Punti di forza e ostacoli per la ripresa delle imprese italiane
Come ogni anno si è svolta l’assemblea di Confartigianato. Il 10 giugno, a Roma, all’Auditorium Conciliazione sono intervenuti Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato, e Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture e Trasporti.
Presente anche il Patriarca Latino di Gerusalemme, Monsignor Fouad Twal, al quale è stato consegnato il Premio Giano 2014 per il suo impegno nella realizzazione di una scuola professionale a Ramallah, di una tipografia a Bet Jalla e di laboratori in Giordania, a Madaba, offrendo lavoro ai giovani palestinesi e infondendo loro valori di pace, solidarietà, responsabilità individuale e coesione sociale. Un barlume di speranza per le imprese italiane, dopo sette anni di crisi, si intravede nel titolo dell’Assemblea: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, verso con cui si chiude l’Inferno di Dante. Inferno che l’imprenditoria italiana, e non solo, ha vissuto e che l’ha spinta nel buio della recessione da cui, con gran fatica e numerosi sforzi, tenta di uscire.
Eppure i punti di forza delle imprese italiane sono tanti: in primis, il Made in Italy. Nel settore del commercio estero dei beni strumentali, ad esempio, a marzo 2014, si è registrato un forte avanzo, che ha toccato un massimo storico di 54.199 milioni di euro; in particolare, in Cina, il Made in Italy è salito del 12,2%.
“Ora spetterà al Consiglio UE” ha detto Giorgio Merletti “portare la difesa del ‘Made in Italy all’approvazione finale, conducendo a termine la battaglia per difendere e valorizzare il patrimonio manifatturiero italiano”.
Altro punto di forza è rappresentato dal fatto che l’Italia risulta tra le sei maggiori economie avanzate a livello mondiale, con il più alto tasso di imprenditorialità: 6,4 imprese ogni 100 abitanti, davanti a Stati Uniti (4,7), Francia (4,0), Giappone (3,6), Regno Unito (2,7) e Germania (2,5). E il 76,2% delle piccole imprese italiane fonda la propria strategia sul miglioramento della qualità del prodotto o del servizio offerto.
“L’Expo 2015” ha spiegato il Presidente di Confartigianato “sarà un acceleratore di futuro, perché milioni di operatori specializzati da tutto il mondo avranno l’occasione di confrontare i diversi sistemi produttivi, ma soprattutto avranno l’opportunità di prendere contatto con le realtà imprenditoriali italiane”.
Però i problemi che pesano sulle imprese sono ancora tanti, troppi. Partendo dal difficile accesso al credito: si registra, nel Rapporto Ufficio Studi di Confartigianato, che quasi un quinto (18,1%) delle piccole imprese manifatturiere dichiara di avere difficoltà nell’accedervi. “Perdurano condizioni restrittive nell’offerta di finanziamenti, in particolare alle PMI” ha dichiarato G. Merletti. “Al tempo stesso va salvaguardato il ruolo dei Confidi, che hanno un ruolo importante di supporto alle imprese”.
Tra i 28 Paesi dell’UE l’Italia risulta all’8° posto per spesa pubblica sul PIL, al 7° posto per entrate fiscali sul PIL, al 4° posto per crescita delle entrate fiscali tra il 2005 e il 2014, ma precipita al 23° posto per contesto favorevole a fare impresa. Infatti, ciò che più paralizza le imprese sono il fisco e la burocrazia. In sei anni sono state approvate 389 norme fiscali con impatto burocratico sull’imprenditoria: quasi due norme fiscali promulgate su tre aumentano i costi burocratici per le imprese. “Giù tasse e burocrazia” ha gridato il Presidente. “Gli italiani pagano 25 miliardi di tasse in più rispetto alla media UE … Il groviglio Imu/Tasi/Tari ha reso ingestibili i tributi locali.
“Oggi” ha detto ancora Merletti, “per stabilire l’importo dei versamenti bisogna districarsi nel labirinto di Minosse delle aliquote, delle detrazioni, delle esenzioni. Si torni a un’unica imposta sulla casa, accorpando la Tasi nell’Imu! Il fisco deve cambiare: serve un’amministrazione autorevole, ma rispettosa dei contribuenti”.
Secondo quanto ha detto il Presidente Merletti nella sua lunga relazione, “vanno ripensati gli strumenti di lotta all’evasione, rilanciando ed estendendo a più settori il contrasto di interesse. Non si sprechi l’occasione offerta dalla delega fiscale per semplificare e rendere più equo il nostro sistema tributario”.
Ma le difficoltà non finiscono qui se si aggiunge lo spread elettrico: i prezzi dell’energia elettrica per le PMI sono superiori del 31% alla media dell’Eurozona e la forte disoccupazione giovanile – che è ormai salita al 43%, con punte ancora più drammatiche nel Mezzogiorno – fa parte di Paese a cui si dovrebbe invece guardare” ha commentato il Presidente “come leva strategica per rilanciare lo sviluppo”, date le grandi risorse che possiede.
Daniela Auciello