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Settimana della mamma: idee e appuntamenti per pensare il valore del femminile e la risorsa della maternità

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Incontri, convegni, corsi e conferenze sul tema all’Istituto di Studi Superiori sulla Donna della Pontificia Università Regina Apostolorum

di Laura Paladino, giornalista

Il tema è di quelli attualissimi, che fanno riflettere e discutere molti, con accenti diversi, ma con la stessa sollecitudine: come tutelare la differenza, rispettare l’identità, offrire a ciascuno, nella sua specificità irriducibile e irripetibile, le stesse opportunità. E tutelare la donna anche nella sua dimensione di madre, superando i limiti ancora esistenti che le rendono difficile una reale conciliazione tra lavoro e famiglia. Su questo tema, in occasione della festa della mamma, che cade tutti gli anni la seconda domenica di maggio, l’ISSD ha promosso, in collaborazione con Valore Mamma e con la partecipazione di teatri e musei della capitale, la settimana della mamma, proponendo nella sede dell’Ateneo Pontificio romano e in numerosi siti di interesse culturale della città eterna una serie di appuntamenti di vario genere, alcuni più ludici, altri più culturali, dedicati alle donne e alle mamme, e tutti compresi tra il 4 e il 10 maggio: tanti di essi non escludono, e anzi spesso esplicitamente affrontano, tematiche più attente all’aspetto economico e imprenditoriale. 

Main event della settimana sarà infatti, insieme al workshop del 7 maggio dal titolo “Dalla passione all’imprenditorialità: mamme che si reinventano”, il convegno del 6 maggio sul tema “Imprenditoria e nuove opportunità di business per la mamma”, che darà voce a istituzioni, associazioni e significative realtà impegnate nel settore. Il programma completo della settimana è rintracciabile sul sito valoremamma.com/settimana-della-mamma/.

L’Istituto di Studi Superiori sulla Donna e la sua attenzione alle tematiche femminili

L’Istituto, attivo da anni presso l’UPRA, è guidato da giovani donne che credono fortemente nel valore della differenza sessuale, consapevoli della necessità di riscoprire e promuovere una concezione della femminilità fondata sulla dimensione della bellezza e del dono e caratterizzata da una innegabile specificità, che non pretende di imitare il maschile ma si esprime secondo modalità e linguaggi suoi propri, di cui il mondo oggi più che mai ha bisogno.
Attivo nei campi della ricerca e della riflessione sul femminile in un’ottica multidisciplinare, l’Istituto si avvale di un gruppo di ricerca in cui lavorano soprattutto donne, che offrono la loro consulenza e le loro competenze coniugandole alla femminilità: filosofe (Giorgia Salatiello e Susy Zanardo), teologhe (Stella Morra), bibliste (Laura C. Paladino), psicologhe (Chiara D’Urbano), studiose di vari ambiti della società moderna (Valentina Colombo, Ignazia Satta, Antonella Varoli Piazza) coordinate dalla direttrice dell’Istituto Marta Rodriguez, con la collaborazione attenta e preziosa di Anita Cadavid e Adele Ercolano.
Dopo la pubblicazione, nel dicembre del 2014, di un primo volume dal titolo “Differenza femminile? Prospettive per una riflessione interdisciplinare”, che ha raccolto i risultati del lavoro del gruppo di ricerca sul tema della differenza sessuale, con contributi individuali di significativo interesse, l’Istituto promuove in questi mesi il corso di Diploma di Specializzazione post lauream “Differenza sessuale e teoria del gender”, che prevede anche la modalità di partecipazione on line attraverso la diffusione delle lezioni in streaming e che verrà replicato in luglio in forma intensiva: la tematica, attualissima, è affrontata in un’ottica multidisciplinare, con la partecipazione, in qualità di docenti, di tutti i componenti del gruppo di ricerca, compresi i pochi uomini che ne fanno parte (Juan Gabriel Ascencio LC, Alberto Carrara LC e Carmelo Pandolfi), e con interessanti incursioni nelle neuroscienze, nella teologia e nelle religioni monoteistiche, che possiedono differenti visioni dell’uomo e della donna.
Nel contempo, il gruppo partecipa alla riflessione internazionale sulle tematiche femminili, e offre la sua consulenza a eventi di rilevanza pubblica, come i prossimi Stati Generali delle Donne, che si terranno in settembre a Milano, in occasione dell’Expo, per i quali l’Istituto organizzerà il panel sul tema “Donne e religioni”.

Maschio e femmina: la differenza e l’identità nella nostra tradizione culturale

Sul tema è intervenuto recentemente anche Papa Francesco, in una sua udienza privata concessa ai partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura sul tema “Le culture femminili”, che aveva riflettuto sulla ricerca di un equilibrio tra eguaglianza e differenza, e recentemente nelle ultime udienze generali del mercoledì, incentrate dal 15 aprile sull’argomento, a partire dalla suggestione biblica “maschio e femmina li creò (Gen 1,27)”, tema affrontato già nel corso di diploma dell’ISSD con un ciclo di lezioni esplicitamente così titolate e dedicate all’operatività della questione nella Bibbia Ebraica. L’obiettivo dell’Istituto è quello di recuperare l’ontologia della differenza, nella consapevolezza che essa non va negata per evitare la discriminazione, o peggio ancora mistificata nella pretesa di dare a tutti le stesse cose, ma riconosciuta per consentire che ciascuno venga valorizzato – e tutelato! – per quello che veramente e irripetibilmente è. La questione della differenza è questione capitale per la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione, valori che possono essere realizzati solo in presenza del riconoscimento, e non della negazione, della specificità di ciascuno. Tale orientamento, che si fa sempre più forte nella nostra società quando si parla di disabilità e di integrazione, laddove si insiste, anche con strumenti legislativi, sull’indivualizzazione e sulla personalizzazione degli approcci, vale allo stesso modo in relazione alla differenza tra l’uomo e la donna, strumento per valorizzare l’uno e l’altra, e costruire attraverso il loro incontro una società più forte e più rispettosa, che sappia eliminare quella che lo stesso Pontefice ha chiamato, proprio a proposito di disabilità e discriminazione, “la cultura dello scarto”.
In questo compito, così grande e entusiasmante, un ruolo centrale spetta alla donna, capace ontologicamente di accoglienza e di rispetto, portata a conservare e a curare, chiamata a difendere e a proteggere la vita: ecco il valore in più che solo lei sa portare, quel “valore mamma” che l’Istituto celebrerà in tutti i campi della vita sociale nei primi giorni del prossimo mese di maggio.

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