“Ma si continua a morire troppo.” Intervento di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering
E’ una di quelle rare, anzi rarissime, occasioni in cui il dramma delle morti sul lavoro riesce a trovare un po’ d’attenzione a livello istituzionale. Perché la Giornata Mondiale per la Salute e per la Sicurezza sul Lavoro, che si celebrerà giovedì 28 aprile, riesce – in virtù delle numerose iniziative diffuse in tutto territorio nazionale – a coinvolgere e ad indirizzare l’attenzione degli italiani verso la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Purtroppo, però, si tratta appunto di una celebrazione che, per sua natura, dura poche ore: quelle che servono ai politici per fare un commento a margine di un convegno in cui si fa appello ad una più significativa ed incisiva sensibilità rivolta alla tutela dei lavoratori.
Ma il 28 sera cala il sipario. Il livello di attenzione sull’emergenza si abbassa e il 29 aprile si ricomincia a morire da Nord a Sud del Paese in una tragedia che si consuma nel quasi totale silenzio dei media e della politica.
Una pericolosa indifferenza che si trascina fino a fine anno, quando l’identità delle vittime si fonde in un unico ed insopportabile dramma che parla di almeno mille morti sul lavoro.
Così del resto si è chiuso il 2015, e forse è bene sottolinearlo in questa celebrazione internazionale. Una statistica che il 31 dicembre scorso ha preso forme e contenuti di un massacro. Una tragedia che racconta di 1172 vittime registrate sul lavoro da gennaio a dicembre 2015 e che ha fatto rilevare un’inquietante media di 98 infortuni mortali al mese (24 alla settimana e più di tre al giorno). Uno scenario che diventa ancor più drammatico nel confronto con il 2014. Perché l’incremento della mortalità registrato è del 16 per cento (163 morti in più); ed arriva al 18 per cento l’aumento dei decessi nella rilevazione degli incidenti mortali avvenuti in occasione di lavoro (erano 746 nel 2014 e 878 nel 2015). Mentre quelli in itinere sono passati da 263 a 294 (+12 per cento).
Questi i freddi numeri che non raccontano le tragedie individuali di chi resta: delle famiglie, degli amici, dei colleghi di lavoro.
L’auspicio, dunque, per questa Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro è che il Governo faccia sentire la propria voce il 28 aprile ed oltre. Per dire basta al silenzio, intraprendendo percorsi concreti al fine di arginare l’emergenza morti bianche nel nostro Paese.