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La nuova cura contro il credit crunch si chiama minibond

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soldiNegli ultimi due mesi nuove emissioni per un miliardo di euro
di Daria Contrada

L’alternativa al canale bancario come fonte di finanziamento per le piccole e medie imprese c’è e si chiama minibond. Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze, sono 26 le PMI che negli ultimi due mesi hanno emesso tali obbligazioni per un valore pari complessivamente a circa un miliardo di euro. 

Si tratta di uno strumento finanziario che si sta affacciando sul panorama creditizio italiano, ma che potrebbe essere utile per le imprese che cercano di finanziare i propri investimenti.

In finanza con il termine obbligazione si indica un titolo di debito emesso da una società, un ente pubblico o uno Stato, in cambio di un prestito, con un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola semestrale o annuale e una data di scadenza. Facili da emettere, meno complicati e costosi delle obbligazioni corporate classiche, i minibond sono lo strumento ideale per le piccole e medie imprese a caccia di liquidità. Facili perché possono essere emessi senza ricorrere necessariamente all’intermediazione bancaria o finanziaria; meno complicati perché basta la certificazione degli ultimi due bilanci; meno costosi perché non sono previste commissioni.

Possono emetterli tutte le società SpA, ma anche Srl, con un fatturato annuo superiore ai due milioni di euro, a condizione che tali obbligazioni siano quotate su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazione o che non siano quotate, ma siano detenute da investitori qualificati che non siano direttamente o indirettamente soci dell’emittente.
Per quotare i minibond sul nuovo mercato dedicato agli strumenti di debito delle PMI italiane occorre aver pubblicato il bilancio degli ultimi due esercizi, di cui l’ultimo sottoposto a revisione contabile e l’aver messo a disposizione un documento informativo con alcune informazioni essenziali. Le emissioni vanno da un minimo di 5 milioni ad un massimo di 200 milioni di euro.

Introdotti dal Decreto Sviluppo 2012 come strumento di immissione di liquidità in azienda sostanzialmente per far fronte al grande problema del credit crunch che affligge le piccole imprese italiane, rendono possibile la realizzazione di un canale di finanziamento indipendente, diverso sia dal proprio portafoglio sia dal flusso del credito bancario. Il governo Monti e l’allora ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, comprendendo i problemi derivanti dalla difficoltà di accesso al credito delle piccole medie imprese hanno ritenuto strategico introdurre questo strumento, le cui caratteristiche peculiari sono la flessibilità e la snellezza operativa, il che li rende accessibili anche ad aziende che intendono raccogliere importi più limitati rispetto alle grandi aziende corporate.

Oggi il mercato dei minibond sta assistendo ad un nuovo notevole impulso grazie alle norme introdotte dal Decreto Competitività 2014. Il potenziamento di tali obbligazioni rientra nella missione ‘Finanza per la Crescita’ voluta dal governo Renzi e dai ministri dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan e dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, per rafforzare e diversificare gli strumenti di finanziamento delle imprese, soprattutto quelle piccole e medie, e favorire così il rilancio degli investimenti.

Entrambi i provvedimenti sono volti ad ampliare le opportunità di ricorso al mercato del debito per le società italiane non quotate, anche di media e piccola dimensione, fatta eccezione per le micro-imprese (ossia le imprese che occupano meno di 10 persone e hanno un fatturato annuo oppure un totale di bilancio non superiore ai due milioni di euro), mediante l’emissione di strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio lungo termine (obbligazioni e titoli similari, obbligazioni partecipative e/o subordinate).

“Le nuove misure adottate dal governo per favorire il ricorso ai bond” ha spiegato il ministro Padoan “stanno dando risultati importanti, dimostrandosi uno strumento appetibile e di sostegno alle pmi in un contesto macroeconomico non facile”. Da qui l’intenzione di portare questa esperienza “all’attenzione dei partner europei in occasione dell’Ecofin informale di Milano a settembre”.

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