Innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione: le basi per una riprogettazione dell’economia romana
di Francesca Gaggiotti
Resoconto positivo delle imprese di Roma e provincia per l’anno 2015. Un prospetto che vede Roma confermarsi leader nazionale per numero di imprese registrate, prova di una sostanziale stabilità del mercato del lavoro e di un sistema che continua a crescere nonostante la crisi. Preoccupa, però, la difficoltà dell’economia romana di creare ricchezza e di aumentare il volume delle esportazioni.
La Capitale deve fare i conti anche con la disoccupazione giovanile, la fuga di cervelli giovani diretti verso l’estero e con il conseguente calo della “nuova” imprenditoria.
Roma necessita di un nuovo modello economico, moderno, che presti particolare attenzione all’economia digitalizzata che andrà a sostituire l’economia tradizionale, necessaria anche per puntare su risorse fondamentali come turismo e immigrazione, forze che andrebbero valutate come opportunità e mai come problema.
Giocherà un ruolo importante il nuovo Sindaco che, con precise responsabilità, sarà guida non solo per Roma, ma in quanto città capitale, anche per l’intero Paese.
Un quadro, dunque, che presenta qualche segnale di ripresa, ma con varie zone d’ombra, quello illustrato attraverso l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Roma in occasione della Quattordicesima Giornata dell’Economia svoltasi nell’Aula Giunta della Camera di Commercio di Roma. Sono intervenuti il Presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti, il Dott. Andrea Prencipe, Professore di Economia e Gestione dell’Innovazione della Luiss “Guido Carli” e il Dott. Giovanni Scarano, Professore e Presidente della Scuola di economia e Studi Aziendali dell’Università di Roma Tre.
Un flash sui dati di maggiore rilevanza economica partendo dalla demografia d’impresa: il registro delle imprese di Roma, alla data del 31 dicembre 2015, conta ben 478.189 imprese, con un’incidenza percentuale quasi dell’8%rispetto al totale nazionale. Il tasso di variazione dello stock fa rilevare un +1,2% a fronte di una media nazionale di +0,3%.
Roma si conferma la “capitale” delle società di capitali con il 45,7%, a seguire il 38,5% sono le imprese individuali e l’11,5% sono le società di persone. Continuano ad aumentare le imprese straniere, +2.703 unità, per una variazione percentuale pari al +4,7%, seppur dimezzata rispetto allo scorso anno (Italia: +5,0%). Positiva e superiore alla media del sistema produttivo considerato nel complesso risulta anche la variazione delle imprese femminili romane (+1,6%). Diminuiscono, invece, per la prima volta negli ultimi anni, le imprese giovanili (-1,3%), allineandosi al dato nazionale, peraltro in costante contrazione negli ultimi 4 anni.
Roma è una città a forte vocazione terziaria. Infatti, il maggior numero di imprese registrate sono nei settori: commercio con 125.816 imprese (pari al 26,3% del totale), costruzioni con 65.652 (pari al 13,7%) e alloggio e ristorazione con 35.069 imprese (7,3%).
Nel dettaglio e con riferimento alle attività economiche di maggior rilevanza numerica per numero di imprese registrate, gli incrementi più significativi si registrano nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio, supporto alle imprese: +4,5%; nelle attività di alloggio e ristorazione: +3,6%; nei servizi di informazione e comunicazione: +1,9%. Pressoché stabile il commercio. Non accenna, invece, ad arrestarsi il progressivo depauperamento della base produttiva artigiana, in flessione a Roma per il terzo anno consecutivo (-1,9%) per una perdita di ulteriori 1.350 imprese.
Più di 96 mila imprese sono gestite da un titolare donna, dato di tutto rispetto, mentre i giovani sono un po’ in controtendenza, ma motivo di vanto per l’economia romana è sicuramente la crescita di quasi il 5% delle imprese di nazionalità non italiana : 59.753 imprese a fronte delle 550.171 di quelle in Italia.
Crescono le start-up innovative: in Italia sono poco più di 5.600, ma 492 sono romane: si occupano principalmente di produzione di software, consulenza informatica e ricerca con un +49,5% rispetto all’11 maggio dello scorso anno, di cui 150 con sede nel comune di Roma.
La disoccupazione scende leggermente, ma torna a crescere la compagine degli inattivi.
La performance dell’export romano si è rivelata decisamente deludente in proporzione alla grandezza dell’economia; la propensione all’export della provincia di Roma è, infatti, solo del 5,7% a fronte di una media nazionale del 28,2%.
Infine, il turismo vede un aumento del 4,38% per gli arrivi e del +3,71% per le presenze. Il flusso turistico si è orientato in maggior misura verso gli esercizi alberghieri, facendo rilevare un incremento del 4,49% negli arrivi e del 4,01% nelle presenze. La dinamica risulta sostenuta essenzialmente dal turismo straniero che fa rilevare una crescita del 5,1% negli arrivi e del 4,6% nelle presenze. Resta, però, ancora bassa la permanenza media dei turisti a Roma e provincia: “solo” 2,4 giorni.
Il presidente della Camera di Commercio, Lorenzo Tagliavanti, commentando i dati ha voluto sottolineare che «Roma non può essere una città che sopravvive, ma bisognerà costruire un nuovo modello economico tenendo conto che il modello che ha arricchito Roma in questi anni non esiste più. Serve un piano strategico decennale».