Aliquote Tasi: fissate solo dal 10% dei Comuni
È caos sulla Tasi. Secondo uno studio reso noto dalla Uil sono 832 i comuni, su 8092, che hanno deliberato su aliquote ed eventuali detrazioni e, di questi 832, solo 513 le hanno pubblicate sul sito del Ministero dell’economia e delle Finanze…
I Comuni hanno tempo fino a venerdì 23 maggio per le delibere. Inoltre ogni municipio può decidere le aliquote che vuole e declinare le svariate detrazioni a seconda di come intende fissare l’imposizione tenendo conto dei diversi profili dei contribuenti. Su questo quadro è intervenuta la decisione di questi giorni del Governo che «per venire incontro da un lato alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali, e dall’altro all’esigenza di garantire ai contribuenti certezza sugli adempimenti fiscali» ha prorogato da giugno a settembre il pagamento della prima rata della tassa sui servizi indivisibili (ma solo per quei Comuni che il 23 maggio non hanno ancora deciso quale aliquota applicare, per tutti gli altri si pagherà alla scadenza attuale del 16 giugno), per dare più tempo ai Comuni che potranno decidere dopo le elezioni a consigli rinnovati.
Nel mese di aprile il Governo aveva deliberato le regole per la nuova imposta, anche se pochi cittadini avevano la certezza dell’importo da pagare, solo il 10% dei Comuni ha infatti deliberato su aliquote. La legge ha previsto che, in caso di mancata delibera sulle aliquote, i proprietari di prima casa potranno pagare tutto entro il 31 dicembre 2014.
Tornando allo studio elaborato dalla Uil i Consigli Comunali degli oltre 8.000 municipi italiani potrebbero viaggiare, ognuno per conto proprio e decidere gabelle diversificate, partorire un «monstrum» nazionale di 75 mila combinazioni diverse di applicazione dell’imposta. A livello concreto sembra che la Tasi costerà all’incirca quanto l’Imu e che in diversi comuni italiani finirà per superarne l’importo. Il tutto dipenderà tuttavia dalle aliquote che, non essendo ancora state comunicate, rendono al momento il calcolo praticamente impossibile
Riepilogando su una delle imposte più complesse, la Tasi è la nuova tassa sui servizi indivisibili dei comuni italiani e deve essere pagata da tutti i contribuenti proprietari di prima casa, nonché di seconde abitazioni e capannoni. Si tratta in realtà di una delle tre componenti della cosiddetta IUC, ovvero l’Imposta Unica Comunale, di cui fanno parte anche l’Imu (da pagare però solo per le seconde case) e la Tari ovvero la tassa dei rifiuti. La Tasi inoltre, proprio a differenza dell’Imu, dev’essere pagata anche dall’eventuale inquilino in affitto per una percentuale dal 10% al 30% a seconda dei vari comuni. La restante parte resta a carico del proprietario. I vari municipi italiani devono deliberare le diverse aliquote da applicarsi alle rendite catastali dei diversi immobili e che, secondo la Legge di Stabilità, non dovranno mai superare l’aliquota massima dell’ Imu.
Ad oggi, come già anticipato, solo il 10% dei comuni ha però reso noto quali saranno le aliquote e le detrazioni da calcolare nel tributo, anche perché il periodo delle elezioni non rende la situazione per nulla facile. Sono infatti circa 4000 i centri italiani nei quali il 25 maggio verrà eletto il nuovo sindaco e quindi al momento sono privi di una giunta in grado di aggiornare aliquote e detrazioni della Tasi. Per questo nella giornata di ieri il governo italiano ha preferito fare un po’ di chiarezza sulla scadenza del tributo: nei comuni, dove non verrà deliberato nulla in materia di Tasi entro il 23 maggio, la scadenza slitterà a settembre. Per tutti gli altri però verrà mantenuta la data del 16 giugno. La seconda rata dovrà essere invece pagata il 16 dicembre 2014.
Noemi Roccatani