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Voucher lavoro accessorio: il check dell’Inps

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Al 30 giugno 2015 in Italia si è superato il numero di 212 milioni di voucher venduti complessivamente da quando sono stati introdotti, nell’agosto 2008. E in un anno sono stati più di un milione i lavoratori che sono stati retribuiti con i buoni lavoro

I dati del lavoro accessorio relativi al primo semestre del 2015, con un’analisi dell’andamento della distribuzione dei buoni lavoro dal 2008, sono stati pubblicati dall’Inps

Dallo studio emerge che la vendita dei voucher è progressivamente aumentata nel tempo, registrando un tasso medio di crescita del 70% dal 2012 al 2014 e del 75% nel primo semestre del 2015 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
In costante aumento è anche il numero dei lavoratori retribuiti con i buoni lavoro, che nel 2014 ha superato il milione (1.016.703).

La tipologia di attività per la quale è stato acquistato il maggior numero di voucher è il Commercio (18%) seguita dai Servizi (13,7%) e dal Turismo (13%).

Il ricorso ai buoni lavoro è concentrato nel Nord del Paese, e in particolare nel Nord-Est, che con 82 milioni di voucher venduti incide per il 38,7%. La Lombardia, con 37,5 milioni, è la regione in cui sono stati venduti più buoni lavoro, seguita dal Veneto (29,9 milioni) e dall’Emilia Romagna (26,3 milioni).

Al crescente aumento della diffusione dei voucher, oltre all’estensione degli ambiti di utilizzo del lavoro accessorio, ha contribuito anche l’ampliamento delle modalità di acquisto. Inizialmente infatti i buoni lavoro erano reperibili solo presso le sedi Inps o tramite la procedura telematica. Successivamente si è allargato il numero dei luoghi dove possono essere acquistati, prima mediante le convenzioni con l’associazione dei tabaccai (FIT) e con le Banche Popolari, e infine con la possibilità di comprare i voucher presso tutti gli uffici postali.

Ricordiamo che i buoni lavoro – o voucher – sono strumenti che offrono la possibilità a chiunque di ottenere una prestazione lavorativa temporanea in caso di bisogno senza ricorrere al lavoro nero, poiché sono comprensivi di tutto: assicurazione, previdenza, tassazioni.
Sui buoni lavoro abbiamo già pubblicato alcuni articoli, anche in virtù del fatto che con il Jobs Act alcune novità sono intervenute a modificarne la disciplina.

(D.M.)

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