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Giovani Unesco in soccorso della cultura

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Due protocolli d’intesa con i ministeri della Cultura e dell’Istruzione ed ulteriori accordi strategici per tutelare le ricchezze culturali italiane e mondiali

di Daniela Delli Noci, giornalista

Si è aperta con i migliori auspici la prima assemblea nazionale del Comitato Giovani della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, che si è tenuta a Roma il 15 e 16 gennaio 2016, presso la sede dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Giovanni Treccani. 

Si tratta di un piccolo esercito di giovani tra 20 e 35 anni, che sono stati selezionati con bando pubblico in ogni regione d’Italia e che si pongono l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio culturale del nostro paese. Dal coro dell’Arena di Verona al vetro di Murano, dalle residenze borboniche campane al Geoparco dell’Appennino, ogni delegazione locale ha portato le sue proposte per far dichiarare patrimonio dell’umanità i beni più importanti e meritevoli di tutela.
Un’assemblea, quella del 15 e 16 gennaio, che ha visto la presenza delle istituzioni e di tre testimonial d’eccezione: i musicisti Paolo Fresu, Davide “Boosta” Dileo e Vittorio Nocenzi, ambasciatori del Comitato.

L’intesa con il ministero dell’Istruzione prevede l’avvio, tra febbraio e settembre 2016, di un progetto rivolto alle scuole, volto a migliorare la conoscenza delle attività dell’Unesco e a sensibilizzare gli studenti in merito al proprio patrimonio culturale. Il Comitato redigerà un documento con le linee guida nazionali e le direttive regionali. In seguito, si proporrà una partnership tra Comitato Giovani e Miur e si coinvolgeranno scuole e università, definendo linee operative specifiche. Si auspica la partecipazione di almeno 100 scuole e 10 facoltà per regione.

Quanto all’accordo con il ministero dei Beni culturali, entro la fine dell’anno ciascuna rappresentanza regionale del Comitato realizzerà una mappatura dei beni culturali, materiali e immateriali, da tutelare e da valorizzare, in particolare nelle realtà medio-piccole del territorio. L’obiettivo è di creare e di sviluppare una piattaforma web e gli applicativi digitali per fare in modo che i giovani possano “raccontare” i luoghi e le storie della penisola con la propria sensibilità. L’occhio dell’esploratore digitale potrà così scoprire una serie di narrazioni multimediali, di tesori nascosti, di tradizioni italiane che, in tal modo, saranno facilmente fruibili e poste all’attenzione del pubblico più vasto.

“Il nostro Paese” ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini “ha investito molto nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale delle generazioni che sono venute prima di noi, ma ha fatto poco per quello contemporaneo, come se fosse stato obbligatorio scegliere. Oggi c’è una situazione che pensavamo di aver lasciato alle spalle, la distruzione dei siti archeologici. Non si può parlare di scontro di civiltà, si deve parlare di scontro civiltà-terrorismo. Quei siti rappresentano un simbolo di qualcosa di diverso”.

“Crediamo che la tecnologia e l’innovazione servano a spiegare in modo attuale la cultura” ha sottolineato il presidente del Comitato Giovani, Paolo Petrocelli “ma riteniamo che ci sia molto da fare in merito. Abbiamo conosciuto chi ha sviluppato applicazioni molto interessanti, ma si deve fare di più. Possiamo suggerire percorsi più ambiziosi”.

Eric Falt, direttore generale aggiunto per le relazioni esterne dell’Organizzazione, è un convinto sostenitore dei progetti del Comitato: “L’Unesco vuole collaborare con i giovani e intende appoggiare le loro iniziative. È importante sviluppare interventi globali basati sui diritti dell’uomo, perché sono strumenti per garantire la pace”. L’Unesco vuole rafforzare le strutture nazionali giovanili e promuovere la partecipazione dei ragazzi ai processi decisionali. I governi, secondo Falt, dovrebbero aiutare i giovani ad accrescere le loro competenze.

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Molti sono i progetti territoriali che il Comitato vuole promuovere: oltre a quelli di educazione alla cultura e di promozione del patrimonio materiale e immateriale, sono previste azioni nel campo dell’imprenditoria giovanile della cultura. In quest’ultimo ambito, l’intenzione è di realizzare campi internazionali di volontariato e reti di comunità, nonché sviluppare il crowdfunding, da applicare al recupero del patrimonio in chiave sociale, culturale, economica, di tutela e protezione. I giovani vogliono inoltre salvaguardare i piccoli borghi e i centri storici con itinerari e percorsi di approfondimento da mettere in rete, nonché promuovere percorsi per lo sviluppo di start up culturali e turistiche attraverso la creazione di incubatori d’imprese.
I giovani della Basilicata, ad esempio, vogliono realizzare i progetti Bebooks per la rivitalizzazione delle biblioteche e Cultural Factory, per far avvicinare i giovani alla cultura, anche economica; i liguri vogliono invece favorire il turismo consapevole e integrato e individuare percorsi educativi e informativi per accrescere il senso di appartenenza ai luoghi dei residenti italiani e stranieri.
La delegazione del Lazio del Comitato Giovani, infine, ha appoggiato la decisione della Commissione nazionale italiana Unesco di candidare l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, promuovendo una raccolta di firme già divenuta sostanziosa.

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