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Europa: il cinema non è un mestiere per donne

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Secondo un report sulla gender equality solo 1 film su 5 è diretto da una regista

L’affascinante mondo cinematografico è ancora appannaggio del genere maschile. Lo rivela un report sulla gender equality diffuso dall’European Women’s Audiovisual Network: in Europa solo un film su cinque è diretto da donne e in Italia il gap è ancora maggiore.

Numeri alla mano, tra il 2006 e il 2013 il 90,8% dei film usciti è diretto da uomini e la quota di mercato delle registe è del 2,7%, contro il 97,3% di quella maschile. Guardando più nel dettaglio alla situazione italiana emerge che solo il 17% delle donne iscritte alle scuole di cinema punta alla regia, spaventate evidentemente dalle difficoltà di carriera. Non solo: se una donna in media concepisce il primo film a 25 anni (rispetto ai 20 dei colleghi), le disuguaglianze più gravi si rilevano nell’accesso ai finanziamenti: solo il 9,2% dei film usciti sono diretti dalle donne e la quota di mercato dei film diretti da donne è del 2,7%.

Se negli Stati Uniti la battaglia per l’uguaglianza è in campo da tempo, in Europa se ne parla ancora poco. Sul tema è intervenuta la regista Cristina Comencini, da anni in prima fila contro la discriminazione di genere: “il cinema avrebbe bisogno di più film di donne, con la quantità il gap alla fine si supera”. Comencini ha poi evidenziato che “le donne sono rare nei posti decisionali del settore, dalle industrie alle presidenze, dalle direzioni Rai alle giurie dei festival”. A questo problema bisogna aggiungerne uno di carattere sociale: “portare un uomo a vedere un film diretto da una donna non è per niente facile, c’è una sorta di allontanamento istintivo. Di conseguenza i film di donne vanno meno bene al botteghino, e i progetti ‘femminili’ sono dunque più rischiosi da finanziare, in un circolo vizioso al negativo”.

Oltreoceano, star come Maryl Streep, Charlize Theron o Patricia Arquette sottolineano da tempo la disparità nelle storie ma anche nei compensi economici di attrici e registe. Non a caso proprio di recente è nata la ‘We dot it together’, fondata a Los Angeles dalla produttrice italiana Chiara Tilesi, per realizzare film, documentari, fiction che raccontino il rafforzamento del ruolo delle donne: “perché film come Erin Brockovich non siano fatti solo ogni 30 anni”.

(dar)

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