Lo denuncia Confagricoltura: a causa di un’estate a due facce, tra caldo afoso e repentini rovesci accompagnati da vento e grandine, il territorio italiano ha subito danni diretti alle infrastrutture agricole e alle colture
Questa estate, a causa di un clima bizzarro, è stata dura per chi lavora nel settore agricolo. L’acqua abbondante e l’umidità hanno causato, tra l’altro, l’attacco di patogeni alle coltivazioni, in particolare ai vigneti e ai frutteti.
Confagricoltura sta verificando, con i propri tecnici, le conseguenze del maltempo – che persiste in molte regioni d’Italia – per le aziende associate
Il susseguirsi degli eventi calamitosi, che ha prodotto forti danni all’agricoltura, si è aperto a Moena in Trentino con un evento meteorologico che – fa presente l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – non si vedeva da 80 anni: in poco meno di due ore sono caduti circa 130 millimetri di pioggia.
E poi, a partire da metà agosto, nel Lazio intere coltivazioni sono state danneggiate da nubifragi, vento e in alcuni casi da grandine, con particolare riferimento al frusinate, al viterbese ed a Latina su vigneti, ortaggi, oliveti e serre; nella zona dei Monti Cimini e di Caprarola, poi, si registrano danni ingenti anche per la coltura del nocciolo, con perdite che, secondo prime stime, superano addirittura il 50% della produzione.
I danni all’agricoltura delle altre regioni
Situazione critica anche nelle isole. In particolare in Sardegna, dove a essere pesantemente colpite sono state le produzioni di uva, di frutta già pronta per la raccolta, di pomodoro da industria, di carciofo e di altre colture ortofrutticole.
In Campania perdite totali di ortaggi in pieno campo, danni ai frutteti con grandinate e forti raffiche di vento che hanno abbattuto i filari di meleti e pescheti. Problemi pure per tabacco e nocciole.
In Puglia, a fine agosto, a Rodi Garganico sono caduti in circa 2 ore 159 millimetri di pioggia, di cui la metà in 20 minuti. Piogge torrenziali e forti raffiche di vento accompagnate da grandine con chicchi di grosse dimensioni hanno coinvolto un’area molto ampia con forti danni agli olivi (le olive sono state spazzate via dagli alberi), agli agrumi, già duramente danneggiati dalle gelate di febbraio e marzo scorsi, al pomodoro, in cui si è riscontrato un abbassamento della produzione media, all’uva da tavola con la perdita del 30% della produzione, e agli ortaggi in pieno campo. Sempre nel foggiano è stato colpito duramente il distretto del pomodoro, con il crollo della raccolta e difficoltà quindi a rispettare gli impegni contrattuali con l’industria di trasformazione.
Situazione difficile per diversi giorni, in agosto, anche nelle altre province pugliesi con danni rilevanti all’uva da tavola e da vino e agli uliveti. Danneggiate le uve a bacca rossa, Negramaro e Primitivo. Nel tarantino in alcune zone si sono avuti perdite della produzione olivicola per almeno il 50%.
L’allarme meteo è proseguito pure nel primo periodo di settembre ed ha interessato diverse regioni centro settentrionali, tra cui Toscana, Marche, e soprattutto Veneto. In particolare la zona di Verona è stata colpita da un vero e proprio nubifragio che è degenerato in un’alluvione lampo. Tra Pedemonte e Santa Maria di Negrar, sono caduti fino a 170 mm di pioggia. Il nubifragio ha colpito le vigne della Valpolicella e del Soave. Ma, oltre alle vigne, sono stati danneggiati dalla grandine i frutteti. A rischio anche l’Amarone”
“I danni al settore primario” osserva Confagricoltura “sono consistenti perché piogge, grandine e trombe d’aria, hanno colpito seriamente – e in alcuni casi irrimediabilmente – colture in campo prossime alla raccolta come nel caso dell’uva (da tavola e da vino) e della frutta”.