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Italia Start-up Hub: permessi di soggiorno a chi crea imprese innovative in Italia

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italia-start-upL’Italia come fucina di idee ma anche come enorme incubatore per gli studenti stranieri che decidono di avviare un’impresa innovativa qui, portando le loro idee innovative e mettendo a frutto le proprie conoscenze

Il “Decreto Flussi” 2015, varato in questi ultimi giorni di dicembre 2014, facilita la permanenza nel nostro Paese di talenti stranieri che intendono avviare una nuova impresa innovativa. Obiettivo? “Intercettare i flussi di conoscenza dal mondo, fondamentale per la competitività del nostro Paese”, come spiega Stefano Firpo, il capo della segreteria tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico.

Così a partire dal 2015 i cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno per motivo di studio, tirocinio e/o formazione, o di altro regolare permesso di soggiorno, se vuole restare in Italia e avviare una start-up innovativa può farlo. Basterà convertire il suo permesso di soggiorno in permesso di soggiorno per lavoro autonomo start-up, senza bisogno di tornare al proprio Paese di origine per farsi apporre l’apposito visto. Una procedura più breve e semplificata dunque, per le menti che intendono arricchire il nostro panorama imprenditoriale grazie ai propri progetti innovativi.

In base al nuovo decreto sono ammessi in Italia 17.850 lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo. Della quota fanno parte sia 1.000 lavoratori stranieri che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine ai sensi dell’art. 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sia 2.400 lavoratori autonomi appartenenti alle seguenti categorie:

  • imprenditori di società che svolgono attività di interesse per l’economia italiana che effettuano un investimento significativo in Italia, che sostiene o accresce i livelli di reddito;
  • liberi professionisti esercenti professioni vigilate, oppure non regolamentate ma rappresentative a livello nazionale e comprese negli elenchi curati dalla Pubblica amministrazione; 
  • titolari di cariche di amministrazione o di controllo di società, di società non cooperative, espressamente previste dalla normativa vigente in materia di visti d’ingresso; 
  • artisti di chiara fama internazionale, o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici oppure da enti privati; 
  • cittadini stranieri per la costituzione di imprese “start-up innovative” ai sensi della legge 17 dicembre 2012 n. 221, in presenza dei requisiti previsti dalla stessa legge e titolari di un rapporto di lavoro di natura autonoma con l’impresa.

Come spiega Stefano Firpo “con Italia Startup Hub gli studenti stranieri che hanno scelto le nostre università, i nostri laboratori e i nostri centri di ricerca, hanno ora a disposizione uno strumento semplice per trasformare la conoscenza acquisita in un’impresa innovativa. Da Italia Startup Visa a Italia Startup Hub: nella competizione globale non solo è importante attrarre gli innovatori di tutto il mondo ma anche saperli legare al territorio e metterli al suo servizio”.

Il Comitato Italia Startup Visa, composto dalle cinque maggiori associazioni del panorama nazionale dell’innovazione (Aifi, Apsti, Iban, NetVal e PNICube) e coordinato dal Ministero dello sviluppo economico, valuterà la qualità delle candidature pervenute e in caso di giudizio positivo rilascerà entro l’arco di un mese un nulla osta da consegnare allo Sportello Unico per l’Immigrazione competente ai fini della conversione.
La procedura e la documentazione da presentare per l’istanza sono le stesse già previste per Italia Start-up Visa, ma troverete ogni informazione anche a questo link
Le domande, corredate da una descrizione del progetto e dalla certificazione di disponibilità finanziarie pari ad almeno 50 mila euro, dovranno essere inviate all’indirizzo italiastartupvisa@mise.gov.it. (D.M.)

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