Olivicoltori e agricoltori pugliesi al tavolo con il Ministro Centinaio per discutere dell’intera olivicoltura italiana. L’intervista di Donna in Affari al coordinatore di Agrinsieme e presidente di Copagri Franco Verrascina
Olivicoltura italiana: dalla Puglia il primo allarme e le richieste di intervento per il settore a nome di tutte le aziende agricole del comparto.
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, il 9 gennaio ha ricevuto a Roma la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia), Confagricoltura, Agrinsieme e una delegazione di gilet arancioni per programmare i futuri interventi necessari a risolvere le difficoltà legate all’intero comparto dell’olivicoltura in Puglia. Un settore costituito da oltre 350.000 imprese che rappresentano il 13,59% delle aziende agricole italiane e che, in termini di produzione, vale circa 4 miliardi di euro l’anno.
L’incontro si è svolto in seguito alla protesta del 7 gennaio a Bari, nella quale gli agricoltori hanno manifestato per la crisi di un settore che nel tempo ha annullato la produzione olivicola regionale, incidendo sulla redditività dei produttori e causando la perdita di migliaia di giornate di lavoro.
“Parliamo di una situazione eccezionale che si protrae ormai da anni e che la Puglia sta pagando a caro prezzo” ha sostenuto il coordinamento degli agricoltori italiani. “Per evitare che l’olivicoltura regionale rischi la totale paralisi sollecitiamo il Governo affinché si attivi in sede comunitaria e si adoperi per approvare misure straordinarie a sostegno dell’olivicoltura pugliese, come già avvenuto in passato in altri settori”.
Cosa hanno chiesto gli olivicoltori
A fronte di tali difficoltà, i gilet arancioni hanno chiesto:
– il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018,
– interventi mirati contro la Xylella (batterio che si riproduce all’interno della linfa della pianta causando pesanti alterazioni),
– lo sblocco delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale-PSR (strumento di programmazione e finanziamento del sistema agricolo ed agroalimentare pugliese),
– misure straordinarie a sostegno colturale e reddituale delle imprese olivicole simbolo del Made in Italy nel mondo.
Alla riunione hanno partecipato il coordinatore nazionale di Agrinsieme, Franco Verrascina, e i copresidenti Massimiliano Giansanti, Dino Scanavino e Giorgio Mercuri.
Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, più di 800.000 persone occupate nelle imprese rappresentate.
Per capire le motivazioni che hanno portato a manifestare per l’intera olivicoltura italiana, Donna In Affari ha intervistato Franco Verrascina, coordinatore di Agrinsieme (che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) e presidente della Copagri.
Intervista di Donna In Affari a Franco Verrascina
Per cosa si è protestato a Bari?
La protesta di Bari ha rappresentato un forte segnale di unità dato dal comparto agricolo pugliese alle istituzioni regionali e nazionali. La fortissima adesione fatta registrare dalla manifestazione, che si è svolta in un clima sereno e civile, ha catalizzato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, portando il Ministero delle Politiche Agricole a convocare un tavolo di confronto e dando una accelerata alle lungaggini burocratiche che spesso finiscono col danneggiare i produttori agricoli.
Perché molti agricoltori hanno manifestato?
Oltre 5.000 produttori agricoli della Puglia ma non solo, si sono riuniti pacificamente mettendo da parte simboli e bandiere e manifestando nell’interesse dell’agricoltura pugliese, asset portante dell’economia regionale. La situazione disastrosa e senza precedenti che sta vivendo l’agricoltura della regione Puglia rischia di mettere in ginocchio tutto il settore, danneggiato fortemente dall’epidemia di Xylella, che ha drasticamente ridotto la raccolta di olive e l’attività dei frantoi, e dal maltempo dall’inizio dello scorso anno. Le gelate di febbraio e marzo 2018, in particolare, hanno danneggiato quasi 100.000 ettari produttivi, dando un durissimo colpo all’agricoltura locale.
Quali sono le richieste che vengono rivolte al Governo e per quali settori?
Quello che i produttori agricoli chiedono al Ministero delle Politiche Agricole e alla politica in generale, è la concessione della declaratoria di stato di calamità, che consentirebbe di attivare le procedure emergenziali e l’accesso alle risorse del Fondo di solidarietà nazionale. Gli agricoltori hanno bisogno di risposte certe e immediate per compensare il mancato reddito causato dal maltempo e dalla Xylella, che hanno portato alla perdita di circa un milione di giornate lavorative e al crollo della produzione dell’olio extravergine d’oliva pugliese, vero e proprio fiore all’occhiello dell’economia regionale e nazionale. Servono quindi investimenti per far ripartire le aziende e i frantoi, oltre a misure per la promozione dell’olio extravergine d’oliva.