Scuola

Job & Orienta 2015: il bilancio

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Conclusa la XXV edizione del Salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro. Oltre 65.000 visitatori in 3 giornate, dal 26 al 28 novembre. Tra gli ospiti illustri: i Ministri Poletti, Giannini e Galletti e i Sottosegretari Bobba e Toccafondi

di Daniela Molina, giornalista

La Fiera di Verona ha ospitato in questi giorni la manifestazione nazionale dedicata alla formazione e all’orientamento al lavoro, che quest’anno ha avuto come tema “Il lavoro, una realtà che educa. Conoscere, sperimentare, apprendere”.

500 espositori, tra scuole, accademie, università, enti di formazione, istituzioni, imprese, asociazioni di categoria, centri per l’impiego e agenzie di servizi per il lavoro; 350 relatori per 200 appuntamenti in calendario, tra convegni e workshop.

Ancora una volta il Salone si è mostrato un significativo momento di aggiornamento e confronto per chi opera nel mondo della formazione ma anche un’opportunità di orientamento per i ragazzi in un momento di scelta nonché, infine, un’autorevole fonte di supporto per i giovani in cerca di lavoro.
Tra i temi affrontati durante la 3 giorni veronese, che non hanno potuto prescindere dalle ultime riforme in campo scolastico (la Buona Scuola) e lavorativo (il Jobs Act), troviamo: il nuovo ruolo della scuola nel rapporto con il mondo del lavoro e il territorio; l’alternanza scuola lavoro (divenuta da quest’anno parte integrante obbligatoria nel curriculum); la “via italiana” al sistema duale; la necessità di dare prospettiva ulteriore al Piano Garanzia Giovani; gli Its – Istruzione tecnica superiore; le Botteghe dei mestieri; i progetti Fixo e l’apprendistato.

gianniniIn occasione di Job & Orienta 2015 sono stati presentati in anteprima i dati nazionali del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) sull’alternanza che mostrano come nel biennio 2014-2015 siano aumentati del 12,79% le iscrizioni ai licei e agli istituti tecnici e professionali, ed è stato firmato il Protocollo d’intesa tra Ministero e Confindustria, che la Ministra Giannini ha dichiarato un “importante passo avanti nell’attuazione della Buona Scuola” che sancisce la buona alleanza tra il mondo della scuola e quello dell’imprenditoria.
Il protocollo d’intesa servirà a sviluppare le competenze e le abilità professionali dei giovani, che potranno essere esercitate nel mondo del lavoro. L’accordo prevede un’azione congiunta “tesa a favorire la diffusione nelle scuole della pratica dell’alternanza scuola lavoro, resa obbligatoria dalla recente legge di riforma del sistema di istruzione per tutti gli studenti degli ultimi tre anni della scuola secondaria di secondo grado”.
Secondo la Ministra Stefania Giannini, “l’alternanza è uno strumento eccezionale per innovare l’impianto formativo della nostra scuola. Introduciamo per tutti i ragazzi la didattica ‘del fare e del progettare’ e apriamo la scuola al territorio e all’innovazione. Si tratta di una tappa decisiva verso una maggiore e migliore occupabilità dei giovani. È un grande salto verso un orientamento che mostra subito ai ragazzi la strada per individuare e potenziare i loro talenti”.
L’altro firmatario del protocollo d’intesa è stato il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Marco Gay, che ha messo in rilievo il punto di vista delle imprese: “è un passo significativo anche per le imprese, che da lungo tempo chiedono l’alternanza nella formazione: aiuterà non solo i ragazzi a conoscere prima il mondo del lavoro ma anche le aziende, promuovendone lo sviluppo con nuove competenze”.

Ma in cosa consiste l’alternanza scuola lavoro, d’ora in poi obbligatoria? Si tratta di un’integrazione all’istruzione mediante la formazione sul campo… di lavoro, cosiddetta “on the job”, ossia svolta in un contesto lavorativo.
La riforma è già entrata in vigore nella parte progettuale, tanto è vero che le prime scuole hanno già presentato (lo dovevano fare entro il 16 novembre) i progetti riguardanti la fase sperimentale per le terze classi, dalle quali partirà l’obbligatorietà nei prossimi mesi.
La riforma prevede che si svolgano 400 ore complessive per ciascun triennio negli istituti tecnici e professionali, mentre 200 nei licei e che, da quest’anno, i percorsi di alternanza potranno essere svolti anche in periodi extrascolastici (inclusi i mesi estivi) e all’estero. Le strutture riceventi potranno essere anche enti pubblici e istituzioni culturali.

ragazzi-a-jobIntanto, sono stati resi i pubblici i dati relativi all’alternanza riferiti all’anno scolastico 2014-2015 (quando non era ancora obbligatoria). Il rilevamento, effettuato quest’anno direttamente dal Ministero, evidenziano che il 48,56% delle scuole secondarie di secondo grado ha utilizzato questa metodologia didattica: 2.756 su 5.675 scuole, di cui 1.109 istituti tecnici (il 55,56% del totale di questa tipologia di istituti), 1.051 istituti professionali (il 68,51% del totale dei professionali) e 596 licei (il 27,79% del totale dei licei).
Guardando al numero dei percorsi, gli 11.585 (più 12,79% rispetto all’anno precedente 2013/2014) che hanno coinvolto 270.555 studenti (pari al 10,36% degli alunni delle scuole secondarie di secondo grado), sono stati realizzati per la maggior parte negli istituti professionali (5.407 pari al 46,67% del totale dei percorsi) e in misura minore negli istituti tecnici (4.165 pari al 35,95% del totale) e nei licei (2.013 pari al 17,38%), registrando complessivamente per queste due ultime tipologie una crescita rispettiva del 35,49% e 63,12% su base annuale.

Nell’anno scolastico in corso, a seguito della riforma, il numero degli studenti impegnati in attività di alternanza scuola lavoro salirà sensibilmente, coinvolgendo più di 720mila studenti (il 27,35% del totale degli alunni delle scuole secondarie di secondo grado). Di questi, circa 529mila iscritti nelle classi terze (in modalità obbligatoria).
Fra tre anni, quando la riforma entrerà a regime, l’attività di alternanza scuola lavoro coinvolgerà circa un milione e mezzo di studenti.
Le imprese e le altre strutture ospitanti, sia pubbliche che private, dovranno offrire alle ragazze e ai ragazzi l’opportunità di acquisire le cosiddette “nuove competenze della scuola del XXI secolo”. Per realizzare tale scopo, Unioncamere e il Miur stanno lavorando alla creazione di un Registro nazionale delle imprese disponibili a ospitare gli studenti in alternanza.

In una visione più ampia, la finalità è quella di realizzare il cosiddetto Sistema Duale, che prevede un apprendistato formativo totalmente rinnovato. Insieme infatti, apprendistato formativo e alternanza scuola lavoro “sono strumenti costitutivi sui quali il Governo ha fatto un forte investimento, sia normativo che di risorse economiche”. A dirlo è stato, sempre durante Job & Orienta, il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Luigi Bobba, specificando che per sistema duale “si intende la formazione alternata per il 50% a scuola e il restante 50% nell’ambiente di lavoro, con l’obiettivo di rafforzare l’offerta educativa per i giovani, affinché raggiungano un maggior livello di qualificazione”.

Buona Scuola e Jobs Act rafforzano, entrambi, il collegamento tra scuola e lavoro. Il Jobs Act, in particolare, rilancia – delle tre tipologie di apprendistato esistenti – quelle a più significativa valenza formativa, ovvero l’apprendistato di primo e di terzo livello.
sottosegretario-bobbaSpiega il sottosegretario Bobba: “la strategia del Governo per favorire la transizione scuola lavoro e contrastare la dispersione scolastica, oltre che per promuovere la formazione e l’occupabilità dei giovani punta sull’alternanza e sull’apprendistato. Anche il Jobs Act vuole rilanciare l’apprendistato dando origine a una ‘via italiana’ al sistema duale, che prevede una forte correlazione tra istituzione formativa e impresa. Si tratta di una riforma che avvicina l’Italia alle best practices degli altri Stati membri dell’UE”. In Germania, per fare un esempio, già da anni l’apprendistato si svolge all’interno del sistema duale, combinando periodi di training in azienda con lezioni teorico-specialistiche in classe e il contratto stipulato tra azienda e apprendista è regolato in modo dettagliato dalla legge tedesca, che definisce con precisione obblighi e doveri delle parti.
Il sistema duale è diffuso anche in altri Paesi, come Austria e Svizzera, ma soprattutto nell’Europa del Nord. In queste nazioni, a seguito dell’applicazione di tale sistema, i giovani si sono int4egrati maggiormente nel mercato del lavoro e si sono ridotti i livelli di disoccupazione.

La sperimentazione italiana del nuovo apprendistato normativo si basa però su un modello diverso e fortemente innovativo, che passa innanzitutto attraverso la ristrutturazione dell’apprendistato e delle sue caratteristiche (requisiti di accesso e modalità di regolazione della formazione).
In Italia si punta ad agire direttamente sul fronte delle imprese, tramite la definizione di un nuovo mix di vincoli e benefici, in grado di bilanciare meglio l’onere formativo che esse si assumono.
Contemporaneamente, vengono riorganizzati i percorsi formativi nell’ambito del Sistema regionale di Istruzione e formazione professionale (IeFP) e vengono potenziate le reti di servizi interne alle strutture formative.
Nel biennio 2015-2017 partirà la sperimentazione del contratto di apprendistato per il conseguimento della qualifica di istruzione e formazione professionale (IeFP) o del diploma professionale nei centri di formazione professionale.

La presidente di Forma, l’associazione degli enti nazionali di formazione professionale, Paola Vacchina, ha dichiarato al riguardo: “finalmente una riforma che disegna un progetto coerente e unitario, che combina studio e lavoro per rafforzare l’offerta educativa diretta ai giovanissimi, elevandone il livello di qualificazione e permettendo loro di acquisire un titolo in tutte le filiere dell’istruzione superiore. Supporto e accompagnamento verranno forniti dagli enti di formazione professionale accreditati dalle Regioni sia in questa fase che in quella di inserimento in azienda, per garantire l’ingresso di giovani con un elevato livello di professionalità”.

Anche quest’anno dunque il Salone nazionale dell’Orientamento e della formazione, promosso da
VeronaFiere e Regione del Veneto in collaborazione con il MIUR e con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, ha segnato un punto a favore dei giovani, per renderli edotti sulle opportunità presenti e future che il mondo della formazione e del lavoro offrono loro. E sono ormai più di vent’anni che Job & Orienta “traccia e racconta l’evoluzione del sistema formativo italiano e non solo, stimolando il dibattito sui temi e al contempo valorizzando le buone prassi”. E Donna in Affari ancora una volta non manca all’appuntamento del media partenariato, per fornire un’informazione puntuale alle proprie lettrici e ai propri lettori. Ricordiamo che questa XXV edizione del Salone ha visto anche un importante riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica: la consegna della Medaglia del Presidente della Repubblica, ricevuta dal presidente di VeronaFiere Maurizio Danese e dal direttore generale Giovanni Mantovani.

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