Una Proposta di Legge per riformare la normativa nazionale su proposta di regolamento dell’UE e sul Piano d’azione per il futuro della produzione biologica nell’UE. Sentito alla Camera il parere dell’INEA
Nuove disposizioni in vista per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico. La questione è sul tavolo della Commissione permanente Agricoltura della Camera ed è per discuterne che è stato invitato l’INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria) a dare un proprio parere.
La proposta di Legge è stata presentata dai deputati Fiorio e Cenni in data 16 marzo 2013 e l’esame è iniziato il 4 giugno 2013 ma ancora non si è concluso poiché si vogliono sentire i pareri degli enti interessati. Per quanto concerne l’INEA, l’audizione si è tenuta il 24 giugno. Nella sua relazione, l’Istituto ha sottolineato la necessità di “garantire, a livello comunitario, nazionale e regionale, la coerenza interna ed esterna di tutte le politiche rispetto ai numerosi fabbisogni del settore biologico italiano”. Ha inoltre evidenziato che “la riforma del Reg. CE 834/2007 sarà uno dei principali dossier agricoli del semestre italiano, e che è pertanto opportuno che l’Italia pervenga in tempi rapidi a una posizione condivisa a livello nazionale che la metta nelle condizioni di orientare – e possibilmente chiudere – la riforma sotto la propria Presidenza”. A parlare in sede di audizione sono stati il Commissario Straordinario dell’INEA, prof. Giovanni Cannata, seguito da Carla Abitabile e Annalisa Zezza, tutti in rappresentanza dell’Istituto.
Nel merito della riforma – di cui alleghiamo il pdf con la Proposta di Legge – l’INEA ha espresso un giudizio globalmente positivo pur evidenziando la necessità di ricercare un equilibrio tra l’approccio rivolto al rafforzamento dei princìpi e un approccio volto all’ampliamento del mercato. Le principali questioni riguardano:
1) l’eliminazione delle deroghe, necessarie nella fase iniziale di sviluppo del settore, ma che può costituire una barriera tecnica e un costo finanziario laddove il comparto dei mezzi tecnici bio è poco o nulla sviluppato e pertanto dovrebbe essere graduale e accompagnata da azioni per favorire lo sviluppo dei mezzi tecnici;
2) la conversione completa delle aziende, che può comportare una contrazione della produzione delle aziende miste e scoraggiare la conversione di nuove aziende;
3) il limite di 5 ha troppo basso e quindi poco incisivo per la certificazione di gruppo per le piccole aziende;
4) la problematicità dell’aumento della quota di provenienza regionale dei mangimi, soprattutto nel nostro Paese per la carenza di proteine vegetali biologiche di produzione nazionale. In tutti questi casi è opportuno che la riforma sia accompagnata con opportuni interventi attraverso il Piano nazionale e la politica di sviluppo rurale.
Infine è stato evidenziato come l’eccessivo ricorso agli atti delegati da parte della Commissione renda opaco il quadro normativo e dia incertezza agli operatori. Comunque l’INEA ha valutato positivamente la proposta di Testo Unico (TU) in discussione in Commissione ma ha sottolineato la necessità di un’azione legislativa coordinata con gli orientamenti per il futuro Piano di azione nazionale.