalla crescita quantitativa e dal consumo”.

Apprezzamento per l’azione di Cittàslow è stato manifestato da Giuseppe Roma, direttore Generale del Censis e padrone di casa: “l’importanza dell’ecologia e del buon vivere non è da sottovalutare e queste piccole città che non superano i cinquantamila abitanti sono un esempio perché valorizzano il territorio e contemporaneamente generano nuove economie ed opportunità di lavoro. L’idea fondante del movimento, quella del buon vivere, rappresenta il maggior patrimonio che il nostro Paese possa dare al resto del mondo, insegnando così, a contesti di rilevanza internazionale, come si possa vivere all’insegna di antichi valori”.

Ha concluso i lavori il Ministro Graziano Delrio, che ha elogiato il movimento costituito da piccole città capaci di diventare “grandi” perché testimonial del “buon vivere” nel resto del mondo. “Sono lieto di appoggiare il percorso delle tante città slow, perché questi centri hanno optato per un nuovo modello di sviluppo, più conviviale e sostenibile. Nell’autonomia e nella diversità è possibile trovare tante risposte ai problemi occupazionali grazie a nascenti economie che si sviluppano”, ha affermato il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

Uno dei risultati di Cittàslow? È stato fornito, al termine dell’incontro, da uno slowlunch, degustazione di prodotti del Caiatino, delizie difficilmente rintracciabili sulle nostre tavole.
Il nostro auspicio è che anche le città metropolitane, pur considerando la maggiore estensione territoriale ed abitativa, possano imitare Cittàslow, perché la possibilità di vivere bene non è una chimera, ma è una condizione concreta che tutti dovremmo condividere.

 

Paola Paolicelli

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