Diritti Lavoro

Occupazione in Italia. L’andamento del terzo trimestre

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Presentati da Istat, Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal i dati relativi al terzo trimestre 2018 sull’occupazione

Il 18 dicembre è stata presentata la nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione relative al terzo trimestre 2018. I dati forniti congiuntamente da Istat (Istituto nazionale di statistica), Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale), Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e Anpal (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro), hanno preso in esame gli andamenti dei flussi di lavoro, le cessazioni e trasformazioni delle aziende secondo i diversi settori economici, la tipologia contrattuale degli impiegati dipendenti nelle imprese industriali e nei servizi.
Gli indicatori oggetto delle analisi hanno coinvolto tutti i comparti economici e i flussi di lavoro riconducibili a: agricoltura, industria (energia elettrica, gas, acqua, rifiuti, etc), industria in senso stretto (meccanica, tessile, abbigliamento, chimico, alimentare), costruzioni, servizi, servizi di mercato (scambi economico-commerciali di materie prime, beni, servizi) ed altri servizi.

Occupazione e disoccupazione

Da un quadro generale si osserva che l’occupazione diminuisce dopo quattordici trimestri di espansione, e il trend, in linea con il prodotto interno lordo (ricchezza del nostro Paese in termini di servizi prodotti), nel terzo trimestre è diminuito dello 0,1% rispetto al periodo precedente.
Il tasso di occupazione corretto dalle fluttuazioni stagionali (fattori metereologici, consuetudini sociali relative al concentrarsi delle ferie e degli effetti legislativi) si attesta al 58,7%. Quello di disoccupazione sul 10,2% evidenziando un aumento della componente maschile e un calo di quella femminile.
Secondo le stime Istat la crescita tendenziale dell’occupazione del lavoro dipendente si colloca allo 0,5% mentre quella riferita ai settori dell’industria e servizi al 2,1%, e il lavoro autonomo, dopo un esiguo rialzo nel secondo trimestre 2018, torna a diminuire portando con sé 28 mila occupati.

Le forze lavoro

Per quanto riguarda l’indagine sulle forze lavoro, l’Istat ha stimato un lieve aumento dell’occupazione (+147 mila unità), che si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-332 mila), alle persone inattive, coloro che non cercano lavoro, non si formano e successivamente escono dal mercato occupazionale (+79 mila). In Italia dunque un giovane su quattro, il 24,1%, non studia e non lavora né si forma o cerca lavoro (Neet). Critica è la dinamica di uscita precoce dal sistema d’istruzione e formazione: il 14% di giovani tra i 18-24 anni, in aumento dopo 10 anni di diminuzione.
Tra i giovani compresi nella classe 15-34 anni diminuisce l’occupazione sia in termini congiunturali che tendenziali cosicché il tasso di occupazione mostra un decremento di 0,4 punti rispetto al trimestre precedente, mentre prosegue la crescita degli occupati over 50.

Il lavoro occasionale

Sul versante del lavoro a chiamata o intermittente, caratterizzato da una forte stagionalità e da una scarsa frequenza al lavoro rispetto al lavoro standard, l’Inps rileva che i lavoratori a chiamata nel terzo trimestre 2018 sono aumentati di 16 mila unità, quelli riguardanti forme contrattuali destinate a prestazioni di natura occasionale, Libretto Famiglia (LF) e Contratto di Prestazione Occasionale (CPO), hanno coinvolto circa 20 mila unità, con una retribuzione mensile intorno alle 250 euro circa. I lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, sono stati circa 7 mila unità, con un importo mensile di circa 300 euro.

Gli infortuni sul lavoro

Per quanto riguarda le denunce di infortunio sul lavoro e di malattie professionali, nel terzo trimestre gli infortuni con esito mortale e denunciati all’Inail sono stati 277, un incremento di 64 casi per lo più concentrati nei mesi di agosto (44 decessi sui 64 complessivi). In riferimento agli infortuni mortali sul luogo di lavoro, sono state protocollate 48 denunce in più nel settore agricolo, un aumento di oltre 10 vittime, e nei servizi circa 25 casi in più nei settori del trasporto, magazzinaggio e servizi alle imprese.
Nell’industria manifatturiera nel terzo trimestre le denunce per malattie professionali protocollate dall’Inail sono state 11.943, in lieve riduzione (-0,3%, 35 casi in meno) rispetto al trimestre dell’anno precedente. L’80% delle malattie professionali denunciate riguardano soprattutto i settori dell’industria e servizi, e una parte minore nell’agricoltura. Nello specifico più della metà dei casi delle patologie denunciate sono a carico del sistema osteomuscolare, che evidenziano un numero di protocollazioni simile al 2017, seguono le malattie del sistema nervoso con una diminuzione del 2,8% e quelle dovute all’indebolimento dell’apparato uditivo (-2,4%) mentre è stato significativo il calo nelle patologie tumorali (-8,9%).

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