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Lo stato di salute del sistema Italia

Lo stato di salute del “sistema Italia”

Presentato a Roma il rapporto annuale dei Cavalieri del Lavoro in collaborazione con il Censis

Un Paese dinamico, una struttura industriale di medie e grandi imprese solida che punti alla innovazione e alla ricerca, che sappia valorizzare le eccellenze, che creda nella meritocrazia e che abbia una visione chiara del futuro: è questo il modello Italia che i Cavalieri del Lavoro auspicano. Tutte le carte sono in regola per giocare il proprio ruolo ma servono degli aiuti concreti e, nel pessimismo generale, la presentazione del rapporto annuale e i risultati ottenuti fanno ben sperare per il futuro.

Si è svolta a Roma, giovedì 3 ottobre, a Palazzo Corsini (Accademia Nazionale dei Lincei), la presentazione della seconda edizione della ricerca “Idee e proposte per la competitività del sistema Italia” realizzata dall’Osservatorio sulle medie imprese dei Cavalieri del Lavoro istituito dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro in collaborazione con il Censis. L’obiettivo è di fornire, da un lato, un quadro aggiornato della situazione del nostro sistema produttivo e, dall’altro,  di approfondire la questione legata al mondo dei giovani e del lavoro e della valorizzazione dei talenti. Il tutto prendendo a campione delle imprese qualificate, ovvero un panel specifico di imprese italiane guidate dai Cavalieri del Lavoro. L’indagine è stata realizzata da marzo a maggio 2013 e si è rivolta a 144 cavalieri del lavoro di cui 103 hanno risposto alla versione integrale (comprensiva delle domande alle imprese) del questionario e 41 alla versione panel con le sole sezioni sullo scenario economico ed i giovani.

Il workshop è stato introdotto dal presidente della Federazione Nazionale, Benito Benedini, e da Giuseppe Roma, direttore generale del Censis; poi si sono susseguiti gli interventi degli ospiti che  hanno fornito dati, statistiche e testimonianze dirette e che hanno avvalorato le tesi esposte.
Non è mancato il riferimento all’articolo 1 della Costituzione invitando i giovani a riflettere sulla dignità del lavoro.
“L’esigenza prioritaria è avere un Paese stabile politicamente, capace di valorizzare le sue eccellenze. Abbiamo già cominciato a pagare alla debolezza politica un prezzo che mette a repentaglio le ormai scarse opportunità di ripresa e che rischia di diventare enorme” ha detto il presidente  Benito Benedini commentando i risultati della ricerca. “Per innescare la ripresa, tra le priorità da affrontare occorre far leva sulla riduzione del carico fiscale – a partire dal famigerato cuneo – per far ripartire assunzioni e crescita della domanda interna, e il rilancio degli investimenti in ricerca e sviluppo”.
Il rapporto evidenzia l’“affaticamento progressivo delle imprese rispetto alla crisi”. La competitività non ha mai abbandonato le imprese italiane: è rimasta intatta, ma il peso della burocrazia e dei costi impropri restano i principali problemi che affliggono le aziende. Emerge quindi che una riduzione del carico fiscale può essere la “ricetta giusta” per un nuovo decollo e rimettere in moto il meccanismo della crescita della domanda interna e di nuove assunzioni.

Secondo i Cavalieri del Lavoro la ripresa potrà avvenire nel 2014/2015 con le opportune misure da adottare fra le quali dare “dinamicità al lavoro, dall’imprenditore all’operaio, alleviando la problematica del peso fiscale”.
Importanza fondamentale è data anche all’innovazione e alla ricerca: la testimonianza e l’intervento, a tal proposito, di Angelo Michele Vinci sono stati molto espliciti e significativi. Il presidente della Masmec, grande realtà industriale del nostro Paese nel campo della meccatronica – che  ha investito non meno del 15% del fatturato nella ricerca “per costruire, capire e crescere insieme” – ha sottolineato l’importanza dei due fattori.
I prodotti italiani hanno le caratteristiche della qualità, dell’innovazione e della concretezza, che sono armi vincenti. La Masmec partecipa a progetti di ricerca da circa 15 anni con un gruppo di persone e crede e attua l’affiancamento che “è motivante per lo studente e fondamentale per l’azienda” mediante corsi interni e scambi con varie università. Riprendendo il discorso d’apertura di Giuseppe Roma il quale aveva sottolineato che “l’innovazione si basa sui giovani”, Vinci rivolgendosi alla platea ha detto: “avete la possibilità di portare linfa nuova in azienda, lo spirito di squadra che può far rifiorire l’azienda” stessa.  Non si lamenta della scuola, reputa ottima la laurea quinquennale ma provvedere all’affiancamento ha la sua dose massiccia di importanza.

I giovani talenti

Parallelamente ai temi di carattere generale è stato approfondito l’argomento specifico della valorizzazione dei giovani talenti. È nota l’attenzione che la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro rivolge al mondo dei giovani e alle nuove generazioni: ben l’86,2% delle aziende guidate dai Cavalieri collabora con scuole o università mediante stage e tirocini e punta proprio sui giovani tanto che circa il 35% degli occupati ha meno di 35 anni.
Un’attenzione particolare è data alla formazione: le aziende gestite dai Cavalieri del Lavoro reputano positiva la formazione teorica ma non soddisfacente la preparazione tecnica nella quale invece sono migliori i giovani stranieri.
Quasi la metà dei Cavalieri del Lavoro giudica inadeguata l’istruzione secondaria e di concerto  boccia la laurea triennale mentre valuta postiva la laurea quinquennale che fornisce invece competenze adeguate. Giovani italiani talentuosi, creativi e preparati, aziende e sistema della formazione andrebbero raccordati in un programma di collaborazione maggiore che ponga al centro la meritocrazia.

Infine ci si è soffermati sulla riforma Fornero, giudicata inefficace dai Cavalieri del Lavoro e che trova un riscontro positivo soltanto nel 22,9% delle aziende prese a campione.
“I giovani hanno voglia di crescere” ha affermato nel suo breve ma conciso ed applaudito intervento il Cavaliere Marino Golinelli, presidente della Fondazione Marino Golinelli, che ha focalizzato l’attenzione sui temi del futuro e della competitività nel mondo. “È nostro compito dare ai giovani la possibilità di vedere positivo” ha detto, sottolineando che la crescita dei talenti attraverso una adeguata formazione deve essere inserita però in un contesto più globale e più competitivo, migliorando anche la burocrazia, la cultura e divulgando il senso civico e la responsabilità sociale.

Insomma dall’indagine emerge confermata la solida realtà industriale delle medie e grandi imprese italiane dirette dai Cavalieri del Lavoro e la loro capacità competitiva sul mercato, ma esse risultano oberate e “affaticate” dal fardello fiscale, dalle carenze infrastrutturali e dalla complessità burocratica. Si evidenzia inoltre la necessità di un allineamento fra il mondo della formazione e delll’istruzione e la realtà delle aziende.
Queste imprese possono quindi reagire alla crisi cogliendo le opportunità offerte dai nuovi mercati, attuando strategie innovative e puntando sulla ricerca e sul talento dei giovani.

Maria Rita Parroccini

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